7 Maggio 2018
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7 Maggio 2018

EUROVISION 2018: le seconde prove di Big 5 e Portogallo!

Continuano le prove a Lisbona per l'Eurovision 2018: ieri è toccato alle Big 5, fra cui spicca l'Italia con Ermal Meta e Fabrizio Moro.

metamoro
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Ieri mattina si è tenuta l’ottava sessione di prove del programma di questo 63° Eurovision Song Contest, la seconda a cui hanno partecipato le Big 5 (Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Italia) e il Portogallo padrone di casa. Al contrario della prima prova di venerdì scorso, anche la stampa accreditata poteva accedere all’arena durante le esibizioni.

Ho seguito le prove dagli schermi della sala stampa e da dentro l’Altice Arena e sono pronto a portarvi le mie impressioni di quanto visto ieri! Ricordiamo che subito dopo ogni prova si sono tenuti i sorteggi delle metà di finale in cui si esibiranno le Big 5 (il Portogallo era già stato sorteggiato alla #8): Francia, Germania, Portogallo e Regno Unito hanno pescato la prima metà, mentre ai nostri Ermal Meta e Fabrizio Moro è toccata in sorte la seconda.

PORTOGALLO – Cláudia Pascoal – O jardim

Cláudia e Isaura sono vestite casual, in quello che con tutta probabilità non è il loro outfit definitivo. Nel primo minuto appare in video soltanto Cláudia, con tante riprese ravvicinate di lei in mezzo a piccole lampade gialle; appena entra la batteria il campo si allarga, le luci pulsano a tempo e Isaura raggiunge Cláudia al centro del palco. La performance vocale è apprezzabile, anche se tanti ritengono che manchi in questo “pacchetto” la stessa magia che portò alla vittoria di Salvador Sobral dodici mesi fa: il tentativo di differenziare la proposta si vede, ma non è a mio parere forte abbastanza per guadagnarsi un altro piazzamento fra i primi quindici.

REGNO UNITO – SuRie, Storm

La scenografia vede uno sfondo di luci blu e la cantante SuRie ferma per i tre minuti del brano all’interno di un tunnel di tubi luminosi; sull’ultimo run-through del pezzo compare anche una salva di fuochi artificiali a sottolineare l’ultimo ritornello. La performance vocale è buona e SuRie sembra molto sicura sul palco, il che comunque dà l’impressione di un’idea ben pensata e soprattutto ben trasportata sul palco di Lisbona. Il problema principale di questa proposta è la canzone stessa, troppo poco memorabile in una finale dove dovrà competere gomito a gomito con altre 25 canzoni: il rischio di “ultimo posto accidentale” per il Regno Unito resta dietro l’angolo.

SPAGNA – Alfred & Amaia, Tu canción

Diversi cambiamenti in questa performance da quella vista alla finale nazionale, dove Alfred e Amaia cominciavano suonando due pianoforti gemelli uno di fronte all’altro per poi raggiungersi al centro del palco per un accenno di cheek-to-cheek. Ora i due artisti iniziano l’esibizione ai lati opposti del palco, camminano lentamente l’uno verso l’altro e si riuniscono sul primo ritornello: il coefficiente glicemico dell’esibizione è sicuramente preservato, ma in un modo comunque molto più fruibile sullo schermo e sicuramente pensato meglio. Il crescendo che porta dallo special all’ultimo ritornello è molto forte e sottolineato da un’ulteriore fila di faretti che illuminano il palco a giorno nei toni del giallo. Se riescono a risolvere alcuni problemi tecnici (il cameraman che nelle prime due prove ha “impallato” la telecamera cercando di uscire dall’inquadratura) potrebbero essere ancora in lotta per puntare alla metà sinistra della classifica finale.

GERMANIA – Michael Schulte, You Let Me Walk Alone

Michael Schulte indossa una semplice T-shirt nera su pantaloni scuri. Canta illuminato da un faro ad arena completamente buia per il primo minuto, poi durante il ritornello le sue parole vengono proiettate in un gioco di animazioni su un telo posto alle sue spalle, assieme a foto di Michael con il padre defunto a cui è ispirato il brano dando all’esibizione quasi un feeling da video musicale. I toni principali sono quelli del bianco e del nero, per poi virare sul rosso durante l’ultimo ritornello e tornare al bianco/nero sull’outro con Michael che rimane sullo schermo davanti alla scritta “ALONE”. La performance funziona nella sua drammaticità grazie anche alla delivery molto “cruda” e pregna di emozioni del cantante: nelle giuste condizioni non è assolutamente un’esibizione da buttar via e dovrebbe strappare perlomeno il miglior risultato tedesco degli ultimi anni.

FRANCIA – Madame Monsieur, Mercy

Inseriti nel novero dei favoriti alla vittoria finale, i francesi continuano a convincere abbastanza in questa seconda prova della loro Mercy. Emilie e Jean-Karl cominciano al centro del palco circondati dal fumo, poi si separano percorrendo i “ponti” che compongono la scenografia del palco per raggiungere il catwalk dove stazionano per l’ultimo minuto e mezzo. L’esibizione si conclude come quella della finale di Destination Eurovision, con i due cantanti che coinvolgono il pubblico aprendo e chiudendo la mano a tempo.

Personalmente ho trovato questa esibizione quasi più coinvolgente in arena che sullo schermo TV, più che altro perchè non sono convinto che il messaggio della canzone si trasferisca efficacemente ad un pubblico che non conosce la lingua francese. Però la forza del brano è innegabile, le giurie lo avranno altissimo nei loro consensi e non penso che si possa chiamare la Francia fuori dai giochi, neppure con un running order apparentemente proibitivo.

ITALIA – Ermal Meta & Fabrizio Moro, Non mi avete fatto niente

Ermal è in completo blu su T-shirt bianca, Fabrizio indossa una giacca nera a decori, T-shirt nera, collana e jeans strappati. La performance è essenzialmente quella di Sanremo, con la differenza che durante il bridge i due artisti si spostano sui ponti ai lati del palco per poi ritrovarsi sul catwalk all’ultimo ritornello. La grande novità è il testo della canzone che appare in video durante la performance, tradotto in overlay in ben quindici lingue diverse fra le più parlate in Europa: si tratta di una soluzione mai vista all’Eurovision, sicuramente coraggiosa nella sua sperimentazione, che però nei fatti lascia alcuni abbastanza interdetti perchè “carica” eccessivamente il video di elementi che distraggono un po’ dalla performance. Allo stesso tempo, però, quello che funziona nella proposta italiana di quest’anno è sicuramente l’interpretazione di Ermal e Fabrizio, molto potente e allo stesso tempo diversa da quello che l’Eurovision in genere rappresenta e da tutte le altre proposte in gara quest’anno. L’unicità della nostra canzone potrebbe davvero valerci la sesta top10 in otto anni, e sicuramente pescare la metà di finale “buona” darà un’ulteriore spinta alle nostre velleità di piazzamento.

(Foto di copertina: Andres Putting/EBU)