Carmen Consoli Amuri Luci – Tour 2025 al Teatro Arcimboldi di Milano visto il 7 Novembre.
L’apertura è affidata a Francamente, e in questo contesto è perfetta.
Con la sua chitarra ci regala Fucina, Zagara e l’ultima Telephone Tango. È da sola, ma non si sente la mancanza di nulla: la voce riempie il teatro e ci prepara all’ingresso della Cantantessa. Quando dedica una canzone al popolo palestinese, lo fa con una delicatezza che ti arriva diretta, senza enfasi, ma piena di senso.
Poi entra Carmen, e da lì inizia un viaggio che, in realtà, sono due concerti in uno.
Sono arrivata all’Arcimboldi con una giornata pesante alle spalle, con la paura di non riuscire a lasciarmi andare. E invece mi sono trovata davanti a qualcosa di completamente diverso: un concerto pensato come un percorso d’ascolto, un rito silenzioso, quasi una mostra vivente.
La prima parte è interamente dedicata a Amuri Luci, l’album uscito da poco (di cui abbiamo già qui), e dal vivo si rivela nella sua forma più compiuta.
Carmen non parla mai, non introduce i brani, non cerca complicità col pubblico: ci chiede solo di ascoltare.
Ogni brano è accompagnato da videoproiezioni che amplificano il senso dei testi.
L’immagine pensata per Galateia, con il mare alle sue spalle e i suoni riprodotti dal vivo con tamburo e sassolini (non so se erano davvero sassolini), è una delle cose più evocative che abbia visto negli ultimi tempi.
Dentro questa parte trova spazio anche Parru cu tia, in cui scorrono immagini delle manifestazioni recenti pro Palestina e — forse — immagini di ribellioni di Portella della Ginestra.
Non è un intermezzo politico, ma un gesto coerente: la politica è dentro la musica, nelle parole, nei corpi, non fuori da essi.
Sul palco con lei ci sono Massimo Roccaforte (chitarre), Adriano Murania (violino), Marco Siniscalco (basso), Valentina Ferraiuolo (percussioni), Puccio Panettieri (batteria) e Genìa Cala (cori e fiati): una band essenziale ma perfetta, che accompagna senza invadere.
Poi arriva la seconda parte, e lei torna alla parola, al sorriso, alla complicità col pubblico.
Le luci diventano più calde, l’atmosfera cambia, si entra nei suoi classici e nei primi album.
La tensione contemplativa della prima metà lascia spazio alla leggerezza del racconto, ma senza perdere profondità: Sulla mia pelle, L’ultimo bacio, Parole di burro, In bianco e in nero… fino ad arrivare a una chiusura che profuma di casa.
Perché Carmen ha iniziato e ha finito in siciliano, con Amuri Luci all’inizio e ’A finestra alla fine.
Forse per chiudere un cerchio, per dire che dopo tutti i viaggi, le lingue e i silenzi, si torna sempre lì: alla propria origine, alla propria lingua, al suono che ci ha fatto nascere.
E quando le luci si spengono, resta addosso la sensazione di aver partecipato non solo a un concerto, ma a un racconto che si è compiuto davanti a noi, lentamente, come una marea che sale e poi si ritira.
SCALETTA PRIMA PARTE AMURI LUCI TOUR 2025
- Amuri Luci
- Unni t’ha fattu ’a stati
- La terra di Hamdis
- Mamma tedesca
- 3 oru 3 oru
- Bonsai #3
- Galateia
- Parru cu tia
- Comu veni veni
- Qual sete voi?
- Nimici di l’arma mia
SCALETTA SECONDA PARTE AMURI LUCI TOUR 2025
- Questa notte una lucciola illumina una finestra
- AAA Cercasi
- Carezze sotto l’albero di limone
- Qualcosa di me che non ti aspetti
- Autunno dolciastro
- Imparare dagli alberi a camminare
- Sintonia imperfetta
- La stonato
- Sulla mia pelle
- Bonsai #2
- L’ultimo bacio
- Parole di burro
- In bianco e in nero
- Orfeo
- Amore di plastica
- L’eccezione
- A finestra
Foto in copertina di Andrea Grignani
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