4 Maggio 2018
di Interviste, Recensioni
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4 Maggio 2018

Da Oggi In Radio 4 maggio… Le Pagelle dei Nuovi Singoli… Thomas, Federica Abbate feat. Marracash, Emma, Kutso e…

Ecco tutte le pagelle dei nuovi singoli in radio da oggi.... tra loro Thomas, Anna Tatangelo, Liberato, Kutso, Emma, Federica Abbate e...

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Quante nuovi singoli questa settimana? Beh, davvero tantissimi. Non per questo il nostro critico Fabio Fiume non li ha ascoltati per voi, anzi! Chi avrà passato indenne il suo giudizio? Scopriamolo assieme con la nostra seguitissima Da Oggi In Radio.

Si ricorda che si tratta delle opinioni del solo Fabio Fiume e non dell’intera redazione di All Music Italia e che i voti espressi al termine delle minirecensioni non mettono in relazione gli artisti tra loro; essi sono attribuiti in base a come il brano ascoltato si pone in base alla carriera di chi lo propone.

Cominciamo…

Federica Abbate & Marracash – Pensare troppo mi fa male

Ispirata e scritta bene, con buona distinzione tra strofa, quasi distaccata, ed inciso che invece è carico, potente. Anche l’intervento di Marracash è indovinato e non appare come la solita americanata che ormai è diventata anche nostra, ovvero che se non hai un passaggio rap nei tuoi pezzi allora sei old! La Abbate cresce.
Sette

Alti & Bassi – Ce l’avevo quasi fatta

La vocal band si propone con questo brano che è sunto dei vari tentativi fatti per emergere nella vita e gli altrettanti fallimenti ad un pelo dal traguardo. Le strofe si pongono a metà tra Ma Quale Idea di Pino D’Angiò e Ti Regalerò Una Rosa di Simone Cristicchi. Poi va chiaramente da altre parti. Più adatta comunque ad apparizioni tv che al mondo radio per cui risulta a dir poco avulsa.
Cinque

Amelie – Dentro una stanza

I Synth la fanno da padrone in questo brano che ha un buon punto di scarto tra le strofe e l’inciso dove si canta Dentro ai miei dischi Lucio Battisti, sospendo il giudizio su ogni mio vizio… Non siamo però difronte ad un’ispirazione 80, ma ad una vera e propria riproposizione. Se devo sentire questo pezzo pur non brutto, ammetto di preferire ripescare Sandra o Kim Wilde.
Sei

Astenia – Sento solo me

Gli Astenia si producono in un brano che ha un buon impatto pop soprattutto grazie a qualche punteggiatura più rock. La voce non ha grandi sfumature per diversificare le intenzioni su giri armonici che si ripetono. Questo è un limite, così come uno sprono a cercarne.
Cinque+

Luca Barbarossa – La dieta

Goduriosa canzone anti dieta che mentre l’ascolti ti fa venir fame anche se hai finito di mangiare da meno di un’ora. Questo Barbarossa popolare ha una sua credibilità forte e soprattutto lo torna a rendere appetibile dopo i fasti persi da più di vent’anni, più per generazioni che cambiano che per demeriti personali.
Sette

Boomdabash & Loredana Bertè – Non ti dico no

Ci voleva la band pugliese per metter nuovamente il reggae tra le corde vocali della Bertè che in Italia è stata tra i primi a portarlo all’attenzione. Singolo molto estivo, di quelli che ti mettono allegria ma che riesci a non bollare come idioti. Loredana protagonista.
Sei ½

Ivana Cecoli – Anima che

Molto fotografica nel testo, che può meritare più di una menzione in situazioni autorali, ma un po’ troppo pesante nell’esecuzione, con lamenti e seconde voci di sottofondo che in alcuni momenti appaiono alquanto inquietanti. Il tutto è troppo cupo.
Quattro

Charlie Charles, Ghali & Sfera Ebbasta – Peace & love

La trap di maggior grido si concentra assieme per questo pezzo che però inneggia al fumo e chiede a mamma di capire. Sicuro il mondo giovane è conquistabile facile da frasi del genere, tra pussy nere o gialle desiderate. I discorsi si ripetono, ma ogni tanto cantare qualcosa che sia un messaggio positivo no? Qui ci si limita al titolo.
Quattro

Acronimo Costanzo – All’ospizio

Non è da tutti dedicare una canzone all’importanza dei nonni. Qui si sceglie l’ironia, talvolta veritiera e cruda, del classico nonnetto che pur di non essere lasciato all’ospizio ricorda di avere un vitalizio. Eppure lo si lascia solo, li perché il posto in vacanza non c’è, lui che voleva solo avere il modo di venire a pescare. Ma il fetente sai che fa? Nella notte se ne va e non ti lascia nulla in eredità. Scrittura felice per ambienti comunque più live che radio.
Sei ½

Eiffel 65 vs Luis Rodriguez – Blue

Si sentiva necessariamente il bisogno di riascoltare questo brano? Sinceramente no, perché talmente iconico di un periodo dance di cui è uno dei pochi costantemente riproposti nelle programmazioni italiane. Rodriguez ci gioca sopra con nuovi suoni, ma nonostante il grande dispiego di idee, il fascino dell’originale resta sempre troppo schiacciante.
Cinque

Effetto Primacy – La bella gente

Ci mette un bel po’, forse troppo, per esplodere questo pezzo, e quando lo fa dura troppo poco, a mio avviso, per pensare di potersi sorbire il ritorno al racconto delle strofe. Peccato, perché se la si fosse concepita con un criterio più pop, avrebbe avuto del geniale.
Cinque

Emma – Mi parli piano

Brano in cui si ritrova la Emma che il pubblico ha imparato ad amare; è quella che canta con passione e pienezza, senza dosare le forze. La ballata è funzionale ed allo stesso tempo preciso racconto dell’incomunicabilità che subentra tra due persone che iniziano ad allontanarsi. Avremmo costruito un palazzo intero e adesso ci divide un muro, canta la nostra.
Sette +

Giò Evan – A piedi nel mondo

Abbiamo perso molti treni ma io il mondo con te me lo farei a piedi, canta Evan in questa ballata confidenziale, che produce sensazioni “jovanottiane” in alcuni passaggi, ma che seppur non disdicevole, manca di quella capacità interpretativa quasi attoriale che ha il più illustre collega. E’ però misurata ed intelligente nel suo cercare di ficcare nella testa dell’ascoltatore l’inciso e le sue ripetizioni. Ci riesce.
Sei

Furia – Campionissimo

Dedicata a Fausto Coppi e questa è bella cosa, omaggio ad un campione importante. Poi però non è che questo garantisca una bella canzone. Qui siamo di fronte ad un pezzo che sarebbe andato bene in gara tra le nuove proposte a Sanremo 1987… ovviamente però eliminato alla prima serata. Obsoleta.
Quattro

Raffaele Giglio – Segreto

Tutto un po’ scontato, sia nel testo che nell’arrangiamento che è un po’ un copia ed incolla di cose già sentite e pure svariate volte negli anni. Più di te, più di te… senza te, senza te il mio amore è un segreto… Siamo proprio a livello di letterina per conquistare la ragazzina… in prima media!
Quattro

Andrea Gioia – Com’è bella questa notte

Chitarra, voce ed accompagnamento ritmico ( che forse avrebbe potuto essere un po’ più carico ) per raccontare un bisogno di sentirsi vicini, per gridare, scappare ed arrivare da te e gioire di come è bella questa notte. Non si grida al miracolo, ma il prodotto è mediamente gradevole e pertanto accettabile.
Sei

I Miei Migliori Complimenti – Inter-Cagliari

Rap melodico condito di esplosione dance mid tempo che sostituisce per importanza l’inciso nell’equilibrio del brano. Curioso il titolo che in realtà è solo la risposta ad una domanda del testo: Tu hai mai rischiato? Una volta, ho messo 2 fisso ad Inter-Cagliari. Pauuuraaa verrebbe da dire.
Sei

J-Ax & Fedez – Italiana

Perché ascolto questo brano e penso a Ghali? Per staccarmi dall’idea deve arrivare il ritornello. Questo nuovo singolo del duo, che farà sicuro proseliti da spiaggia, arriva in realtà un po’ in ritardo, citando il missile di Kim Jong Un che invece nel frattempo fa pace con la Corea del Sud e soprattutto per Ax, un po’ cresciuto per continuare a cantare ste cose qui.
Quattro

Kate Jay – La mia metà

Di origine Ceca Kate arriva in Italia a proporre musica che sembrerebbe vecchia persino per Antonella Arancio ai tempi del suo unico album… e parliamo del 1995. Il tema è l’amore materno ma il problema è avere la voglia di capirlo se non si è esattamente costretti ad ascoltarla tutta la canzone.
Quattro =

Kutso – Che effetto fa

Gli irreverenti Kutso tornano sulle scene dissacrando sui rivoluzionari della prima ora che poi sono finiti a fare la spesa con una moglie sposata in chiesa ed una regolarità una volta rifuggita. Si tratta di corsi e ricorsi storici proposti con una forza d’impatto da far invidia ai tormentoni se qualche network ci crede.
Sette ½

Liberato – Je te voglio bene assaje

Il particolare progetto Liberato si muove tra alti, che sono molto alti, e qualche caduta che è davvero ruzzolo da brividi. Il nuovo brano fa parte di quest’ultima possibilità per vari motivi, come anzitutto avere un’interpretazione troppo vicina ad altre proposte già fatte, non raccontando quindi nulla di nuovo e poi i troppi filtri usati sulla voce, ed il fastidioso effetto stadio a supporto dell’inciso.
Quattro ½

Marsica – Te cerco ancora

Nell’andi e rivieni tra italiano e napoletano, Marsica trova nell’ultima produzione in dialetto la chiusa del cerchio. Funziona la linea melodica del brano, funziona la nostalgia di qualcosa che è stato e che lei ci rende qui precisa, funziona l’arrangiamento minimal che poi diventa ipnotico nella variazione che fa tanto Elisa, funziona la scelta di cantare in dialetto senza svisate neomelodiche, ma in maniera pulita, classica.
Sette ½

Francesca Miccoli – Deja vu

Atmosfera retrò, voce che è profumo più leggero di Nina Zilli, ma che porta in sé un errore fondamentale: il ritmo e la sua battuta non cambiano mai, schiacciando la differenza importante tra strofa ed inciso. E poi la Zilli fortunatamente è viva e lotta assieme a noi.
Cinque =

Rosario Miraggio – Siento siento

Chiaramente appoggiato a soluzioni latino/modaiole che da diversi anni colorano le nostre estati, Miraggio trova con questo nuovo singolo una giusta via di reingresso nell’airplay nazionale. Non è certamente una perla da tramandare ai posteri ma non ha nulla da invidiare alle tante proposte simili che arrivano dall’estero e per cui stendiamo tappeti, anzi, la voce di Rosario è molto più bella e soprattutto lui canta!
Sei ½

Giovanni Mitolo – Sbagli miei

Una canzone concepita per essere suonata con orchestra, ma che è confusa nell’arrangiamento che alterna punti pieni ad altri essenziali e nel testo che al termine dell’ascolto non riesci a capire se sia stato un elogio dei propri sbagli oppure una disamina costruttiva per non ripeterli. Inizierei però dal primo sbaglio: la canzone!
Quattro =

Nitro & Salmo – Chairaggione

Nitro è Bed Sheeran e non lesina, tra le altre cose, polemiche verso altri rapper, quelli che vantano dischi d’oro ma che non arrivano a 100 paganti nei loro live. Lo aiuta qui Salmo che è indubbiamente uno di quelli che maggiormente stanno impressionando con le loro impronte lo stile rap. Troppo breve comunque, tanto da sembrare più un banale dissing verso la qualunque che un singolo da promozionare.
Cinque

No Name Italian Flowour – Finchè c’è musica

Abbiamo preso le distanze sono le prime parole di questo brano, che nel loro caso è testo, nel mio è un consiglio. Brano vecchio sia come concezione che come esposizione, con un arrangiamento bruttino assai, soprattutto per gli archi riprodotti in studio.
Tre

Olivia – Non ho non so

Cambio d’intenzione netto tra strofe e ritornello di questo brano di debutto per la giovane Olivia, che ha strofe che giocano con fare dispettoso su un sound elettronico ed inciso che invece è up tempo melodico e lineare. Si lascia ricordare.
Sei ½

Andrea Pacini – Il mistero del tuo amore

Qualcuno dica ad Andrea che non siamo più nel 1984! Finchè c’è ispirazione la cosa è piacevole ed anche giusta ma quando invece c’è una vera e propria emulazione allora non va bene.
Tre

Alex Polidori – Non lo faccio apposta

L’ex sindaco di Scasazza ( ricordate il bambino con Frassica? ) è ormai un cantautore già in vista da un po’. Qui si propone con un brano sfizioso sulla patologia da ritardo che affligge la metà delle persone, quella che fa a pugni con la metà puntuale. Rispetto ad altre sue produzioni però non va al di là dell’effetto simpatia.
Sei

Tommaso Primo – La leggenda del Superman napoletano

Se Superman fosse napoletano si chiamerebbe Ciro o Gaetano, avrebbe un padre di nome Peppe ed una madre devota a Santa Rita che si occuperebbe di arrangiargli la tuta. Geniale trasposizione in salsa casareccia del supereroe che ce lo rende possibile, il tutto con l’eleganza vocale di Tommaso, il suo vibrato e la sua ispirazione popolare e non popolana.
Sette

Rezophonic & Lacuna Coil – Mayday

Intuizioni vagamente rap che sbattono di petto sul rock. Corpo vocale di pienezza maschia che s’intreccia con acuti di femminie seduzioni. L’accoppiata tra le band funziona ed il risultato potrebbe sorprendere in termini di ritorno radiofonico.
Sette

Samy – Più felice

Un po’ scontata e soprattutto mancante di quell’esplosione che sarebbe stata necessaria. E’ in realtà la voce che non è malvagia ma è troppo pulita per quest’arrangiamento, che avrebbe meritato più grinta e meno passaggi tecnici.
Cinque ½

Federico Scavo – Without you

Prodotto godibile e sostanzialmente diverso dalla dance concepita per andare in radio. Anche qui si canta ma è più un vezzo, un abbellimento, che una reale voglia di rendere questo pezzo da ballare una vera e propria canzone. Da club.
Sette

Anna Tatangelo – Chiedere scusa

Basso sintetizzato 80 per la consapevolezza nuova della Tatangelo, che qui canta dello star bene da sola e della possibilità di poter scegliere se ripartire. Nel complesso il brano non è malvagio eppur non passa alla storia e la carriera di Anna, a questo punto, ne meriterebbe davvero almeno uno. Così è un vivacchiare.
Sei=

Thomas – Non te ne vai mai

Voce corposa e piena di colore anche per questa simil dance indovinata e precisa. L’inciso è un’esplosione di ritmo ispirata ad un modo di cantare che suona molto Usa e che Thomas, nonostante la giovane età, sa sostenere come navigato professionista. Un po’ breve, chiusa affrettatamente.
Sei+

Andrea Viglioglia – Sono solo me stesso

Strofe cantautorali, di racconto, che aprono ad un inciso invece tipicamente pop, con raddoppio vocale a rafforzare. E per esserci non c’è bisogno di mucchi di promesse… o almeno dovrebbe essere così. Messaggio positivo nel complesso.
Sei+