1 Giugno 2025
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1 Giugno 2025

I Presidenti delle case discografiche italiane raccontano la discografia a Sky TG24 in “Il mestiere del successo”

Cinque dirigenti raccontano la realtà dell’industria musicale italiana.

I dirigenti delle principali case discografiche italiane nello speciale Il mestiere del successo di Sky TG24
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Come funziona davvero il lavoro nelle case discografiche italiane? Chi sceglie un artista, chi decide di investirci e perché? A queste domande prova a rispondere lo speciale Il mestiere del successo – Case discografiche, in onda domenica 1° giugno alle 21.00 su Sky TG24 (e disponibile on demand), con la conduzione di Federica Pirchio.

Un approfondimento che porta il pubblico dietro le quinte dell’industria musicale italiana, per scoprire come si muovono i vertici delle principali realtà del settore: Pico Cibelli (Presidente e CEO Warner Music Italy), Dario Giovannini (Direttore Generale Carosello Records), Alessandro Massara (Presidente e CEO Universal Music Italia), Andrea Rosi (Presidente e CEO Sony Music Italy) e Filippo Sugar (Presidente e CEO Sugar).

Dal lavoro di scouting al rapporto con gli artisti, dalle scommesse sul talento alle sfide dello streaming e alla mancanze di una donna presidente, lo speciale offre uno sguardo concreto e senza filtri sul cambiamento in atto nel mondo discografico. Tra riflessioni, aneddoti e visioni del futuro, emerge un racconto autentico di chi ogni giorno lavora per costruire il successo musicale in Italia.

LE case discografiche italiane si raccontano a Sky

Pico Cibelli – Warner Music Italy

Il mestiere del discografico? “Molto semplice”, secondo Pico Cibelli, ma profondamente cambiato: «Prima vendevamo un oggetto, ora cerchiamo di spingere l’ascolto continuo di una canzone». Un cambiamento epocale che, a detta del presidente Warner, ha rivoluzionato tutto.

«Lavorare con gli artisti è un privilegio. Alcuni vanno guidati, altri sono illuminati. Ma per loro una canzone è come un figlio, e non hanno l’obiettività necessaria per scegliere un singolo». Oggi, afferma, c’è una ricerca quasi compulsiva della hit: «Quando chiedono a un artista a quale successo sia più legato, risponde: il prossimo».

Cibelli rigetta l’idea di una discografia come “sistema malvagio”: «È un’industria costruita sulla passione». E tra le sue passioni, racconta, ci sono i rapper: «I nuovi cantautori». A colpirlo è il timbro, la cifra unica di un artista.

Filippo Sugar – Sugar

«Siamo un’azienda fondata sugli inizi», racconta Filippo Sugar. Una visione artigianale, che arriva da lontano: «Mio nonno girava l’Europa come impresario negli anni ’30. Iniziò a distribuire spartiti nella Galleria del Corso. Siamo lì ancora oggi».

Sugar punta sull’identità e sull’originalità, anche a costo di percorsi lunghi: «Lucio Corsi ci ha messo quattro album per arrivare al pubblico. Ma bisogna saper aspettare». Una visione che si traduce anche in scelte interne: «Abbiamo più donne che uomini in azienda e un forte ricambio generazionale».

Alessandro Massara – Universal Music Italia

«Non esiste una data precisa per la nascita di Universal», spiega Alessandro Massara. «È un conglomerato nato da fusioni e acquisizioni». Una realtà multinazionale, che in Italia produce artisti locali e promuove quelli internazionali.

«I numeri oggi sono importanti, ma l’intuito lo ha solo l’essere umano», precisa. E aggiunge: «Le carriere non sono più brevi, è una percezione. Sfera Ebbasta ha già superato i dieci anni». Il messaggio? «Serve talento, dedizione e tanto lavoro. L’illusione della hit e via è solo questo: un’illusione».

Massara lancia anche un monito sull’intelligenza artificiale: «Va regolamentata. Dobbiamo tutelare opere e artisti».

Dario Giovannini – Carosello Records

Dario Giovannini ripercorre le origini storiche di Carosello Records, fondata dopo che 1960 Edizioni Curci riscosse successo mondiale di Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno. Il suo approccio alla discografia? Paziente e ragionato: «La carriera di un artista non è una gara da 100 metri, ma una maratona».

La prima firma della sua carriera fu Emis Killa, poi Coez: «Scelgo quando una canzone mi emoziona». Oggi sostiene gli artisti in ogni fase, anche introducendo novità nei contratti: «Inseriamo fondi per educazione canora e anche per supporto psicologico. A 18 anni, passare da zero a cento può essere destabilizzante».

«Ai ragazzi che fanno musica nella loro cameretta consiglio di affidarsi a professionisti. I problemi crescono con il successo e bisogna avere gli strumenti per affrontarli».

Andrea Rosi – Sony Music Italy

Andrea Rosi racconta un’identità doppia per Sony Music: cultura musicale italiana (grazie all’eredità RCA) e star internazionali. Ma anche un ritorno al processo creativo: «Ho voluto riportarlo in azienda con studi di registrazione interni».

Secondo Rosi, oggi il campo da gioco non è più il negozio, ma il tempo delle persone: «Dobbiamo guadagnarci quell’attenzione, unendo creatività e promozione. Ai concerti osservo il pubblico: mi interessa capire cosa li porta lì, cosa li muove».

«Io cerco originalità, qualcosa che racconti una storia diversa. Non rincorro per forza la hit estiva, con tutto il rispetto per i tormentoni».

Donne nella discografia: a che punto siamo?

I dirigenti si confrontano anche sulla presenza femminile nelle aziende. Pico Cibelli sottolinea il ruolo centrale delle donne in Warner: «Senza alcune figure femminili, l’azienda non andrebbe avanti». Filippo Sugar cita l’esempio di sua madre, Caterina Caselli, «una donna e artista dalla sensibilità accentuata». Massara sostiene che «la sensibilità femminile è fondamentale, altrimenti perdiamo il 50% dell’audience».

Giovannini osserva: «In Carosello siamo a maggioranza femminile, ma nel mondo discografico c’è ancora un ghetto tra uomini e donne. Non ne capisco il motivo». Rosi conclude: «È una questione culturale ormai superata. In Sony abbiamo più dipendenti donne che uomini».

Case discografiche italiane i presidenti in bilico tra rap e rock

Un momento più leggero chiude lo speciale. Alla domanda “che presidente sei?”, ecco le risposte: Pico Cibelli e Dario Giovannini si definiscono “rap”, Filippo Sugar un “boss gentile”, Alessandro Massara “rock” e Andrea Rosi “classic rock”.

Insomma, cercasi presidente pop in Italia. Al di là degli scherzi, lo speciale di Sky TG24 è davvero interessante e, se ve lo siete persi, vi consigliamo di recuperarlo: è già disponibile on demand.