3 Luglio 2016
di Disturbo della quiete pubblica
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3 Luglio 2016

Lettera a FABRI FIBRA: hai perso l’occasione per stare zitto, il rap non è una scusa

Fabri Fibra dice la sua sulla vicenda del risarcimento danni a Valerio Scanu, ma a volte sarebbe meglio il silenzio.

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Ormai lo sanno tutti: qualche giorno fa ha fatto il giro del web la notizia che Fabri Fibra è stato condannato a risarcire i danni a Valerio Scanu per il testo di A me di te.

A volte la strada migliore è stare zitti, ma Fabri Fibra evidentemente non la pensa come me e dice (come sempre, infondo è questo il suo personaggio) la sua.

Oggi mi ritrovo l’iPhone pieno di messaggi.

Specifichiamo il telefono che hai, informazione essenziale.

Molti mi chiedono se devo veramente pagare questo risarcimento. Sì, ho gìà pagato tempo fa.

Beh, sì, visto che ti hanno condannato…

È strano che La Repubblica si prenda la briga di pubblicare parti di una sentenza di un anno fa, proprio adesso. La storia di A Me Di Te è tutta strana: la canzone è di tre anni fa, non è mai stata un singolo, non ha mai avuto un video. Non ha mai creato un gran rumore mediatico, fino ad ora che Repubblica l’ha voluta rispolverare.

Te lo spiego io il perché: la gente non legge le date e le polemiche, soprattutto in estate, tirano sempre.

A Me Di Te è nato come un pezzo divertente, scritto in freestyle, è roba che non andrebbe presa sul serio, i nomi nel testo sono deformati, proprio per far ridere e per creare una situazione ironica.

Analizziamo le parole una per una: “è un pezzo divertente” per te è divertente deridere e offendere gli altri? “i nomi sono deformati” ah, ok… talmente deformati che si capisce al volo di chi stai parlando. Come se chiamassi la mia amica Giuseppina, Giusy… “per far ridere e per creare una situazione ironica” sei sicuro faccia ridere? L’ironia, per me, è tutt’altro.
Ok per il freestyle.

Non è la prima volta che mi ritrovo a “giustificare” le mie rime, i miei fan ormai ci sono abituati e si fanno anche due risate a riguardo, perché sanno che questo è rap.

Dovrai sempre “giustificare” le tue rime finché ne scriverai finalizzate ad offendere e deridere qualcuno.

Poi c’è chi la può cavalcare a piacimento a seconda di come tira il vento. Nei momenti di calma piatta, tirar fuori una canzone di tre anni fa e alzare un polverone come questo, probabilmente fa comodo a chi ci guadagna.

Ti riferisci a Scanu o a Repubblica?

Voglio solo chiarire per l’ennesima volta la mia posizione sull’argomento: non solo non sono omofobo, ma l’orientamento sessuale di chicchessia non modifica minimamente la mia opinione sugli altri. Scrivere di certi argomenti nelle canzoni apre dei dibattiti e può far infuriare la polemica, ne sono completamente consapevole.

Io, nella mia vita, non mi sono mai trovata a dover giustificare il fatto di non essere omofoba, forse perché, più delle parole, parlano i fatti. Non mi “vanto” dell’orientamento sessuale dei miei amici, perché per me è importante che loro siano felici e stiano bene con una persona che li renda felici e li faccia stare bene e che loro rendano felici e la facciano stare bene. Non so se hai capito cosa intendo.

In un passaggio del testo infatti dico “è solo un gioco, ma in pochi lo capiscono”.

Forse perché questo gioco è divertente anche per te. Come i bambini che si divertono a mettere le dita negli occhi ai cani: i cani questo gioco dubito lo capiscano e, ancora di più, lo trovino divertente.

Ho sempre criticato i personaggi di un certo tipo che arrivano sotto i riflettori grazie a mille strategie e scorciatoie televisive, nei miei dischi sono libero di poterlo fare, lo faccio nel mio stile e non credo di offendere o danneggiare veramente nessuno.

A livello di vendite e popolarità, probabilmente, è vero, non danneggi nessuno, ma hai mai pensato alla persona? Tu, ancora più di me, dovresti sapere che dietro ad ogni personaggio pubblico ci sono persone, famiglie e legami delicati che i media mettono costantemente a dura prova.
Per le scorciatoie televisive, io sono convinta che quella sia solo popolarità passeggera, il successo voi artisti ve lo dovete costruire giorno per giorno e conquistare un disco alla volta. Il pubblico ha il diritto di cambiare idolo ad ogni nuova edizione del talent show del momento e non lo si può incolpare per la sua volatilità.

Pensavo di potermi esprimere come meglio credevo perché sono un artista, ma logicamente se un testo del genere viene letto in un’aula di tribunale davanti a un giudice, il risultato cambia e di molto.

Si chiama assumersi le proprie responsabilità.

In Italia il rap lascia ancora interdetti e pago perciò questi 20.000€ di multa per avere avuto la possibilità di criticare e raccontare con il rap certe immagini e situazioni.

Aspetta che non ti seguo. Tu vorresti, in quanto rapper, avere la possibilità di dire qualsiasi cosa ti passi per la mente senza pagare le conseguenze delle tue parole? La musica ti dà la possibilità di comunicare a tante persone, ma non esiste alcun esonero di responsabilità per i rapper.

All’estero nei testi del rap si tirano in ballo molti personaggi dello spettacolo con immagini altrettanto forti (anche nei video, basti vedere l’ultimo di Kanye West).

Negli Stati Uniti c’è anche la pena di morte, se è per questo e si possono possedere armi senza nemmeno dover dire il perché.

Con la fama e il successo arriva di tutto, anche il protagonismo che non ti gratifica, anche quello non voluto. Lo dovrebbero capire tutti, e io l’ho capito bene anche a spese mie.

E quindi? Non te l’hanno mai spiegata la storia dell’altro lato della medaglia?

Non conosco Valerio Scanu e non mi interessa conoscerlo, sarà senz’altro una brava persona, ma artisticamente non mi coinvolge, come non mi coinvolgono tutti gli artisti che cantano canzoni scritte da altri e che sono legati a queste dinamiche discografiche e dell’ambiente dello spettacolo, oggi come oggi più che mai ripetitivo.

Gran parte delle canzoni di Valerio Scanu non piacciono nemmeno a me, ma cosa c’entra??? Quelli che tu chiami “artisti che cantano canzoni scritte da altri” sono gli interpreti e ci sono interpreti ed interpreti ed io apprezzo molto di più un interprete che fa bene il suo lavoro, piuttosto che quelli che si impuntano a scrivere di proprio pugno qualcosa che sarebbe degno di essere cantato, al massimo, durante una cena di famiglia. Ma mi sembra che si stia andando fuori tema…

A me di lui né della sua sessualità non importa nulla, ma mi viene spontaneo criticare, con il rap, tutte queste incongruenze che compongono questo tipo di carriera.

Tecnicamente, avendo usato la doppia negazione (“non importa nulla”) hai scritto che ti importa tutto della sua sessualità… a parte la mia pignoleria (come rapper dovesti conoscere bene l’uso delle parole), non capisco cosa ci sia da criticare. Non possiamo rimanere sulla musica? Cosa fa Valerio Scanu (e qualsiasi altro personaggio pubblico) quando sveste i panni del cantante e del personaggio pubblico, dovrebbe essere solo affar suo e non dovrebbe venirti nemmeno voglia di criticarlo. Non usiamo il rap come scusa!

La mia carriera è differente, io sono qui grazie a me stesso e a quello che ho scritto negli anni, la forza della mia musica sta qui. Ho sempre fatto questo genere musicale, lascio quindi che sia la musica a parlare per me e ad attirare l’attenzione, non sono il tipo che vedrete sopra un’isola dei famosi con addosso un costume ridicolo o ad azzardare imitazioni in tv. Per altri artisti invece un po’ di esposizione, qualunque essa sia, non si rifiuta mai.

Fabri, io penso che tu abbia un gran talento, penso che tu abbia costruito la tua carriera mattone su mattone, con fatica, impegno e usando al massimo quel dono che ti ha fatto Madre Natura. Ma poi ti piace provocare, ci provi gusto a farlo perché a te non basta far ballare tutto il dance floor con Tranne te, anzi, magari il successo commerciale ti infastidisce pure e quindi, in ogni disco, ci devi mettere la tua zampata. Ok, mettila ma accetta che il cane a cui hai messo le dita negli occhi, ti morda per difendersi.

In conclusione ci tengo a sottolineare che il mio rispetto va alla comunità LGBT italiana e a tutti coloro che si battono attivamente per i propri diritti contro l’ipocrisia e i finti moralismi, oggi più che mai. A Me Di Te non c’entra niente con le cose serie. Rap è, e rap rimane.

No, il rap è un genere musicale, non una scusa.