20 Ottobre 2017
di Interviste, Recensioni
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20 Ottobre 2017

DA OGGI IN RADIO… 20 ottobre: le pagelle dei nuovi singoli di MANNARINO, MIKA, TONY MAIELLO, JASELLI e…

Ecco le temutissime pagelle dei nuovi singoli in radio a partire da oggi, 20 ottobre. Mannarino, Tony Maiello, The Kolors e molti altri

nuovi singoli
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Arrivano le pagelle dei nuovi singoli della settimana redatte dal nostro critico Fabio Fiume e per questa volta ospitano anche due star internazionali: Mika e Sananda Maitreya noto anche per il suo passato come Terence Trent D’Arby. I due vengono inseriti d’ufficio in rubrica perché nel caso del primo, si tratta della sigla sel suo prossimo italianissimo show, mentre per il secondo il brano è in duetto con la nostra Luisa Corna. Se la saranno cavata loro come gli altri?

Si ricorda che i voti espressi al termine delle minirecensioni non mettono in relazione gli artisti tra loro. Essi sono attribuiti in base alla valenza, a parere di Fabio, del brano che propongono all’interno della loro carriera.
Si tratta oltretutto dell’opinione del solo Fabio e non di tutta la redazione di All Music Italia.

LE PAGELLE

Aprés La Classe – La gelosia

Ambientazioni che sono diventate molto popolari negli ultimi anni soprattutto grazie a Giuliano Palma, trovano qui il colore del sole, nonostante il testo non sia propriamente positivo. E pure se non sopporti più la tua gelosia, cosa che ti uccide ancora, dubito che detta in questo modo si corra il rischio che la controparte si offenda.
Sei ½

Luca Benevelli – Sei unica

Adolescenziale nel testo, prevedibile nella linea melodica, solita nell’arrangiamento. Non è sicuramente un pezzo che può far decollare una carriera, muovendosi in territori ampiamente battuti e senza alcuna prerogativa che lo distingua dal resto.
Quattro

Martino Corti – Dal tuo papà

Se sei da poco tempo padre ti puoi ritrovare in questa sensibile canzone che dice cose semplici, che tutti vivono e che pure spesso si fa fatica ad ammettere, compresa quella improvvisa voglia di sorridere al mondo, la paura che ogni passo che fai svegli il pupo, manco fossi un gigante, o trovarsi a parlare di Babbo Natale a Giugno. Canzone di cuore, canzone per tutti.
Sette

Greta Doveri – Aria

Bambina prodigio di Io Canto, ma appassionata musicista già dall’infanzia Greta si produce in un brano pop, dalle aperture dance, abbastanza solito però nelle scelte strumentali che pur portano ad un brano gradevole nell’insieme, con un inciso memorizzabile che aiuta una voce non particolarmente riconoscibile.
Sei

Elio e Le Storie Tese – Licantropo vegano

Sweet Home Alabama trova un’ennesima vita nuova tra gli strumenti dei signori musicisti degli Eli, che annunciano per l’ennesima volta pure loro di sciogliersi. Forse è vero stavolta e non può che dispiacere. Simpatica e radiofonica, ma come sempre per gli Eli hai bisogno di guardarli; è li che prendon punti.
Sei

Humana – Karma

Teen rock che inizialmente mi faceva chiedere perché la maggior parte delle frasi delle strofe non fossero chiuse in rima, ma poi quando nell’inciso si è ripristinato il gioco mi son detto che era meglio prima. Anzi non è meglio nulla, nemmeno la voce acerba di chi canta nella sua stanzetta. Si salvano solo i sottofondi elettronici.
Tre

Jack Jaselli – In fondo alla notte

Se hai groove inside e modo di porlo e porti puoi davvero fare qualsiasi cosa. Jaselli queste cose le ha ed il debutto in italiano non scalfisce nemmeno di una virgola le sue doti. Funziona tutto, dall’arrangiamento al risultato intimo del suo graffiato, lieve mai esasperato, dalle strofe tenute basse e piene all’inciso corale. Il matto sarai pure tu Jasè, ma se è così meglio fare giri in ospedali psichiatrici che star fuori liberi.
Sette ½

La Scelta – Transoceanica

Mi stupisce che gli ottimi La Scelta ancora abbiano difficoltà ad affermarsi oltre lo zoccolo duro del loro pubblico che comunque li tiene in vita da oltre 10 anni. Approcciano a qualsiasi stile con una qualità non comune ed anche qui, dove rinunciano a suoni di provenienza di altrui culture, per una canzone più pop che pure poi nel finale da la sua zampata originale nei suoni, ne escono con la quadrata perfetta del cerchio.
Sette ½

Lemandorle – San Junipero

Si cercano le atmosfere di Gazebo e di quelle produzioni inizio 80 che mischiavano malinconia e new wave, newromantic e dance. Il risultato è raggiunto ma con il rischio di restare confinati solo in alcuni palcoscenici di club specifici.
Sei

Tony Maiello – L’amore che conosco

Torna alle atmosfere romantiche Tony, qui su base elettronica, qualche accento alla Pezzali, e la base che fa molto Renga ultime cose… che però sono proprio di Tony! Il brano ha una sua funzionalità anche se lima in termini di originalità rispetto alla precedente uscita.
Sei+

Sananda Maitreya & Luisa Corna – It’s been a long time

Sfumature blues ed arrangiamento pieno di tantissime cose, riferimenti provenienti da mondi distanti tra loro che trovano convivenza qui. La Corna è vocalmente una giusta evoluzione della ritirata Des’Ree con cui il D’Arby che fu duettò fornendo le stesse tinte. Nella follia generalmente ben accolta manca però qualcosa che renda il pezzo ricordabile e non un esercizio di stile.
Cinque ½

Mannarino – Vivo

Molto più vicina al cantautorato storico che conosciamo, si contamina poi di quel popolare che l’artista porta sempre con se, come bagaglio da cui sa estrarre la sorpresa. Il coro che sa di calore latino qui ad esempio arriva proprio sorprendendoti, come i fiati. La piazza non può non ballare.
Sette+

Mika – It’s my house

Mika mette sempre allegria nei suoi pezzi. Li concepisce quasi sempre come una festa che t’immagini solo sentendoli già anche davanti agli occhi. A volte però il confine tra una bella canzone e l’intermezzo di un varietà è molto sottile. Questa serve effettivamente per il suo varietà. Non male però…
Sei

Giovanni Nuti & Renzo Arbore – Il mio amore ha 4 gatti

Gli scritti resi musica di Alda Merini musicati da Nuti, qui con l’intervento del maestro Arbore, trovano il loro faro di luce grazie all’uscita del cofanetto che li contiene tutti. Possibile sentire anche la voce della grande Alda. Certo l’arrangiamento è a metà tra il cabaret, le feste di piazza, gli aristogatti, e gli sberleffi jazz d’altritempi, per cui al di là di una piacevolezza effettiva d’ascolto ed i sorrisi che incentiva, la valenza radio resta prossima allo zero. Ma non è comunque a quel mondo li destinata.
Senza Voto

Andrea Paone – Me lo ha chiesto io

Ma dovrebbe essere carina la frase del testo? Sinceramente anche se si parla chiaramente del proprio io, posta così è soltanto una sgrammaticatura imperdonabile se si pensa che inserire una semplice elle apostrofo non avrebbe modificato la metrica ed eliminato l’errore, che rende gravemente insufficiente una canzone che già di suo non fa certo la differenza.
Quattro

Gabry Ponte & Sergio Sylvestre – In the town

Funziona molto Sergione in queste operazioni dance, anche se somiglia tantissimo a Steve Edwards, che cantava per Bob Sinclar. L’intenzione forse è quella ma parlando di oltre 10 anni fa, va pure bene rispolverarla. Per una volta inoltre Ponte non è tronfio nell’arrangiamento, ma più dedito alla forma canzone e meno al “saltiamo senza cognizione di causa”.
Sette

Martha Rossi – Distante

Segnalata nella scorsa corsa verso Sanremo giovani, la Rossi solo adesso esce con questo brano che è una ballad classicissima, che non può lasciare indifferente chi il Festival lo guarda sperando nel bel canto e la canzone melodicamente trascinante. Però adesso il Festival non c’è e forse riuscire a ritagliarsi spazi con una proposta simile può essere abbastanza complicato. Nel suo però il brano funziona tremendamente.
Sette

Scandaletti – Magnetico

Rivive il vinile con questa idea musicale che ricorda nei passaggi dell’inciso la scrittura ed il mondo di Max Gazzè. Stranamente però è proprio l’inciso il momento più debole del pezzo, che ha invece strofe ipnotiche… magnetiche come titolo docet. Del resto Scandaletti ha già scritto per tanti e non è un improvvisato.
Sei +

Era Serenase & Albe Ok – Veleno

Bit 80, cantato posto in maniera corale con arrangiamento alla Caro Emerald e parti hip hop stilizzate che si muovono agevoli sul bit scelto. Non si regalano miracoli di stile, ma un pezzo carinamente ascoltabile che racconta le nevrosi di generazione, che pur sai che fanno male, ma da masochista ( ma-so-chi-sta facendo sbagli… ) non riesci ad evitare.
Sei +

The Kolors – Don’t understand

Ballata dal sapore internazionale come è vocazione per la band, che unisce qui strumentazione ed effetti elettronici, pause piano e voce e partenze ritmiche piene su cui la voce si lancia tra sicurezze sporche e falsetti. Interessante l’idea della chitarra finale.
Sette