Lazza ed Emis Killa sono entrati nella Casa Circondariale di Monza per una mattinata che ha poco a che fare con le visite formali e molto con la musica, il confronto e la possibilità di costruire percorsi reali. L’incontro – avvenuto venerdì 14 novembre – rientra nel progetto Free for Music, iniziativa promossa e finanziata da Orangle Records con la supervisione socio-educativa di Paolo Piffer.
Non un concerto, non una comparsata. Ma un momento di lavoro che ha portato gli artisti a sedersi accanto ai detenuti coinvolti nel laboratorio: ascoltare brani, parlare di scrittura, condividere errori, pressioni, dubbi e piccole vittorie di carriera. Con naturalezza e senza formalità, proprio come due colleghi che entrano in studio per cominciare una sessione.
Free for Music, quando un laboratorio diventa un percorso
Nato come appuntamento settimanale dedicato alla scrittura e alla produzione, Free for Music è diventato nel tempo un percorso continuativo. I detenuti trasformano la loro quotidianità – la libertà interrotta, le distanze, le paure e il desiderio di riscatto – in canzoni originali. Un processo creativo che ha richiesto mesi di autorizzazioni, verifiche e coordinamento costante con la direzione del carcere, l’area educativa e la Polizia Penitenziaria.
In un contesto segnato dal sovraffollamento, lo spazio dedicato alla formazione è spesso residuale: secondo il XXI rapporto dell’Associazione Antigone, al 30 aprile 2025 nelle carceri italiane erano presenti 62.445 detenuti, a fronte di poco più di 51 mila posti. Dentro questi numeri, iniziative come Free for Music diventano una rarità preziosa.
Lazza ed Emis Killa: dialogo diretto, senza filtri
Jacopo ed Emiliano – come hanno scelto di presentarsi – si sono seduti al tavolo con i ragazzi, hanno ascoltato i loro brani, analizzato i testi, parlato di metodo e percorso. Hanno condiviso gli errori degli inizi, le pressioni, gli imprevisti, le possibilità perse e quelle colte per un soffio. Un confronto che ha trasformato la mattinata in uno scambio autentico, costruito attorno alla musica e a ciò che può rappresentare per chi un domani dovrà rimettersi in gioco.
“Abbiamo lavorato mesi per rendere possibile questa mattinata – racconta Paolo Piffer – superando passaggi burocratici, autorizzazioni e i limiti inevitabili del contesto. Ma vedere gli occhi dei ragazzi mentre parlavano con i loro idoli ripaga ogni sforzo. Sono certo che lo ricorderanno a lungo“.
Uno degli obiettivi dichiarati del progetto è pubblicare i brani realizzati in laboratorio: non lasciarli chiusi tra le mura, ma trasformarli in tracce disponibili sulle piattaforme digitali. Una scelta che dà valore al lavoro dei partecipanti e permette di creare un dialogo con l’esterno, mostrando il percorso fatto e offrendo competenze spendibili una volta finito il periodo detentivo.
«Free for Music – spiega Christian Cambareri, CEO di Orangle Records – nasce da un’idea semplice: portare competenze reali dove spesso mancano occasioni. Non è un intervento sporadico: è un percorso strutturato che vuole dare continuità al lavoro dei detenuti. La mattinata con Lazza ed Emis Killa conferma che, quando si lavora bene, il carcere può aprirsi a processi formativi utili anche fuori da queste mura“.
Il progetto è stato possibile grazie alla collaborazione della Direzione e dell’area educativa della Casa Circondariale: la Direttrice Buccoliero, la dott.ssa Saccone, gli educatori e la Polizia Penitenziaria. Un’apertura non comune nel panorama italiano e fondamentale per la riuscita dell’iniziativa.
Orangle Records ha già confermato che Free for Music continuerà nei prossimi mesi con nuove attività – alcune delle quali ancora riservate.
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