27 Giugno 2017
di Interviste, Recensioni
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27 Giugno 2017

A TUTTO POP #20: aneddoti su brani di AMEDEO MINGHI, SYRIA e TOQUINHO

Appuntamento n°20 con la nostra rubrica di aneddoti e approfondimenti sulle canzoni. Oggi si parla di Syria, Amedeo Minghi e Toquinho

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Per l’uscita n° 20 della rubrica A TUTTO POP del nostro critico musicale Fabio Fiume, si parla anche latino, grazie al brano di grande successo, del 1983, che l’artista brasiliano Toquinho trovò nel nostro paese.
Come sempre ricca di aneddotti la rubrica ci trascina poi negli anni 90 con un classico del maestro Amedeo Minghi per poi approdare agli anni 2000 con un pezzo dalla finta apparenza frivola della cantante romana Syria, firmato per lei da Biagio Antonacci. Ma non c’è tempo d’introdurre altro, c’è solo da leggere, ascoltare e riscoprire queste tre canzoni e … Viva la musica Italiana!

Amedeo Minghi – Cantare è d’amore ( 1996 )

Titolo non solo di un album ma anche di un singolo, il primo estratto, che vide il maestro ( come viene chiamato negli ambienti musicali ) Amedeo Minghi tornare al Festival di Sanremo tre anni dopo la sua ultima partecipazione con Notte bella magnifica. E Cantare è d’amore si fece immediatamente apprezzare per la sua ampia melodia, marchio di fabbrica del cantautore, ma anche per un testo firmato da Pasquale Panella in cui l’amore è evocazione, ricordi d’immagini e momenti, illusioni e verità; amore è cantare e cantare è d’amore. In quel del Festival la canzone bissò il nono posto della precedente e già citata partecipazione e subito dopo regalò all’artista il ritorno nella classifica dei singoli più venduti, dove salì fino ad un ragguardevole 10° posto, così come l’album si spinse fino alla top 20, sfornando nel corso del 1996 altri due singoli e conoscendo una pubblicazione spagnola, con traduzioni dello stesso Amedeo e persino una promozione olandese.
Cantare è d’amore fu titolo importante per Minghi anche perché, nel 2012, fu scelto per una trasmissione evento che Rai Uno mandò in onda, in cui il cantautore ebbe occasione di raccontarsi attraverso le sue canzoni con la partecipazione di tanti amici e colleghi tra cui Serena Autieri, con lui padrona di casa, Andrea Bocelli, Enrico Ruggeri, Gino Paoli, Claudio Baglioni, Kekko Silvestre, Massimo Ranieri ed altri ancora. Il programma fu co-firmato anche dalla figlia di Amedeo, Alma Minghi, giornalista, autrice ed oggi anche scrittrice di non trascurabile successo.

La frase: Oppure meglio non cantare, muti se non è d’amore e qualcuno deve farlo e sono io che ti canterò e come in fuga nel tuo cuore andrò…
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Syria – FantasticamenteAmore ( 2001 )

Scritta proprio così, tutt’attaccato, questa FantasticamenteAmore sarà la canzone con cui Cecilia Cipressi, in arte Syria, calcherà per la terza volta delle sue quattro partecipazioni, il palco del Festival di Sanremo. Ed in quel 2001 si trattava di un ritorno dopo ben 4 anni di assenza e due partecipazioni consecutive baciate dal successo della vittoria tra i giovani, nel 1996, e la medaglia di bronzo trai big nel 1997. La partecipazione di quell’anno vedeva la cantante nuovamente griffata Biagio Antonacci dopo il successo estivo di Se t’amo o no ed un disco, Come una goccia d’acqua, in cui non solo il cantautore di Rozzano era intervenuto con dei suoi pezzi e la produzione, ma anche la collega Marina Rei e la doppia firma dell’internazionale Sarah McLachlan poi rivista da Enrico Nascimbeni. Non tutti sanno però che quel Festival per Syria fu importante anche perché lo affrontò con un segreto che aveva deciso di non rivelare alla stampa se non dopo, cioè che aspettava la sua Alice e che quindi l’amore con il produttore PierPaolo Peroni aveva dato un suo bellissimo frutto.

Syria si trovò a quel Sanremo per dare una nuova possibilità al suo album, che aveva raggiunto la top 30 e che viaggiava verso il disco di platino. In realtà avrebbe proprio voluto lanciarlo a Sanremo ma il brano (a tutt’oggi inedito) proposto per l’edizione del 2000, sempre scritto da Biagio, fu bocciato dalla commissione.
FantasticamenteAmore in apparenza è un pezzo facile, dal ritmo dance che pare riportare su atmosfere 70’s la cantante romana, ma in realtà il testo parla di un abbandono, di qualcosa che è stato meraviglioso ma che ha dovuto cedere di fronte a… fino a che dal cielo chiesero di te.

Sulla tematica e sulla partecipazione a quel Sanremo è la stessa Syria che ci racconta…

Non mi andava di raccontare di essere in dolce attesa perché non si parlasse anche di quello, era una cosa mia e già la settimana è bella impegnativa come stress … non era il caso. Inoltre confesso che non ero convinta di quel che portavo e già ero in ansia per quello. Non avevo l’umore giusto per raccontare un testo che, ci tengo a dirlo, non tratta di una storia da me realmente vissuta. Resta però un paradosso volendo, perché avevo comunque una nuova vita dentro di me e ne ero felice e raccontavo invece di una persona che comunque non c’era più, attraverso un testo comunque importante, particolare, che oggi, ad esempio non riproporrei nemmeno più in quella veste dance e in contrasto con le parole. Diciamo che avevo delle idee un po’ confuse. Fu quindi un Sanremo d’ansia perché, col senno di poi si può dire che non ero molto convinta di quel che portavo, più che altro credevo di non essere capita, che la canzone non fosse compresa ed infatti in quel contesto non lo fu“.

La frase: Eri tu che non mi hai mai tolto un sogno né un’idea…
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Toquinho – Acquarello ( 1983 )

Nella realtà lui si chiama Antonio Pecci Filho ed ha origini italiane; ma come tutti i nativi brasiliani, ( i calciatori insegnano ), viene semplificato con un nomignolo che poi diventa la sua reale identità, e per lui è Toquinho. A sceglierlo la madre, che vezzeggiò così il piccolo Antonio dopo aver visto in lui doti artistiche; Toquinho s’inizierà alla musica grazie a Chico Buarque de Hollanda con cui approderà in Italia sul finire degli anni 60, per sfuggire più che altro dalle difficoltà in cui versava il Brasile dopo il colpo di stato. In Italia assieme ad un altro grande della musica brasiliana Vinicius De Moraes iniziò una proficua collaborazione con il grande autore Sergio Bardotti e l’altrettanto grande cantautore Sergio Endrigo, ed a seguire con Ornella Vanoni che lavorò con entrambi. Sono anni questi di apparizioni al fianco di diversi artisti italiani fino però al 1983, quando questa Acquarello gli regala il successo personale. Si tratta del primo singolo estratto dall’album a cui da anche il nome e che oltre che in Italia diventa un successo anche in tutto il Sud America. In quell’album è contenuta anche la versione portoghese di Tutta ‘n’ata storia successo enorme dell’anno prima di Pino Daniele a cui regalerà una finestra di popolarità latinoamericana.
Acquarello, scritta con una delle coppie d’autori più famose degli anni 80 e non solo, Morra & Fabrizio, tuttavia sarà per Toquinho anche al centro di una battaglia legale, rivoltagli dalla moglie di Vinicius che rivendicava come del marito, nel frattempo scomparso, la parte di musica dichiarata dall’artista brasiliano. Dopo un po’ fu riconosciuta tale parte di scrittura, tanto che oggi il brano risulta firmato anche da De Moraes. Acquarello raggiungerà la n° 9 della classifica dei singoli e fu presentata a Sanremo in qualità di superospite internazionale; ancor meglio fece l’album che s’arrampicò fino al n°4. Dopo questi risultati il chitarrista tornò nel suo paese, concentrando lì la carriera e tornando solo sporadicamente in Italia, dove collaborerà al fianco di Paola Turci, Fred Bongusto, Lucio Dalla e Grazia Di Michele.

La frase: Siamo tutti in ballo, siamo sul più bello in acquarello che scolorirà…

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