21 Febbraio 2020
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21 Febbraio 2020

Videointervista a Piero Pelù: “Non devo celebrare niente, ma solo festeggiare”

E' uscito "Pugili Fragili", il nuovo album di Piero Pelù. Un viaggio musicale in cui si nota la forte contaminazione tra rock ed elettronica.

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Dopo un Festival di Sanremo vissuto da assoluto protagonista che lo ha visto chiudere a sorpresa al quinto posto in classifica, è arrivato il momento di ascoltare il nuovo album di Piero Pelù Pugili Fragili, il primo di inediti dopo 12 anni.

Un album musicalmente vario in cui è ben chiara un’idea di contaminazione musicale che nasce dalla collaborazione tra Pelù e Luca Chiaravalli.

L’album è stato presentato a Milano durante una affollata conferenza stampa che si è tenuta nella sede di Sony Music.

VIDEOINTERVISTA A PIERO PELÙ PUGILI FRAGILI

Abbiamo incontrato Piero Pelù a margine della presentazione. Ecco la nostra videointervista.

PIERO PELÙ PUGILI FRAGILI – RESOCONTO DELLA CONFERENZA STAMPA

“L’album nasce da un idea nuova di linguaggio e lo si capisce anche dalla copertina. Ho cambiato pelle e lo sto dimostrando.

La collaborazione con Luca Chiaravalli è stata molto positiva. Lui ha attivato quell’anima elettronica di cui avevo bisogno. Pugili Fragili è il compromesso tra le nostre forze.”

Un’evoluzione e un cambio di rotta che già avevamo avvertito sul palco dell’Ariston (Qui la nostra videointervista realizzata nella Città dei Fiori), dove Piero ha presentato Gigante.

“L’energia è esplosa sul palco dell’Ariston, ma anche nel disco. Quando due anni fa ho iniziato a lavorare al progetto mi trovavo di fronte alla scommessa. Sono abituato a vivere il presente senza pensare a quello che potrà essere.

Ho fatto mio il tema della rinascita. Ciò si lega anche alla copertina dell’album in cui è chiaro il riferimento al serpente che cambia muta, ma va avanti. Devo moltissimo al mio nuovo team, che ho messo in piedi seguendo la mia follia.

Al Festival ho avuto un approccio easy. Non mi interessava la gara. In questi anni non mi sono mai fermato e questo era il festeggiamento. La musica è la mia ragione di vita e me la porto dietro fin che posso.”

All’interno dell’album si può realmente trovare una somma di una produzione i 20 album tra i Litfiba e la carriera solista e anche le collaborazioni con Andrea Appino e Francesco Sarcina ne sono una conferma.

“Ho vissuto una vita estrema, ma senza mai allontanarmi dalla realtà. Nel ring l’avversario cambia di continuo, ma basta esserne pronti. Sarà così anche nel tour. Non devo celebrare niente, ma solo festeggiare!

In questo è un album ho comunque abbattuto molte barriere anche di genere, ma sono sicuro che si sente un’omogeneità. Oggi viviamo in una Babele sociale e musicale e questo album può essere una risposta.”

Nei 40 anni di carriera di Piero Pelù non è mai mancata la curiosità e la si avverte ascoltando tutta la sua discografia, ma anche Pugili Fragili. Un album la cui gestazione è durata due anni e che trovato ila via più corretta dopo l’incontro con un nuovo team di lavoro che gli ha permesso di scoprire anche altre potenziali sfaccettature della sua musica.

“Oggi ho il piacere di ascoltare musica. Nel disco i miei ascolti si percepiscono. Ci sono momenti molto metal e hard, ma anche blues. Dove ci sono bravi musicisti io ascolto. Quando la musica ha un’anima, lì c’è casa. Troverò sempre qualcosa di interessante, anche se ci ho messo anni a passare dal cd alla musica liquida…”

Nella musica di Piero Pelù c’è sempre stato spazio anche per l’impegno sociale.

“Ho sempre cercato di coniugare la mia musica con l’impegno, anche se ritengo di non dover insegnare niente a nessuno. Mi ritengo a scuola tutti i giorni. Ho tanto da imparare.

In Italia c’è da fare un lavoro generale. Dobbiamo imparare ad apprezzare un po’ di più ciò che siamo. Io faccio parte di un mondo più artigianale della musica e ne sono fiero.

Anche oggi ho voglia di divertirmi. Arrivato a questo punto non voglio più farmi rovinare la festa da niente e da nessuno.”

Un ultimo pensiero va ai giovani.

“Oggi ci sono un botto di ragazzi che spaccano! Mi auguro che i giovanissimi ascoltino questo disco dove ci sono tante chitarre e scoprano la bellezza di questo strumento, anche perchè oggi ci sono sempre meno ragazzi che suonano. Ho dimostrato che è ancora possibile fare musica con le chitarre.”

Foto di Bagnoli