6 Aprile 2018
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6 Aprile 2018

ZIC al serale di AMICI 17: la storia del cantautore più inquieto della scuola. Dai primi singoli passando per Musicultura e “Capodanno”

Continua il viaggio alla scoperta delle storie discografiche e di vita dei ragazzi del serale di Amici 17. Oggi tocca all'originale Zic

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Continuiamo ad approfondire le storie dei cantanti arrivati fino al serale di Amici 17 e, dopo Biondo ed Emma Muscat, oggi ci occupiamo del cantautore più inquieto della scuola: Zic.

Anche in questo caso siamo andati a scavare nel suo passato per conoscere meglio chi era Zic prima di entrare nella scuola di Maria De Filippi.

ZIC, LA STORIA PRIMA DI AMICI

Il vero nome di Zic è Lorenzo Ciolini. Il nome d’arte lo sceglie ispirandosi ad una delle sue passioni di quando era bambino: un cartone animato che aveva come protagonista un ragazzino asmatico e un po’ sfigato. Riconoscendosi in questo personaggio, ed avendo il nome un bel suono, il gioco è fatto.

Figlio unico di due architetti, nasce a Firenze il 12 giugno 1997 e passa un’adolescenza da bravo ragazzo… “depresso ma bravo” ammette Zic. La musica è la valvola di sfogo per le sue inquietudini insieme alle altre due grandi passioni: il disegno e lo sci. I primi approcci musicali arrivano grazie al padre che lo cresce a pane, Dire Straits e Deep Purple.

Il ragazzo comincia a suonare la chitarra a dieci anni ed è in quel momento che inizia la sua metamorfosi interiore… da ragazzo più basso della classe, deriso dai compagni, a persona con un sogno, quasi una missione, ben chiaro in testa… vivere di musica.
Il suo obbiettivo è così chiaro che Zic non si accontenta ed inizia a suonare anche la chitarra elettrica per poi passare al jazz, al blues arrivando a sperimentare tutti i generi musicali che in qualche modo sente possano farlo crescere artisticamente.

Nel 2014, a diciassette anni, capisce che suonare e cantare canzoni di altri non gli basta più e per questo inizia a comporre le sue prime canzoni. A dargli la spinta in questo senso sono la sua disastrosa vita amorosa e qualche problema di salute. Molto consapevole delle sue doti, il ragazzo capisce che il problema sta nella voce, “troppo timida, simile ad un sibilo” ammette lui. Per questo nel 2016 inizia seriamente a studiare canto. Nel frattempo a San Casciano in Val di Pesa, paese in provincia di Firenze dove vive, si diploma al Liceo Artistico.

Zic

Proprio nel 2016, nel mese di marzo, avviene un incontro molto importante per Zic, quello con il produttore Pio Stefanini.
Tra loro nasce da subito un’ottima intesa, Pio dà al ragazzo la possibilità di esprimersi in musica come vuole, senza filtri o imposizioni.

Grazie a Pio pubblica tre singoli, Tregua, Anelli di fumo e Il Fantasma del Sabato sera. Canzoni che riescono nel difficile panorama musicale italiano a trovare un discreto riscontro radiofonico e sul web.

Nell’autunno del 2017 decide di provare ad entrare nella scuola televisiva più ambita in Italia, Amici di Maria De Filippi. Tra l’altro Zic era uno dei 60 in lizza per la finale dell’edizione attualmente in corso di Musicultura 2018 ma non ha ovviamente potuto presentarsi all’audizione in quanto impegnato nella scuola.

ZIC AD AMICI DI MARIA DE FILIPPI

Il ragazzo si presenta ad Amici sfidando un altro cantautore, Marco Baroni. Con i suoi inediti, Capodanno e Gugol (quest’ultima composta con il doodle di Google dedicato a Oskar Fischinger), riesce a vincere la sfida che viene giudicata da Klaus Bonoldi di Universal Music. Di lui Klaus dirà “in un paio di passaggi Zic mi ha infilzato lo stomaco, riuscendo a farmi emozionare…

Durante il suo soggiorno nella scuola Zic ha la possibilità di pubblicare nella sfida degli inediti il brano Capodanno, brano con un testo forte, coraggioso. La canzone riesce a vincere il confronto su iTunes con i The Jab riuscendo ad arrivare fino alla quarta posizione della classifica del noto store digitale.

Nonostante l’ottimo riscontro del pubblico nei confronti del suo inedito, Zic non riesce proprio a convincere Rudy Zerbi e Carlo Di Francesco che lo considerano un ottimo autore, ma un pessimo cantante e gli consigliano di cedere le sue canzoni ad altri.

I due professori lo vorrebbero fuori, ma a difenderlo interviene Paola Turci che propone una sfida in cui il giovane possa mettere in risalto le sue qualità. La sfida non riesce a far cambiare idea ai due che riescono a metterlo in difficoltà contro alcuni suoi compagni di classe chiedendogli chi altro, secondo lui, non fosse preciso nel cantare. Zic, incalzato da Zerbi, fa i nomi e scoppia la polemica con gli altri allievi, Irama su tutti.

I due avranno poi modo di chiarirsi e confrontarsi anche con una nuova sfida degli inediti in cui Zic canterà un nuovo inedito, Perché sono rimasto solo, perdendo il confronto con Irama.

Zic, nonostante l’opposizione netta di alcuni professori, riesce ad entrare al serale, nella squadra bianca per esser precisi, grazie all’appoggio di Paola Turci e Giusy Ferreri.

Durante la permanenza nella scuola i profili social di Zic, come di tutti i cantanti della scuola, crescono notevolmente. Attualmente conta quasi 7.500 fan su Facebook e oltre 41.000 sul profilo Instagram aperto poco dopo l’ingresso nella scuola.

 

ZIC, I TESTI DELLE CANZONI

CAPODANNO

Era un capodanno come tanti
Amici musica
Tanti sorrisi, ma anche tanti dubbi di ragazzi
feriti da un mondo troppo serio
Ma eravamo tutti insieme e per una sera, contava solo questo
fu li fra quei sorrisi e quelle battute che la conobbi per la prima volta

Era la ragazza di uno di quelli che di lì a poco
sarebbe diventato un mio grande amico
prima di parlare con lei l’ho osservata tanto,
ballava da sola

Giovanni aveva messo Boombastic
e lei non faceva altro che girare su se stessa
con gli occhi chiusi e le braccia in alto

Per almeno mezz’ora siamo stati soli in quella stanza
non credo sia vero ma,
mi è sempre piaciuto pensare che lo stesse facendo per me…

Ma era evidente che tutti e due, avevamo qualcosa da dirci
aveva i capelli corti di un biondo che era finto
indossava un vestito blu notte che le scopriva la schiena
delle calze a rete e un paio di Dottor Martens neri col tacco

Aveva lo sguardo innocente e dolce di una bimba
ma si muoveva come una donna
capii subito di essere innamorato di lei completamente cotto

Fu come incontrare il proprio destino,
e non sapere che dire ma invece inaspettatamente fu lei a parlare
si sedette accanto a me, e mi chiese chi fossi

Io le risposi, visibilmente imbarazzato,
che ero amico di Tommaso arrossii
del resto confesso che il rispetto che nutro per le donne è pari al timore che ho per loro

Poi, piano piano mi sono sciolto…
fra che lei era una gran chiacchierona, ed un paio di canne, abbiamo cominciato a parlare di qualsiasi cosa,
della scuola, di musica, della nostra vita

Ma era evidente che tutti e due avevamo qualcosa da nascondere le serata passava liscia come l’olio,
nonostante le ore se ne andassero come nuvole
in un giorno di vento bastardo

Non riuscivamo a stancarci l’uno dell’altro

A un certo punto mi disse se mi andava di bere un po’ io in quel periodo non bevevo affatto,
ma credo che se quella sera mi avesse chiesto,
di mettermi nudo a quattro zampe
e di leccare il pavimento non ci avrei pensato due volte…
perciò l’ho seguita in cucina

Ci siamo fatti un paio di whisky e cola, forse qualcosa di più,
e fu lì che capii che quando si trattava di bere
poteva battere chiunque

Ma era evidente che tutti e due avevamo qualcuno da tradire me la ricordo seduta sul letto,
sul letto con la schiena appoggiata alla parete

Ero sdraiato la testa sulle gambe, ricordo, potevo sentire il suo odore, mi accarezzava i capelli e mi parlava,
come si parla a un bambino da addormentare

Ma era evidente che tutti e due, avevamo qualcosa da nascondere mi diceva
sei bravo Lore, sei bello, ti voglio bene…
ti voglio bene…
e sopraffatto da un calore e una felicità, che non sapevo esistesse
mi addormentai così e quella rimarrà,
certamente la notte più bella della mia vita


PERCHE´SONO RIMASTO SOLO

Io non ci dovevo mica essere ma sono qui
In collo a due giganti, uno con la barba, e l’altro con i tacchi,
finalmente in piedi alla conquista del giardino
Insieme alle formiche e a una gallina comincia il mio cammino
E poi di colpo arriva lui il grembiule tra le grida che diventano i miei amici
Tra i banchi e i pennarelli colorati che diventano i miei amici
La piscina, le ciabatte e gli occhialini che diventano i miei amici
E quelle che sembravan sigarette che diventavano i miei amici

E perché sono rimasto da solo
E perché sono rimasto da solo
E perché sono rimasto da solo
E perché sono rimasto da solo
E perché sono rimasto da solo
E perché sono rimasto da solo
E perché sono rimasto da solo
E perché sono rimasto da solo

E tutte le promesse pugnalate che diventano i miei amici
E quelli che credevo i miei nemici che diventano i miei amici
Le paure di non essere all’altezza che diventano i miei amici
Con tutte quelle inutili cazzate di una sera dove cresco coi miei amici

E perché sono rimasto da solo
E perché sono rimasto da solo
E perché sono rimasto da solo
E perché sono rimasto da solo
E perché sono rimasto da solo
E perché sono rimasto da solo
E perché sono rimasto da solo
E perché sono rimasto da solo

Il tuo sguardo che si lancia nel vuoto
Farà crescere qualcosa di nuovo
e non avere più paura di niente
È l’intuizione che regala un lavoro
È il mio primo compleanno da uomo
E il richiamo di un amore perduto
Io per te sono rimasto da solo
Ma un abbraccio può salvarci dal vuoto

Io si che lo so, su cosa scommettere
Conosco tutti i trucchi per farla franca e per avere ragione


GUGOL

Mi presento ad ogni festa e ad ogni festa cerco un una come te,
che sappia divertirsi anche quando è sola
e rompere con me le ali di piombo della mia curiosità
per conoscere e rincorrere il giorno nuovo
mi presento ad ogni festa e ad ogni festa cerco un una come te
con lo sguardo nel presente, nel presente perché ,
perché adesso io ci sono, e sono qui per te,
mi si è rotto il finestrino ma ho le gomme nuove

Ma tutto quello che è possibile l’amore lo rende irraggiungibile
Ma tutto quello che è possibile l’amore lo rende irraggiungibile

Per tutta la notte fino all’alba
sono prigioniero di un peluche
che mi strozza poi mi picchia
e non la smette mai
di rileggere tutto quello che mi hai scritto
sulla mia maturità
l’illusione di incontrarti mi fa solo male

Ma tutto quello che è possibile l’amore lo rende irraggiungibile
Ma tutto quello che è possibile l’amore lo rende irraggiungibile

Sono da solo sulla statale
guardo la pioggia che viene giù
mentre mi aggiusto un po’ lo schienale
penso alla pietà della mia età
andata a male
a tutto questo schifo d’amore
a tutto quello che mi hai fatto tu
erano mesi poco maturi
troppi incidenti e fatalità
tu mi guardavi con quella voglia
di sfiorare lì e poi di là non si può dire
per un pochino ho resistito
poi mi hai corrotto in quel 22 febbraio
era una cosa molto amorale
tutto in silenzio e complicità
mi sorridevi e sospiravi
ed io ho perso la capacità di non amare

Al diavolo questo stupido cuore !

Ma tutto quello che è possibile l’amore lo rende irraggiungibile
Ma tutto quello che è possibile l’amore lo rende irraggiungibile, l’amore lo rende irraggiungibile


IL FANTASMA DEL SABATO SERA

Mi mangio una pizza
sul divano in mutande
mentre mi guardo un cartone,
un cartone animato

più animato di me che
mi fa male un ginocchio
non mi fa chiudere occhio no
non mi fa chiudere occhio

sono l’unico sveglio
in questa casa di zombie
dove si aggira nell’ombra
il fantasma del sabato sera

io che non ho viaggiato mai
abbastanza per pentirmi
sarai tu a rapirmi
con gli artigli
del sabato sera
e al volante di una ford
vecchio tipo cabriolet
sarai tu a salvarmi
dagli ingorghi
del sabato sera

è una notte in Italia
e il mio futuro che dorme
ma queste sono le notti
che non muoiono mai
per qualcosa di giusto, non aspettare nessuno
non posso fare di meglio che sparire nel sabato sera

Io che non ho viaggiato mai
abbastanza per pentirmi
sarai tu a rapirmi
con gli artigli
del sabato sera
e al volante di una ford
vecchio tipo cabriolet
sarai tu a salvarmi
dagli ingorghi
del sabato sera
non ci stiamo sbagliando
stiamo solo cercando
stiamo solo arrivando

Io che non ho viaggiato mai
abbastanza per pentirmi
sarai tu a rapirmi
con gli artigli
del sabato sera
e al volante di una ford
vecchio tipo cabriolet
sarai tu a salvarmi
dagli ingorghi
del sabato sera