12 Febbraio 2019
di Direttore Editoriale
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12 Febbraio 2019

Giornalisti contro il Volo – Quando una sala stampa diventa il bar sotto casa…

Riflessioni dopo la visione di video dalla sala stampa del Festival di Sanremo 2019 in cui alcuni giornalisti insultavano Il Volo

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Mentre tutti, dalle televisioni ai giornali, continuano a parlare di Ultimo, del suo sfogo eccessivo in sala stampa (noi ne abbiamo scritto qui) c’è una questione che  che rischia di passare inosservata… la mancanza di professionalità, al limite del bullismo, di una parte (piccola, va detto) della sala stampa, giornalisti o blogger che siano, nei confronti de Il Volo.

Riassumiamo prima i fatti per che se li fosse persi…

GLI INSULTI AL VOLO DALLA SALA STAMPA

Succede che sul web iniziano a girare due filmati ripresi dalla sala stampa di Sanremo. Il primo è stato reso noto ed è diventato virale da Francesco Facchinetti che, indignato, per primo ha denunciato l’accaduto pubblicamente su Twitter.

In questo filmato che potete vedere qui a seguire, nel momento in cui viene annunciato il terzo posto de Il Volo si sentono diversi giornalisti esultare e qualcuno urlare “merde… fate schifo“.

Esiste come dicevamo un secondo filmato che non pubblicheremo, ma che ha fatto il giro dei social, in cui, uno dei nomi tra i più celebri del giornalismo italiano su carta stampata, spalleggiato da nomi altrettanto celebri e spesso ospiti dei salotti televisivi, Amici di Maria De Filippi in primis, organizza un bel momento collettivo in stile ultras attendo che Il Volo attacchi con l’incipit del ritornello del brano per urlare “In galera“.

Ci troviamo di fronte a del bullismo come ha scritto qualcuno in rete? Forse è più corretto quello che ha affermato Francesco Facchinetti in alcune instagram stories citando i fumetti di Spider-Man, ovvero che “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità“. Nel dubbio quel che è certo è che ci troviamo di sicuro di fronte ad un esempio di cattivo gusto.

Per carità qui nessuno è santo, i commenti da bar li facciamo tutti, al di là del nostro ruolo e della nostra importanza. Ma ci viene insegnato fin da piccoli che c’è modo e modo e sopratutto, che un commento del caxxo lo puoi fare a casa tua sul divano con gli amici, non nella sala stampa della più importante manifestazione musicale italiana.

Io per esempio sono uno che ne fa di battute critiche verso ciò che non gli piace, ma una battuta passa da sfottò divertente a uscita di pessimo gusto, assumendo connotati e un’importanza diversa soprattutto a seconda di dove e come viene espressa.

Il tutto diventa ancora più grottesco se messo a paragone con l’ipocrisia di certi critici/giornalisti/blogger che, quando compaiono in televisione, sembra piacergli quasi tutto. Potere della televisione, della popolarità che regala e, in alcuni casi, dei cachet.

Eppure nella mia breve attività di “Non giornalista”, perché non lo sono e lo ribadisco sempre, per correttezza, ho imparato che agli artisti puoi muovere anche critiche, alcuni le accetteranno, altri magari no. Ma una critica espressa guardandoli negli occhi è sicuramente un atto di coraggio.

Vi faccio un esempio concreto che mi riguarda. Ad ogni esibizione quest’anno di Loredana Berté a Sanremo il mio commento sul sito e nelle mie pagine social è stato positivo su tutto tranne che sul testo che ho trovato decisamente debole e un po’ troppo didascalico rispetto alla potenza del brano e della sua interprete.

A Sanremo ho incontrato Piero Romitelli, co-autore del testo, che col sorriso mi ha detto “mi hai massacrato per il testo…” ed io ho risposto letteralmente (e a mia volta con il sorriso) “Se non mi piace non mi piace che ti devo dire, lo trovo veramente a tratti insipido, poco incisivo…” . La risposta di Piero è stata: “Ti apprezzo per questo, dici le cose che pensi senza nasconderti…”.

La critica non deve diventare mai una vendetta verso l’artista per un qualsiasi motivo, ne un accanimento becero semplicemente perché quell’artista non ci piace musicalmente o perché umanamente non ci sta simpatico.

Se un artista si comporta male nei nostri confronti o non rispetta il nostro lavoro si può semplicemente smettere di parlarne. L’indifferenza è sicuramente più nobile dell’insulto.

Quando qualche anno fa Benji & Fede hanno reagito ad un mio spoiler in un modo che, a mio avviso, è stato poco rispettoso nei confronti del lavoro del mio sito (vedi qui), semplicemente ho deciso di smettere di scrivere di loro.

Nessun articolo che riguarda il loro lavoro è più apparso su All Music Italia. Loro campano bene ugualmente, io altrettanto. Magari un giorno ci chiariremo, magari no…

Tutto questo per dire che sicuramente una sala stampa di quel calibro non è il luogo adatto per i commenti da ultras.

In questi giorni stiamo riflettendo tutti sulla maleducazione, frutto di un momento di rabbia, di un ragazzo di 23 anni, Ultimo. Forse dovremmo riflettere un po’ anche sulla nostra.

LA RISPOSTA DE IL VOLO

In ogni caso leggo che Il Volo prenderà provvedimenti al riguardo come da dichiarazione che seguono:

Alcuni giornalisti (ed è bene dire che solo alcuni) ci hanno pesantemente insultato. Hanno usato parole come ‘merde’, ‘vaffanculo’, ‘in galera’. Le consideriamo una vera e propria forma di bullismo, di sfottò da stadio.

Queste persone non hanno portato gloria all’ordine che rappresentano. Il loro atteggiamento è stato un insulto, prima che a noi, a tutti i colleghi giornalisti che svolgono il proprio lavoro in maniera seria e professionale’.

In 10 anni abbiamo avuto molte critiche sulla nostra musica, sul genere che cantiamo, accuse di essere arroganti, spocchiosi, bimbiminchia….

Non abbiamo mai proferito parola o dato importanza a tutto ciò anche perché fortunatamente abbiamo sostenitori che ci supportano quotidianamente perché amano quello che facciamo. Ma quando vediamo dei video che testimoniano la cattiveria e la poca umanità da parte di persone che potrebbero essere nostri genitori (molti anche nostri nonni) ci dà molto fastidio perché ogni artista deve avere il proprio spazio di espressione musicale.”

Insomma, serve un bel esame di coscienza collettivo per ricordarci che, nel rispetto del lavoro altrui, bisogna sempre esprimere la propria opinione in modo rispettoso e dignitoso.