20 Ottobre 2015
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20 Ottobre 2015

LA RIVOLUZIONE STA ARRIVANDO – NEGRAMARO – RECENSIONE

La recensione di "La rivoluzione sta arrivando" il nuovo disco dei Negramaro.

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A cinque anni di distanza dall’ultimo lavoro di inediti in studio tornano i Negramaro con La rivoluzione sta arrivando, sesto album del gruppo pubblicato lo scorso 25 settembre per Sugar Music. Dodici inediti (e una ghost track) registrati tra New York, Madrid, Londra, Nashville e la Puglia sotto la supervisione di  Jacquire King, super produttore già al lavoro con artisti internazionali del calibro di Tom Waits e Kings of Leon. Nessun featuring per questa volta a condire il piatto (ricco in sostanza come non mai) se non le gustose anteprime dei due singoli usciti nel corso degli scorsi mesi: Sei tu la mia città e Attenta. A dispetto del titolo in verità non succede quasi niente di nuovo in queste canzoni, ma questo non è assolutamente un male, anzi: la rivoluzione di Sangiorgi e soci è ripartire con poco, dai dettagli preziosi che negli ultimi quindici anni hanno reso celebre ed unico il sound della band salentina; non aspettatevi dunque sconvolgimenti sonori o distorsioni futuristiche: il gruppo ritorna all’essenza e ritrova la sua miglior attitudine pop rock fatta di chitarre galoppanti ed improvvisi squarci di melodie più dolci; il tutto spolverato qua e la da sonorità seventies tanto in voga negli ultimi anni. Sparisce quasi del tutto l’apporto elettronico delle ultime pubblicazioni per lasciare spazio, al contrario, ad un suono più vivido e netto delle tracce (alcune registrate anche in presa diretta) che si svelano da subito in tutto il loro potenziale live, pronte a suonare oramai negli stadi gremiti di fans.

I testi sono più curati del solito, più poetici e si scontrano spesso col tema della morte e della perdita in generale, tanto nei brani più ritmati (Il posto dei santi, Onde) come nelle più facili e tradizionali ballate che segnano prevedibilmente i momenti migliori della raccolta (L’ultimo bacio, Lo sai da qui). Non mancano impennate che ridimensionano  volumi e quanto già detto come l’aggressiva Danza un secondo o Se io ti tengo qui, due prove che sottolineano la maturità compositiva dal gruppo, credibile sempre e su tutti i fronti.
Ma la sorpresa più bella arriva in coda solo piano, voce e fisarmonica nella traccia fantasma L’amore qui non passa, il momento più intimo ed autentico di tutto l’album.

In questo disco c’è tanto che già conosciamo, e la verità è che questa è la notizia migliore perché significa che c’è da mettere in fila l’ennesimo buon disco di musica italiana targato Negramaro, uno tra i pochi gruppi mainstream d’Italia che in questi anni è riuscito a mantenere sempre alto il livello delle sue produzioni, mettendo d’accordo un po’ da tutti e senza cedere mai il passo a logiche puramente commerciali. Quanto alla rivoluzione staremo a vedere, intanto buon ascolto e bravi ragazzi!

MIGLIOR BRANO: Il Posto dei santi
VOTO: 8/10