24 Giugno 2016
di Interviste, Recensioni
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24 Giugno 2016

INTERVISTA ad IRAMA: La rabbia diventa scrittura, tra passioni e gli occhi di mamma

Irama questa sera si esibirà al Coca Cola Summer Festival e Fabio Fiume l'ha intervistato per noi poco prima della sua partenza per Roma.

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L’uscita di un disco (il primo) molto personale, la partecipazione come giovane proposta al Festival di Sanremo prima ed al Coca Cola Summer Festival adesso, potrebbero far barcollare chiunque, preda di emozioni che eventi come questi possono causare. Ma Irama, raggiunto per voi proprio mentre sta organizzando le ultime cose per la partenza alla volta di Roma, dove si esibirà nella kermesse estiva stasera, (le registrazioni le vedremo poi) appare invece, mi si passi il termine, cazzuto, con la battuta pronta e con risposte sempre piene di senso, tanto che ci potresti chiacchierare per ore senza stancarti. Eppure il suo mondo artistico del giovane nato a Ferrara, ma vissuto sempre in quel di Monza, è decisamente breve, avendo debuttato praticamente ieri, ma ciò nonostante ti lascia subito capire dopo appena due chiacchiere, che in realtà ha talmente tanto da raccontare, che se qualora volessi, non puoi liquidarlo con poche battute; e se poi si trova in contatto con uno come me, che di liquidarlo non ha proprio voglia, allora dama!
E non si può non partire da quel nomignolo, diventato poi quello d’arte e dal significato che ha per lui

Irama è arrivato molto prima entrassi nella musica. Viene dal mondo delle crew e lo scelsi perché significa ritmo, che è una cosa che mi porto dietro sin da bambino. Oltretutto solo dopo mi sono reso conto che è anche l’anagramma del mio secondo nome, perchè io mi chiamo Filippo Maria

Preferisci che ti chiami Filippo o Irama quindi?

Puoi chiamarmi come preferisci. Ti rispondo uguale perché sono sempre io

Che cos’è per te la musica?

E come te la riassumo? Per me la musica è vita e non è una frase fatta. Noi nasciamo in musica se ci si pensa, perché già i battiti sono musica, sono ritmo; si ritorna quindi ad Irama. La musica è il mio bisogno e la cosa bella è che questo bisogno cresce, continua. Non me ne stanco mai.

Avendo avuto modo di recensire il tuo disco, ho potuto valutare che il tuo racconto musicale è pieno di pensieri personali, talmente tanti che finisci con il dire tutto ed il contrario di tutto. Cosa è insicurezza o al contrario conoscenza di se stessi molto profonda?

Nessuna delle due cose se mi permetti.

Certo però spiegami…

La vedo in maniera diversa . Quando scrivo la cosa principale per me è metterci la verità. Questa può passare anche attraverso delle contraddizioni perché tra di esse spesso puoi leggerla. Non mi pongo il problema se mi sto contraddicendo, ma solo di dare un peso specifico alle parole. Ho talmente tanto da imparare ancora, ma anche da dare. Magari mi contraddico, magari appaio sicuro o insicuro, non so. Di certo cerco di essere vero, anche sembrando a volte crudo.

Tutti i pezzi dell’album sono pieni di ardore giovanile, di impeto. Ed allora proviamo a fare un gioco: ti cito delle parole che mi vengono in mente ascoltandoti; mi dici cosa significano per te?

Passione:

Potrei darti una definizione bellissima di passione e ciè una bella donna che invecchia da sola. La passione è uno stato molto bello da vivere, però ha una vita relativamente breve, nascendo, crescendo e poi purtroppo anche morendo. Non parlo solo di quella fisica, per una persona, di sesso, ma parlo proprio di passione in generale. Essa diventa altro col tempo e dobbiamo sapere accettare il cambiamento. La passione come una bella donna invecchia e noi dobbiamo solo capire che invecchiare non è una cosa negativa; si perdono alcune cose, se ne guadagnano altre.

Rabbia:

La rabbia mi appartiene da sempre. E’ dentro di me. Però è grazie a questa rabbia latente che ho iniziato a scrivere, lei mi ha portato ad averne l’esigenza. Anche la rabbia non ha solo connotati negativi. Se la sai indirizzare può darti del buono. Pensa ad un boxer ed al pugno che sferra in cui convoglia tutta la sua rabbia. Io la metto nella scrittura.

Invidia:

L’invidia fa schifo. L’invidia è tristezza.

Però nell’attuale singolo “Tornerai da me”, canti di desiderare occhi che ti invidiano, che invidiano la tua storia d’amore…

Quella è più una versione di invidia applicata alla gelosia. Quando stai bene con una persona credo che a tutti capiti desiderare di essere l’unico che può averla, che tutti la guardino, ci guardino, ma tanto è solo mia, la capisco solo io.

Torniamo alle parole con…
Mamma:

Come dico nella canzone “Colpa mia” io ho gli occhi di mia madre. Posso essere dove voglio, con chi voglio, ma se mi guardo in uno specchio e vedo i miei occhi, vedo anche lei.Vedo lei pur notando che i miei di occhi si sono imbastarditi nel tempo, i suoi invece no

E chiudiamo con Vita:

La vita è tutto e la cosa importante è ricordarsi di vivere. Bisogna vivere, onorarla, perchè è il bene più prezioso che abbiamo, anche quando non ce ne accorgiamo.

Toglimi una curiosità ma è vero che, come canti in “Non ho fatto l’università” , con un “vaffa” si ottiene più che con la premura?

E’ una canzone ironica, dove mi sento molto leggero, libero, estivo ( dice ridendo di gusto ). Comunque certo! Capita anche questo. Però c’è una frase nel pezzo che mi piace molto e che dice: “Noi siamo i nuovi decadenti con poesie nei server“. E’ la verità.

Hai pubblicato il tuo primo disco, poi Sanremo, il CocaCola Summer Festival… quanta emozione?

Tanta, anche se in realtà non mi sono adagiato in nessuna di queste esperienze da te citate. Io non mi fermo mai già di mio. Guardo sempre oltre, sperando di poter sempre guardare ancora oltre.

Eppure tra qualche ora si apre un sipario importante, così come già avvenuto a Sanremo. Qual è l’ultimo pensiero che ti è passato per la mente quale è stato?

Non è stato un pensiero, ma proprio un’affermazione. Mi sono girato verso una delle persone dello staff, e gli ho detto: “io devo proprio calcarlo questo palco, non vedo l’ora”!

Lo penserai anche stasera?

Farò di più! Lo dirò di nuovo.