30 Luglio 2025
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30 Luglio 2025

Giorgia: la pressione psicologica social schiaccia i giovani artisti

Le parole di Giorgia aprono una riflessione urgente sulla salute mentale degli artisti e sulla dipendenza da visibilità

Giorgia parla della pressione psicologica sugli artisti
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Forse io sarei una di quelle che non avrebbero retto, non so se ne sarei uscita viva”.

Con questa frase cruda e autentica, rilasciata durante un’intervista con il Corriere della Sera, Giorgia, una delle voci più intense e amate della musica italiana, ha riaperto un discorso necessario: quanto è sostenibile, oggi, essere un artista?

I cantanti di oggi non si misurano più solo con l’emozione del palco o con l’ansia da prestazione. Hanno un pubblico costante, giorno e notte, fatto di notifiche, commenti, aspettative, numeri. E il giudizio non si ferma mai. Non è più solo il disco, il tour o la performance: è il feed e la storia di Instagram, la risposta su TikTok, il post su X.

Giorgia ha sottolineato quanto i ritmi siano diventati insostenibili e come la pressione psicologica che ne deriva possa davvero “schiacciare”. Non si tratta solo di parole: molti giovani artisti lo stanno dicendo chiaramente.

Angelina Mango, dopo il Festival di Sanremo, ha ammesso la fatica emotiva e fisica vissuta nel sostenere il peso della visibilità. Sangiovanni ha annunciato uno stop proprio per ritrovare il contatto con sé stesso. I Santi Francesi, invece, hanno scelto di “uscire dai social” per rimanere fedeli a ciò che sono:

Abbiamo deciso di uscire dai social, di allontanarci un po’ da questo flusso costante e rumoroso. Non per disinteresse, ma per rispetto verso noi stessi.” (Fonte: Instagram – Santi Francesi)

La gavetta che serve: per fare gli stadi bisogna allenarsi, come nello sport

La cultura della performance istantanea ci ha fatto dimenticare il valore della gavetta. Un tempo gli artisti crescevano sui palchi piccoli, nelle prove, nei silenzi. Proprio come gli atleti, iniziavano con allenamenti semplici per poi arrivare gradualmente alle grandi competizioni. Non si debutta alle Olimpiadi. Non si parte da San Siro.

Oggi invece si brucia ogni tappa. Si pubblica un brano e si pretende di “spaccare”, di fare milioni di stream, di riempire arene. Ma la mente, il cuore, il corpo hanno bisogno di tempo per reggere il successo. Altrimenti si crolla.

la pressione psicologica riguarda tutti noi

La riflessione di Giorgia non riguarda solo i cantanti. Parla anche di noi.

Viviamo dentro un mondo iperconnesso, dove chiunque può riprenderti, giudicarti, esporre un frammento della tua vita. La vicenda dei due noti amanti inquadrati dalla kiss cam al concerto dei Coldplay ne è la prova: nessuno è al sicuro, nessuno è davvero “privato.

Ci illudiamo di governare i social, ma in realtà siamo ingranaggi di un meccanismo che può rivoltarsi contro di noi da un momento all’altro. Una parola sbagliata, una foto rubata, un gesto interpretato male… e la nostra vita può cambiare. Senza preavviso.

Eppure c’è ancora una via d’uscita. Possiamo scegliere. Possiamo spegnere.

Reggere ai ritmi social, alla loro velocità, è un’impresa che può logorare anche le menti più forti. Ma la buona notizia è che non siamo obbligati a restare lì. Non è l’unica realtà possibile. È solo quella che abbiamo iniziato a considerare “normale”. Ma non lo è.

Ritrovare il nostro ritmo: una disconnessione che cura

Disintossicarsi dai social non significa sparire. Significa ritrovare il nostro ritmo. Significa rispettare il nostro sentire. Fermarsi. Respirare. La nostra voce, i nostri valori, il nostro baricentro mentale… non ci hanno mai lasciati. Sono lì, nelle pieghe della nostra anima. Non desiderano i like e le condivisioni.

Aspettano solo che torniamo a sentirli davvero.