14 Settembre 2021
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14 Settembre 2021

Intervista a Erica Mou: “Nature è un suono nuovo ma è anche tutto ciò che sono stata nei precedenti dischi”

Il disco è uscito il 10 settembre per Maremadre con distribuzione ADA Music Italy

Erica Mou Nature
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Erica Mou Nature è il titolo del nuovo album della cantautrice uscito lo scorso 10 settembre per Maremadre/ADA Music Italy. Oggi intervistiamo la cantautrice per approfondire questo suo sesto disco.

Il progetto, arrivato a distanza di quattro anni dal precedente Bandiera sulla Luna”. Nel mezzo moltissime esperienze: la pubblicazione del suo primo romanzo Nel mare c’è la sete (Fandango Editore, 2020) con cui ha vinto il Premio Lettori al Festival Lugnano, il debutto a teatro con Un’ultima cosa e la conduzione di 1MNext 2021, il contest del Primo Maggio Roma.

In oltre dieci anni di carriera Erica Mou ha all’attivo cinque album, una partecipazione al Festival di Sanremo nel 2012 ( secondo posto della sezione Giovani, vincitrice del premio della critica Mia Martini e di quello della Sala Stampa Radio Tv) e centinaia di concerti in tutta Europa.

Nel nuovo album, Nature, Erica Mou approda a nuove sfumature di scrittura, in cui, alternando anche l’uso delle lingue, dall’italiano all’inglese, passando per il dialetto della sua terra, associa in ogni brano elementi e processi della natura ad emozioni e comportamenti degli uomini e delle donne.

Un disco prodotto dalla stessa Erica insieme al polistrumentista britannico MaJiKer e realizzato tra la Puglia, Tolosa, Milano e Londra.

Erica Mou Nature copertina

Il primo estratto dall’album è Lo zaino sul treno di cui potete vedere il videoclip qui a seguire.

Intervista a Erica Mou nature

“NEINDE è la tua prima prova da autrice dialettale: perché questa scelta in una tracklist che guarda anche “al di fuori” proponendo brani in inglese e francese? Hai mai pensato di realizzare un disco completamente in dialetto ?



Penso che guardarsi dentro sia fondamentale per guardare poi fuori. Il dialetto del mio paese (Bisceglie, in Puglia) è la lingua delle mie radici, e mi è sembrata la più adatta per affrontare un tema così sotterraneo come quello di Neinde.

La storia di una donna che al proprio funerale ha ancora qualcosa da dire: avvertire i presenti di non sottovalutare mai la vita. È un brano che ho composto per lo spettacolo di Concita De GregorioUn’ultima cosa” e sì, mi piacerebbe molto scrivere di più in questa lingua, mi aiuta anche a scoprire nuove sfumature della mia voce.

Nature è il primo album dopo l’esperienza del romanzo: è cambiato in qualche modo il tuo approccio alla scrittura musicale?



Forse sì. Il disco e il romanzo sono frutti dello stesso periodo, hanno molte corrispondenze tra loro. Scrivere un libro mi ha insegnato ad essere più paziente e ad aprire di più lo sguardo sul mondo. Senza quella esperienza, Nature sarebbe stato sicuramente diverso.

Quale filo lega “sono una donna non sono una santa” a questo album?

Nature è un titolo che parla di pluralità (in italiano), di natura (in inglese), di semplicità (in francese) e di sessualità (nel mio dialetto). È a quest’ultimo filo, che attraversa anche altre canzoni dell’album come Animals, che appartiene la cover che ho scelto.

Credo che cinquant’anni fa Sono una donna non sono una santa abbia saputo restituire un’immagine di una donna nuova per l’epoca: umana, fatta di pensieri ma anche di carne.

In cinema (ti) chiedi se i figli delle prossime generazioni conosceranno ancora questo posto, luogo che per te è stato aggregazione ed emozione. Se i cinema non dovessero sopravvivere a questi anni, quale sarebbe il posto che lo rimpiazzerebbe

Io?

Spero con tutto il cuore, da fruitrice, che i cinema resistano. Per proiezioni di film mentali, invece, vi aspettiamo sempre ai concerti!

In tutti i brani ci sono riferimenti alla Natura ed i suoi elementi. Qual è quello che più rispecchia la tua di Natura ?



Mi ha sempre fatto impazzire l’idea che alcune montagne, come le Dolomiti, un tempo siano state fondali marini. Così mi sento, una montagna fatta di mare, in un lento e costante innalzamento, con la possibilità di poter sempre, insospettabilmente, cambiare.

Musicalmente c’è un distacco rispetto ai tuoi lavori precedenti, più acustici ed essenziali. È una scelta per essere più “commerciale” ?



Credo che gli ascoltatori che mi seguono da più tempo potranno ritrovare in questo disco l’eco dei miei album precedenti, come in un flusso senza strappi. Da È certe scelte di arrangiamento e l’utilizzo delle voci, da Contro le onde alcuni elementi elettronici, da Tienimi il posto una scrittura intima, da Bandiera sulla luna un certo tipo di leggerezza, da Bacio ancora le ferite l’istinto.

Nature è un suono nuovo ma è anche tutto ciò che sono stata.

 

Intervista a cura di Simone Caprioli
Foto di Luca Bellumore