14 Febbraio 2018
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14 Febbraio 2018

GIOVANNI CACCAMO – ETERNO – RECENSIONE

Il nostro critico musicale continua a recensire gli album di Sanremo 2018 ed oggi tocca a Giovanni Caccamo con un disco che...

Giovanni Caccamo
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Oggi continuiamo a recensire i dischi di Sanremo 2018 e passiamo a Eterno, il nuovo album di Giovanni Caccamo… Un disco che sembra voler piacere a palati più maturi… ma la domande è… ci riesce?

Diciamolo subito e togliamoci il dente: Giovanni Caccamo è uno tra i giovani autori maggiormente dotati di una scrittura intima e sensibile, ma c’è un problema… ovvero quando l’autore lascia il posto all’artista! Già perché il Giovanni artista, cantore delle sue cose, dell’autore riesce a mantenere solo la sensibilità poiché pure l’intimità viene persa da una vocalità sempre al limite della stonatura.

Ne è stata prova l’ultimo Sanremo dove la sua Eterno non è mai stata sana portatrice di due note, che fossero due, corrette una dietro l’altra, diventando a volte un vero e proprio strazio che quasi pregavi finisse prima che gli dei scatenassero sul palco fulmini e saette per folgorarlo all’istante. E’ pur vero, è questo va detto, che il nostro aveva la laringite e che, a differenza della super ospite Laura Pausini, ha chiaramente dovuto portare a casa la gara in qualche modo, ma è sempre vero che già nelle sue precedenti prestazioni, come quando vinse ad esempio le nuove proposte, non è che la precisione sia stato un vanto da esibire nel suo canto.

Certo in quel dell’Ariston non era l’unico a non essere propriamente l’esempio delle belle note, ma purtroppo il suo tipo di proposta, non certo paragonabile alla scanzonatura caciarona de’ Lo Stato Sociale, necessita proprio di una precisione particolare per arrivare con un messaggio preciso che, non a caso, nella serata dei duetti Arisa ha nobilitato. La soluzione quale sarebbe? Prendere due lezioni, soprattutto d’orecchio, oppure scrivere, scrivere, scrivere e lasciare che altri ti cantino.

Eterno, la canzone, poi di suo non è che sia tutto sto capolavoro, sorta di Perdere L’Amore con un testo molto più scontato e sicuramente non così emblematico per racconto. Per quel che riguarda invece Eterno l’album invece è composto da sole otto tracce (più la bonus track Puoi fidarti di me in versione acustica), come i vecchi Lp degli anni 70 ed 80, canzoni tutte giocate partendo dal piano con, qui e lì, qualche spruzzata orchestrale più che di ritmica, come nel caso di Bisogno Di Tutto.

Quanto Ti Ho Desiderato, per altro nell’insieme è un brano ben definito ed ispirato, ha però l’intro musicale di piano che assomiglia in maniera imbarazzante a composizioni di d’alessiana memoria , mentre forse è Il Mio Bene Per Te che avrebbe meritato maggiormente una ribalta come quella del Festival, grazie ad un testo più evocativo ed un gioco orchestrale ancor più particolare, soprattutto nell’inciso.

Il resto è tutto un articolare prevalentemente di piano, voce e poco altro, quasi come se le canzoni fossero nude, concepite e poi incise su disco per arrivare all’ascoltatore così come l’artista le ha concepite, come l’apertura di Puoi Fidarti Di Me e la chiusa di Altrove. Tra queste si differenzia quindi La Sua Figura, cover di Giuni Russo impreziosita da una coralità sacra, ma che chiaramente non ha nemmeno da scendere in paragone con la meravigliosa voce della scomparsa artista.

E’ quindi in conclusione Eterno è un album che non rende Caccamo appetibile per le generazione a cui dovrebbe rivolgersi e al tempo stesso troppo fragile per piacere in maniera specifica a palati più colti e ricercati.

BRANI MIGLIORI: Il Mio Bene Per Te
VOTO: 5

 

TRACKLIST

01. Puoi fidarti di me
02. Eterno
03. Bisogno di tutto
04. Quanto ti ho desiderato
05. Il mio bene per te
06. Se partissimo domani
07. La sua figura
08. Altrove
09. Puoi fidarti di me (acoustic)


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