23 Dicembre 2023
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23 Dicembre 2023

La Rua: “Periodo di Merda è un grido di dolore, ma anche un inno di speranza”

Il brano parla, in maniera molto intima, di un tempo difficile e della forza necessaria per rialzarsi dopo ogni caduta

La Rua Periodo Di Merda
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I La Rua – ovvero Daniele Incicco, Nascor Fischietti e Alessandro Mariani – tornano con “Periodo di Merda” (Believe), un brano che racconta, in maniera molto intima, di un tempo difficile – di sconforto e di dolore -, ma anche della forza necessaria per rialzarsi dopo ogni caduta.

Periodo di Merda è il brano degli emarginati, di coloro che hanno conosciuto il fallimento, delle persone con le spalle al muro. È la canzone degli ultimi, che lottano per rialzarsi con le lacrime agli occhi e il cuore ferito. Rappresenta coloro che non trovano più la forza di andare avanti, ma che continuano a sperare in un futuro migliore. È la canzone dei sognatori costretti a svegliarsi”, spiegano i La Rua a proposito del brano, che è disponibile in tutti i digital store da venerdì 8 dicembre.

Daniele Incicco aggiunge poi: “Ho scritto Periodo di Merda nel momento più buio della mia vita, quando ogni certezza mi era stata strappata via e il futuro sembrava un abisso. Ho trovato rifugio nella musica. È stata il mio modo di esorcizzare quello che stavo vivendo. La canzone è nata spontaneamente, di getto, in pochi minuti: momenti in cui il mio cuore ha parlato più forte della mia ragione.

Il titolo potrebbe sembrare crudo, ma riflette un periodo difficile che ho attraversato. Avevo perso il lavoro, le speranze e la certezza di un domani migliore. La canzone è un grido di dolore, ma anche un inno di speranza. Speranza in un cambiamento che possa garantirci un futuro migliore“.

“PERIODO DI MERDA”, VIDEOINTERVISTA AI LA RUA

In questo “Periodo di Merda” che ruolo ha avuto la musica?

La musica per me è esorcizzante. Nella vita ho fatto tante cose, però senza musica non esisto. Quando scrivo, sento il compimento massimo della mia persona. La musica è l’unico mezzo che ho per sentirmi realmente vivo.

Ci parli un po’ della cover di questo brano? Cosa rappresenta il divano che brucia?

In partenza, la cover era una serranda che si chiudeva, con un cartello con su scritto “periodo di merda”. Poi abbiamo fatto il servizio fotografico ed è uscita fuori la foto di questo divano, di questa legna che prende fuoco. Il divano è un luogo comodo, che appartiene alle nostre case e a quei bei momenti in cui ci rifugiamo. L’idea che questo potesse bruciare mi ha fatto riflettere sul fatto che non siamo più comodi a livello emotivo. E non siamo più apposto a livello di prospettive future. Tutte le nostre comodità e le nostre sicurezze stanno bruciando, sparendo.

Questo brano, così come il precedente, vedono la supervisione artistica di Elisa Toffoli. Come vi siete trovati a lavorare insieme?

Elisa ci ha indicato la strada, ci ha aperto gli occhi. Nel tempo abbiamo fatto diverse prove a livello musicale. Lei ci ha aiutati a capire qual è la direzione giusta per essere il più veri e sinceri possibile. Insomma, Elisa ci ha aiutati a decostruire tutto, tornando alla nostra essenza. Quindi, questa nostra collaborazione durerà per sempre!