16 Giugno 2025
di Direttore Editoriale
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16 Giugno 2025

Dove vanno a suonare gli artisti italiani all’estero? Solo Ramazzotti, Bocelli, Zucchero, Pausini e Il Volo sono davvero internazionali

Tra i nuovi solo Damiano David, forte del successo con i Måneskin, proverà il grande salto.

Mappa dei tour 2024–2026 dei cantanti italiani famosi all’estero tra palazzetti e teatri in USA, Europa e America Latina
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Chi sono davvero gli artisti italiani internazionali?

Analizzando i tour tra il 2024 e il 2026, abbiamo valutato quattro parametri principali: numero di continenti toccati, varietà geografica, capienza delle location e attualità discografica. Da questa analisi emergono diverse tipologie di presenza internazionale, più o meno strutturate.

Laura Pausini risulta oggi la figura italiana più solida a livello globale: è l’unica artista pop a combinare un tour mondiale sold out in tre continenti, con arene da 10.000–20.000 posti, una forte presenza discografica, premi internazionali (Golden Globe, nomination Oscar, Grammy), ospitate globali (Person of Year ai Latin Grammy, Eurovision) e collaborazioni con star mondiali (Kylie Minogue, Luis Fonsi, Rauw Alejandro). La sua attività all’estero è continua e trasversale, non legata solo alla nostalgia o alla comunità italiana.

Andrea Bocelli resta l’italiano più conosciuto nel mondo, ma si muove su un percorso diverso: concerti classici in arene prestigiose, repertorio crossover e un pubblico trasversale che include pop, lirica e world music. I suoi numeri restano imponenti, ma non è più legato a un’attività discografica pop contemporanea. La sua forza è la longevità e l’unicità.

Eros Ramazzotti mantiene una presenza importante: il tour Battito Infinito ha coperto 5 continenti, con arene come Accor Arena, Ziggo Dome, Movistar Arena. Tuttavia, rispetto al passato, la spinta mediatica si è ridotta, e la promozione discografica è più focalizzata all’estero che in Italia. Come la Pausini è tra i pochi italiani con una reale fanbase internazionale costruita in decenni.

Zucchero è uno degli artisti italiani con maggiore esperienza internazionale: il suo tour 2024–2025 ha toccato Europa, Nord e Sud America, con date in location prestigiose come il Royal Albert Hall, il Teatro Grand Rex di Buenos Aires e teatri storici negli USA. La sua forza è il repertorio blues-rock contaminato da radici italiane, molto apprezzato nei circuiti culturali internazionali. Sebbene manchi una forte promozione discografica contemporanea, la credibilità acquisita in 40 anni di carriera gli permette di mantenere una fanbase consolidata all’estero.

Il Volo è attivo su tutti i continenti grazie a un pubblico fedele che apprezza il mix di pop e lirica. Nonostante l’assenza di hit radiofoniche, il gruppo riempie arene in Sud America, USA e Europa. La loro forza è la coerenza artistica e un repertorio che piace al pubblico internazionale adulto e affezionato.

Marco Mengoni è in fase di consolidamento in Europa, con club e palazzetti tra 1.500 e 10.000 posti. Dopo l’Eurovision 2023 e i tour nei paesi francofoni e germanici, ha rafforzato l’appeal nel pop europeo. Ha alle spalle un disco recente e una promozione Europea in crescita.

Mahmood è uno degli artisti italiani con più appeal all’estero nella fascia 25–35 anni. Due partecipazioni all’Eurovision, un linguaggio visivo forte, presenza in playlist internazionali e un tour europeo sold out in club da 1.500–3.000 posti. Il progetto è solido, ma ancora in costruzione in termini di numeri assoluti.

Damiano David, con il primo tour solista, mostra un’impostazione globale, toccando quattro continenti e venue prestigiose come il Roundhouse di Londra e il Tokyo Garden Theater. La forza mediatica derivante dai Måneskin è un catalizzatore importante. Saranno i prossimi anni a dire se la sua carriera solista avrà un seguito autonomo e duraturo.

The Kolors e Alfa si muovono tra indie-pop e circuiti digitali, mentre Lazza e Salmo restano radicati nella scena urban, prediligendo club e festival di nicchia. I numeri sono più bassi ma coerenti con i target giovani e social. Per ora la loro internazionalità è più legata al linguaggio estetico e digitale che alla reale presenza sui palchi internazionali.

Tenendo conto dei parametri analizzati all’inizio, possiamo dire che, ad oggi, sono pochi gli artisti italiani realmente internazionali.

Una cosa è certa: da oltre 30 anni il mercato parla chiaro. All’estero non cercano artisti italiani che facciano musica simile a quella che loro già producono — e in cui spesso eccellono. Vogliono la nostra “italianità”, sia nel pop, come nel caso di Laura Pausini o Eros Ramazzotti, sia in generi più specifici come la lirica contaminata di Bocelli o Il Volo.

In altre parole, non basta esportare musica per creare artisti italiani internazionali. Serve un’identità forte, una coerenza artistica e una strategia solida che valorizzi l’italianità come elemento distintivo.

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