17 Ottobre 2025
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17 Ottobre 2025

Festival di Sanremo 2026, cambiano le regole sull’Eurovision: il vincitore potrebbe non rappresentare l’Italia

La Rai torna a riservarsi la facoltà di designare chi parteciperà all’Eurovision Song Contest

Sanremo 2026 Eurovision, la Rai potrà scegliere un artista diverso dal vincitore
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Dal 2026 non sarà più il vincitore del Festival di Sanremo a rappresentare l’Italia all’Eurovision? Così potrebbe essere leggende il nuovo regolamento della kermesse.

Per la prima volta dal 2015, il Festival di Sanremo cambia le carte in tavola anche sul fronte dell’Eurovision Song Contest. Nel regolamento del 2026, infatti, compare un dettaglio che potrebbe avere conseguenze importanti: non è più scontato che sia il vincitore del Festival a rappresentare l’Italia alla competizione europea. Una modifica apparentemente minima ma che, sul piano discografico e mediatico, apre nuovi scenari.

Sanremo 2026: la novità del regolamento sull’Eurovision

Il regolamento ufficiale del Festival di Sanremo 2026 recita testualmente: “L’Artista Vincitore di Sanremo 2026 (o altro Artista scelto dal Direttore Artistico in accordo con Rai) sarà designato da Rai a rappresentare l’Italia all’edizione 2026 dell’Eurovision Song Contest”.

Una frase che, a differenza di quella del 2025, introduce per la prima volta la possibilità che a calcare il palco dell’Eurovision sia un artista diverso dal vincitore della kermesse ligure.

Negli anni scorsi, la formula era chiara e consolidata: chi trionfava all’Ariston diventava automaticamente il rappresentante italiano. L’unica eccezione riguardava i casi di rinuncia o inammissibilità del brano secondo le regole EBU, come accaduto nel 2016 con Francesca Michielin (subentrata agli Stadio) e nel 2025 con Lucio Corsi, scelto dopo il forfait di Olly.

Dal 2011 a oggi: come è cambiato il rapporto tra Sanremo ed Eurovision

Dopo l’ultima partecipazione del 1997, l’Italia si era ritirata dall’Eurovision Song Contest per oltre un decennio, tornando in gara nel 2011 con Raphael Gualazzi e la sua Madness of Love. In quella fase iniziale, la scelta del rappresentante avveniva internamente: la Rai decideva autonomamente chi mandare in gara, spesso tra i protagonisti del Festival, ma non necessariamente il vincitore. Così nel 2012 toccò a Nina Zilli, nel 2013 a Marco Mengoni, nel 2014 a Emma e nel 2015 a Il Volo.

Proprio con l’arrivo di Carlo Conti alla direzione artistica si consolidò la regola “il vincitore di Sanremo rappresenta l’Italia all’Eurovision”. Da allora, salvo rinunce, ogni anno l’artista trionfatore è volato all’estero: da Francesco Gabbani a Mahmood, dai Måneskin a Marco Mengoni fino, appunto, al caso particolare di Lucio Corsi.

Nel durante l’Eurovision è diventata una manifestazione molto seguita anche in Italia e la vittoria dei Måneskin nel 2021 ha fatto salire ancor di più l’affetto verso questo evento unico nel suo genere.

Perché questa modifica può cambiare gli equilibri

La nuova clausola introduce un margine di discrezionalità che riporta la Rai al centro della scelta. In teoria, il vincitore potrebbe anche non partecipare, se il Direttore Artistico – oggi Carlo Conti – ritenesse più opportuno designare un altro artista in accordo con l’azienda. Le motivazioni possono essere molteplici: strategie televisive, caratteristiche del brano, o semplicemente la volontà di individuare un progetto più adatto al contesto internazionale.

Il passaggio in questione è chiaro: “L’Artista Vincitore di Sanremo 2026 (o altro Artista scelto dal Direttore Artistico in accordo con Rai)”. Un inciso che apre una porta a scenari simili al passato, quando la partecipazione era gestita su base interna e non automatica. E che, di fatto, rende il vincitore di Sanremo “designabile” ma non “obbligatoriamente rappresentante”.

Un ritorno al passato o un segnale di prudenza?

La modifica potrebbe essere letta anche come una scelta di prudenza da parte della Rai, alla luce delle nuove linee guida EBU e delle regole di condotta imposte dal Duty of Care Guidance. Il documento richiede un impegno formale da parte degli artisti e delle etichette, che devono firmare un modulo di accettazione per garantire il rispetto del Code of Conduct e delle direttive del Capo Delegazione. Se l’artista non consegna il modulo nei tempi stabiliti, la Rai potrà designare un altro nome, scorrendo la classifica finale.

In un contesto in cui la manifestazione europea è sempre più complessa e regolamentata, la nuova formulazione permette alla Rai di tutelarsi e, al tempo stesso, di agire con maggiore libertà artistica. Una scelta che, almeno sulla carta, restituisce flessibilità e controllo alla rete pubblica, ma che riapre anche un dibattito: l’Eurovision deve rappresentare la volontà popolare espressa dal Festival o una decisione strategica dell’emittente?

Il chiarimento ufficiale della Rai

Dopo la diffusione della notizia, una nota Rai ha fatto chiarezza sulla clausola aggiunta al regolamento di Sanremo 2026 sotto la voce Eurovision. Nella comunicazione si legge: “Nulla è cambiato, il vincitore del Festival partecipa di diritto all’Eurovision Song Contest. Per comprendere appieno il senso e gli obiettivi dell’articolo del regolamento relativo all’ESC, è necessaria una lettura integrale del testo: infatti, come si legge, solo nel caso in cui l’EBU non ammetta la partecipazione dell’artista vincitore, oppure qualora quest’ultimo non consegni nei tempi previsti il modulo di accettazione, la Rai designerà il rappresentante dell’Italia all’ESC secondo l’ordine della classifica finale del Festival”.

La Rai sostiene quindi che la nuova formulazione non alteri la prassi consolidata: il vincitore resta, salvo eccezioni, il rappresentante dell’Italia. Tuttavia, il testo del regolamento 2026 introduce una novità formale, quella frase “o altro Artista scelto dal Direttore Artistico in accordo con Rai”, che amplia il potere decisionale dell’emittente e del direttore artistico, rendendo la scelta non più automatica ma potenzialmente discrezionale.

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