5 Aprile 2019
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5 Aprile 2019

Ermal Meta il live “Aspettando il forum” raccontato da Romina Falconi

Nella data di Trezzo sull'Adda che antecede il concerto al Forum di Assago, abbiamo chiesto alla cantautrice di raccontare le sensazioni del concerto per noi

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Ieri sera è andato in scena Aspettando il Forum, la prova generale, se così si può chiamarla, di Ermal Meta per il concerto al Mediolanum Forum del 20 di aprile. Con noi ad assistere allo show c’era Romina Falconi e così ci siamo detti, perché non racconti tu quello che hai visto, sentito e provato? da cantautrice a cantautore.

Ecco il suo racconto…

Ci sono momenti che ti prendono di sorpresa, perché sei rimbambita dal caos della tua vita e ti ritrovi piena di pensieri, di grida taciute.
Una giornata sbagliata che fa sentire sbagliata te.
Insomma, parlo quei giorni in cui credi che non esista altro che la forza di gravità: la tua routine ti schiaccia e devi andare avanti.
Beh, io avevo una gran voglia di staccarmi dal mio caos e di godermi della buona musica. Sono andata al concerto Ermal Meta convinta che avrei avuto un momento di pace solo per me. Quello che è accaduto dopo mi ha sorpreso: non ho avuto solo pace, ho avuto una carezza, una stretta fortissima, mi sono staccata brutalmente dalla mia routine e ho goduto di un senso di gratitudine inebriante.

Ieri sera ho avuto il piacere di vedere un uomo, arrivato lì con le sue forze, prendersi l’amore che ha bramato per tutta la vita.
Parto con ordine: segue una scaletta che sembra studiata maniacalmente proprio per darti la possibilità di viaggiare nel Suo mondo, il mondo feroce ma dolce, genuino ed elegante di Ermal.

Eccomi tutta frizzantina a dondolarmi con Bionda. “Va beh” dico “la sento mia“, poi però realizzo che con i soldi delle tinte che ho messo in testa, avrei potuto sfamare un piccolo stato in difficoltà. Ci ho fatto un disco sul biondo, mi dico: “va beh, coincidenze“.
Poi parte Lettera a mio padre. Dico: “va beh, ho un cognome da portare anche io, certi ricordi che danno i brividi e quella tintinnante incazzatura che ogni tanto sale. Vedrai che adesso certe corde non me le tocca più durante questo show…

Allora Ermal che fa?
Piccola anima. Sempre io: “Ma questo brano live è ancora più potente! Ve beh ma non ho 10 anni, mi devo dare una regolata“.
Ragazza paradiso, Io mi innamoro ancora. Niente, sono presa bene. Che mi frega del mio caos, ora lo passo al direttore, il mio caos. Io saltello e penso “ma si, oggi niente cinismo“.
9 Primavere. Io a questo punto mi avvicino al direttore e dico “sono senza parole, è molto grave che io non abbia parole“, concludo “va beh, è solo un caso se tornano alla mente certe dinamiche, io miei flashback li soccombo un po’…

Ermal che fa, ancora una volta ? A quel punto, come un mago, sfodera gli Gnu Quartet, che tipo i pinguini nel film Madagascar prendono posto con la velocità della luce e iniziano ad accompagnarlo su Voce del verbo, Quello che ci resta, Voodoo Love, Amara terra mia

mannaggia però, devo avere le lenti a contatto scadute… Maledette lacrime“. Il direttore serafico: “Ma tu non hai le lenti a contatto stasera!“.

Ermal non è ancora felice, immagino, perché si gioca allora gli Gnu Quartet + la band.
Un muro di suono, Montanari passa alle percussioni, il pubblico sta per essere messo “incinto”. Prevedo l’inseminazione dalle prime note, non perché sia una veggente, ma perché sono del mestiere e so che l’artiglieria pesante non lascia vivo nessuno.

Sta per accadere di tutto e io che volevo solo smettere di pensare e ascoltare buona musica.
ERMAL ESCI DALLA MIA TESTA, PERDIO, ABBI PIETÀ DI ME…
Io volevo solo non pensare.

È sto lì, lo vedo saltare e tirare acuti. Mi parte un film:
Un bambino che deve nascondere qualcosa, prova a vivere la vita come un soldatino, giura a se stesso che niente dovrà più fargli male, al punto che fa esperimenti su se stesso, tutte le parole e gli schiaffi sono solo parole e schiaffi, “Niente deve toccarmi mai più…
Il dolore, non va trattato da nemico se ti marchia da piccolo. Impari a contare: solo 10 lacrime, stavolta solo 5, dai solo 3 stanotte. Poi arrivi a una e una sola. Butti tutto nella musica, fai in modo di renderti credibile agli occhi di una società che per dirti ‘bravo‘ ha bisogno di vedere una tua gigantografia in centro.
La credibilità diventa un ossessione per chi ha un’idea chiara in mente.
Diventa bravo, quel soldato piccolo con la sua lacrima, ci prova con una fede e un coraggio che V per Vendetta, levati…

… Chissà se ieri, con una folla urlante per lui, ha ripercorso tutto il buio che lo ha accompagnato fin lì e gli ha fatto dire:”cazzo, avevo ragione io…“?
Mi sa di si, Ermal deve avere certi flashback da cardiopalma.
Va beh, mi ripeto, qui c’è lavoro di prove lunghe e semine interminabili, finalmente raccoglie dei bei frutti grossi, più delle angurie. Ma io perché sono tutta emotiva stasera?”
Non abbiamo armi, Non mi avete fatto niente, Volevo dirti
eh niente, sono una quindicenne, con la differenza che in mano ho un Moscow Mule e sulla schiena mi sento 100 anni almeno, ma nel cuore sono acerba, lucida e motivata!
Amore alcolico.
Quanto c’ha ragione, oh” faccio al direttore, che manco fosse il PIPPOBAUDO de Meta, mi fa: “eh ma io lo sapevo che avresti amato tutto
Odiosi entrambi, uno è un mago e l’altro un saputello.

Mi salvi chi può.
Ma avrebbe potuto intitolarlo pure ” ILPEZZONE”, mi è arrivato come l’Everest addosso.
Basta Ermal, sono piena, io volevo solo una serata in relax e tu mi stai urlando il MIO dolore. Quasi te odio, perché mi capisci più tu che tanti stronzi che conosco…
Ercole, A parte te
Un chirurgo, ieri sera, ci ha disossati tutti, rendendoci consapevoli del vecchio e del nuovo, della notte che portiamo nelle viscere e dell’alba che abbiamo negli occhi.
E si conclude la serata di questa povera biondina sprovveduta, che voleva solo un momento senza pensieri ed è tornata a casa col cuore gonfio e ancora più desideri.

Che Ermal Meta avesse una padronanza della voce lo sapevo; che sapesse stare sul palco, pure.

Io con quelli che stimo sono ancora più esigente, che si sappia.
Meta ieri mi ha dato una carezza simbolica, perché mi ha convinto che c’è una giustizia in questo mondo e che la vocazione è una cosa seria, una cosa sacra, e che non basta puntare all’applauso finale: si punta all’eccellenza. Si può e si deve.

Essere esigenti significa non essere quasi mai appagati; ‘na vita pesante, insomma.
Ieri ho visto un’eccellenza e oggi mi sento di voler bene a tutti.
Voglio bene al mio lavoro che a volte ti fa sentire un cane solo, io voglio bene al mio destino, così come voglio bene a questa vita pazza fatta di attese, tsunami interiori, semine ossessive e raccolte sudatissime.

Le eccellenze servono a stimolarti, ed oggi Ermal Meta è stata una dose potente di VivinC.
Ma ragazzi… Il trasporto, la grinta, la tenerezza. Io quelle cose le dovevo vedere e sentire sulla pelle, farselo raccontare è una cosa, respirare tutta la forza e il dolore di un uomo, un’altra. Bravo Ermal, sei lo schiaccia sassi che non mi potevo immaginare.

Ora io non so se come recensione sia valida, il punto è che di persone consapevoli dei messaggi che lanciano al pubblico, performer impeccabili sul palco con una voce che è baciata da Dio, un repertorio pieno melodie immortali e testi ficcanti e, scusate ma è doveroso, persone con un quintale di umiltà sul groppone… Ce ne sono veramente poche.

Chapeau EM.

Romina Falconi