22 Ottobre 2019
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22 Ottobre 2019

The Saifam Group Camp: un punto di incontro tra artisti e professionisti del panorama musicale (Interviste)

Interviste ad Andrea Amati, Valeria Rossi, Roberto Mancinelli, Virginio, Alessandra Flora, Gianmarco Grande, Camilla Capolla e Lucio Enrico Fasino dal The Saifam Group Camp di Milano.

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Si è svolto presso l’Hub creativo LePark di Milano il primo The Saifam Group Camp, una settimana di incontri tra artisti e addetti ai lavori fortemente voluto da Roberto Mancinelli, nuovo direttore artistico della sezione editoriale di Saifam e fondatore di iMean Music Publishing & Management.

Al songwriting camp hanno partecipato nomi di prestigio tra i quali Maurizio Fabrizio, Cheope, Matteo Buzzanca, Virginio, Claudio Guidetti, Alessandra Flora, Macs, oltre al producer e master engineer Jason Rooney (Club Dogo, Guè Pequeno, J-Ax & Fedez, Negramaro, Ada Reina). L’obiettivo dichiarato è quello di mettere in contatto artisti e professionisti del mondo della musica e dell’arte.

Gli autori hanno collaborato portando ognuno la propria visione musicale al fine di scrivere i brani destinati alle prossime importanti uscite del pop italiano e internazionale.

The Saifam Group nei numerosi anni di attività ha lanciato artisti della scena hip hop quali Fabri Fibra, Club Dogo e Mondo Marcio. Il catalogo editoriale comprende oltre 46.000 brani di artisti nazionali ed internazionali tra i quali Marco Mengoni, Laura Pausini, Ermal Meta, Eros Ramazzotti, Francesco Gabbani, Gué Pequeno, Vegas Jones e Anastasio.

THE SAIFAM GROUP CAMP – LE PAROLE DI ROBERTO MANCINELLI

Roberto Mancinelli, fondatore di iMean Music Publishing & Management e direttore artistico della sezione editoriale di Saifam, ha lavorato negli anni ’80 in numerose radio libere. Negli ultimi anni ha assunto la carica di A&R Director di Sony/ATV Music Publishing Italy. Nel 2014 si è trasferito a New York collaborando con i migliori songwriters italiani e mondiali, mentre attualmente si muove tra gli Stati Uniti e Milano.

Queste le parole di Roberto Mancinelli per presentare l’idea che sta alla base di The Saifam Group Camp:

“L’idea nasce da un’esigenza molto precisa. Sono convinto da anni che la collaborazione tra menti creative e, quindi, tra autori di diverse estrazioni, porti quel valore aggiunto che ha sempre avuto la musica italiana.

Negli anni ’70 Melis aveva il Cenacolo. In quegli anni, culturalmente diversi, sono nati brani da collaborazioni estemporanee tra autori, che dedicavano il loro tempo alla scrittura. Gli album di allora erano di 8 pezzi, ma i cantautori ne registravano almeno 30, tutti eccellenti. A mio avviso poi c’è stata una distorsione in cui si è un po’ tutto messo in discussione, complice anche la tecnologia. Questo è avvenuto verso la fine degli anni ’90, quando si è perso il contatto creativo.

Da più parti mi arrivano indicatori precisi: bisogna tornare a fare musica tenendo conto anche degli editori, che devono sviluppare occasioni d’incontro. Anche nello scontro c’è un incontro. Anche aa differenza di vedute può nascere qualcosa di buono.

Un artista che deve portare un brano su un palco importante deve necessariamente farselo cucire addosso. Questo aspetto in passato veniva considerato come una scocciatura, ma oggi si è capito quanto è importante. La musica è libera, ma passa attraverso molte regole. Noi qui stiamo lavorando su delle idee precise, che io però definisco ancora sogni, ma resto abbastanza naif da questo punto di vista. Per me un bel pezzo è sempre un bel pezzo. Le strategie di marketing si decideranno poi.

Nel nostro camp abbiamo avuto ospite Maurizio Fabrizio che ci ha raccontato di canzoni che hanno fatto giri incredibili o sono rimaste nel cassetto per anni, considerate da tutti impossibili o troppo belle. Le canzoni belle prima o poi trovano la propria strada. Io sono sognatore. E’ difficile che una canzone veramente bella resti rinchiusa.

I nostri camp badano poco alle casacche. E’ vero che dobbiamo tenere conto delle varie provenienze degli autori. Preferisco perdere 2 punti editoriali, ma affidarmi anche a un autore che è in grado di lavorare e concludere un pezzo nella maniera migliore possibile.”

THE SAIFAM GROUP CAMP – VIDEOINTERVISTE AGLI AUTORI

LE PAROLE DI ALESSANDRA FLORA

Alessandra Flora è un nome importante nella musica italiana (Qui la nostra intervista realizzata nel 2017 in cui racconta la sua esperienza musicale e svela un sogno).

La sua prima hit risale al 2012, anno in cui scrisse per Noemi il brano In un giorno qualunque, insieme a Marco Ciappelli, estratto come singolo da RossoNoemi – 2012 Edition, album certificato di platino.

Partecipa in veste di autrice a tre Festival di Sanremo: nel 2014 con Così Lontano per Giuliano Palma (con Marco Ciappelli e Nina Zilli), nel 2015 Adesso e qui (nostalgico presente) di Malika Ayane (insieme a Giovanni Caccamo) che ottiene il terzo posto e il Premio della Critica e nel 2019 con Mi Sento Bene per Arisa (scritto insieme alla stessa Arisa, Matteo Buzzanca, Lorenzo Vizzini).

Queste alcune considerazioni rivelate durante The Saifam Group Camp:

“Io sono convinta che mescolarsi sia il valore aggiunto di un’esistenza. Una vita trascorsa in solitudine non riesco a immaginarla. E’ giusto vivere in città diverse, imparare delle lingue straniere, leggere libri, ascoltare musica e vedere film di generi diversi. Per questo suonare con altre persone vuol dire spostarsi dal proprio mondo. Per questo vedo il camp come la fotografia di un qualcosa che io faccio spesso.

Io compongo al pianoforte e quando accade per me è un momento intimo, di verità. Mescolarsi con altri compositori è un po’ spostarsi da dove si sta abitualmente. Se sei in un momento down, può capitarti di incontrare un altro compositore che ti da la spinta. Questo ti obbliga a spostarti dal tuo momento emotivo. Io lo trovo bello. Poi puoi tornare nel tuo momento riflessivo, ma rientrarci dopo aver preso una boccata d’aria è tutta un’altra cosa! Più stimolante.

Io penso che oggi non utilizzare il computer per comporre sarebbe sbagliato. E’ anacronistico dire che c’è solo lo strumento, sia esso il pianoforte o la chitarra. A me piace incontrare i producer perchè è come se si alzasse l’asticella. Il producer non è sufficiente per scrivere una canzone diversa dalle altre. Il lavoro dell’autore e compositore è complementare a quello del producer. I puristi oggi non hanno senso.

La storia della musica è fatta di competenze diverse e queste se non escludono gli altri sono il valore aggiunto. Bisogna, però, ricordare cosa sono la melodia o l’armonia e dandogli una spinta micidiale.

La musica nasce per essere condivisa dagli altri. Io i muri non li capisco, un po’ come le barriere di genere. Oggi sento un pre-concetto nei confronti di un genere musicale che, pur non essendo affine al mio genere, merita rispetto. Quello che succede oggi è ciò che è accaduto per 100 anni alla musica leggera, considerata inferiore alla musica classica. C’erano canzonette, mentre le opere scritte da Giuseppe Verdi erano capolavori.

Sento spesso dire che la trap fa schifo. Non è vero. Ci sono cose della trap che sono interessantissime. Franco126, Massimo Pericolo… sono fuori dal mio genere, ma li adoro.

La musica leggera ha subito una forma di ostracismo fortissimo da parte di chi faceva la musica classica. Perchè dovremmo fare lo stesso con il rap? Con il pre-concetto non si va da nessuna parte. Basta guardarli con un occhio meno giudicante, ma più curioso.

Il linguaggio è cambiato. Dobbiamo rendercene conto. Quando negli anni ’60 sono arrivati gli urlatori è successa la stessa cosa. Mia nonna, per esempio, si è incazzata. Ma loro non stavano parlando a mia nonna, ma a mia madre.”

Foto dai social di Andrea Amati, Valeria Rossi, Roberto Mancinelli, The Saifam Group, Virginio, Alessandra Flora, Gianmarco Grande, Camilla Capolla, Lucio Enrico Fasino