4 Ottobre 2020
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4 Ottobre 2020

Intervista a Roberta Finocchiaro: “Questo disco rappresenta il ciclo degli stati emotivi della vita”

Save Live With The Rhythm è il titolo del nuovo album di Roberta Finocchiaro. Prodotto da Steve Jordan, è stato registato a New York.

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Save Live With The Rhythm (Tillie Records / Believe) è il nuovo album di Roberta Finocchiaro. Si tratta di un disco dal sapore internazionale in cui la vita e il groove trovano il loro giusto equilibrio.

L’album, anticipato dai singoli Future e Hope (ne abbiamo parlato Qui), si può considerare come una nuova grande sfida per la cantautrice e chitarrista siciliana. Nel nuovo progetto Roberta si è avvicinata molto di più all’uso della chitarra elettrica, concedendo spazi maggiori anche agli assoli musicali.

Prodotto da Steve Jordan, Save Live With The Rhythm è stato registrato al Brooklyn Recording (NY) e missato al Germano Studios di Broadway (NY). Nel disco ci sono collaborazioni con musicisti del calibro di Sean Hurley (basso), Clifford Carter (tastiere), Dave O’Donnell (ingegnere del suono) e ancora sono presenti in alcuni brani i fiati di Eddie Allen (tromba), Patience Higgins (sax), Clifton Anderson (trombone), la fisarmonica di Gino Finocchiaro (nonno di Roberta) e il violino di Olen Cesari.

INTERVISTA A ROBERTA FINOCCHIARO

Qual è lo stato emotivo che ha guidato la composizione di “Save Lives With The Rhythm”?

Non c’è uno stato emotivo preciso, ci sono stati momenti dove ero davvero triste, altri dove cercavo e trovavo risposte e altri dove la voglia di vivere mi dava una forza indescrivibile. Penso che questo disco rappresenta il ciclo degli stati emotivi della vita, i nostri alti e bassi, i nostri momenti felici che finiscono e poi ritornano.

Cosa ti ha spinto a utilizzare maggiormente la chitarra elettrica?

Ho sempre amato la chitarra elettrica insieme a quella acustica. Sicuramente registrare a New York con questi grandi musicisti mi ha dato una sicurezza in più e quindi mi sono lasciata andare portando ancor di più alla luce alcuni aspetti musicali. Ho scritto la maggior parte delle canzoni con una Gibson semiacustica e questo mi ha aiutato nella composizione perché il suono è elettrico ma allo stesso tempo delicato.

Quali sono i punti di incontro con il precedente “Something True”?

Credo ci sia lo stesso entusiasmo e la sincerità musicale nella scrittura e nella composizione.

E gli aspetti di “Save Lives With The Rhythm” che più si discostano da “Something True”?

In Something True sono molto presenti i fiati mentre in questo ultimo album la loro presenza è avvertita in modo diverso forse più delicato. C’è un suono più newyorkese, mentre in Something True c’è tanto Memphis e Nashville quindi ci sono queste differenze musicali.

Qual è l’aspetto del nuovo disco di cui sei più orgogliosa?

Ascoltando i pareri delle persone che hanno sentito il disco, molte di loro dicono che è un disco che non stanca, uno di quei dischi che riesci ad ascoltarlo fino alla fine. Un disco da viaggio, che fa riflettere nei testi e il groove ti avvolge nella sua semplicità con suoni semplici e diretti. Pensare che sia arrivato in questo modo alle persone mi rende felice.

Quanto c’è di Roberta e quanto di Steve Jordan?

Io sono cresciuta con i suoni dei dischi prodotti da Steve, suoni che sono entrati a far parte di me. In questo disco ci sono le mie esperienze musicali e di vita e c’è il tocco unico e inimitabile di Steve che è riuscito a portare i miei arrangiamenti ad un livello altissimo mettendo tutti i tasselli nel posto giusto e farli volare più in alto.

Nel disco c’è più dolore o consapevolezza?

Ci sono entrambe le cose allo stesso modo. Perché quando ho scritto le canzoni ho accettato il dolore e quindi sono riuscita ad andare avanti.

Nel disco ha suonato anche tuo nonno Gino Finocchiaro. E’ lui il tuo punto di riferimento nella musica?

Si. Mio nonno è l’ispirazione più importante. Mi ha insegnato che la musica è naturalezza e semplicità. La grandezza di un musicista si riesce a percepire nella semplicità di due note.

Durante il lockdown hai partecipato a un contest organizzato da Alex Britti. Com’è andata?

È stata una bellissima esperienza in un momento davvero strano. Ho vinto il contest e il 18 agosto ho aperto il suo concerto e suonato con lui 7000 Caffè al Festival di Piombino. Ritornare sul palco e suonare con un chitarrista come lui è stato stupendo! Condividere la passione per la chitarra e il blues è stato davvero un bel regalo.

Quali sono i progetti che vorresti realizzare entro la fine del 2020?

Vorrei solo continuare a crescere con la musica e riuscire ad arrivare a più persone attraverso lei e mi piacerebbe ritornare a suonare di più dal vivo.