25 Febbraio 2016
di Direttore Editoriale
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25 Febbraio 2016

THE VOICE OF ITALY: semaforo verde per EMIS KILLA, giallo per DOLCENERA e rosso per la musica italiana

Ieri è andata in onda la prima puntata di The Voice of Italy con una giuria tutta nuova. Ecco i promossi e bocciati nell'editoriale di questa settimana

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Si è appena conclusa la prima puntata della nuova edizione di The Voice of Italy con un giuria completamente rinnovata che vede il ritorno di Raffaella Carrà e l’arrivo di Dolcenera, Emis Killa e Max Pezzali.
Ammetto che aspettavo al varco questa prima puntata dello show in quanto il programma al momento (quarta edizione) si è rivelato la “Cenerentola” dei talent italiani sia per per le dinamiche che per quel che riguarda i cantanti venuti alla luce da qui (no, non mettete in mezzo Chiara Dello Iacovo, che come ho già detto si è fatta a Sanremo e con i precedenti concorsi, non a The Voice).

Devo dire che che il mio giudizio non è per nulla negativo dopo questa prima puntata di blind audition.
Sappiamo tutti che il format di The Voice, uguale in tutto il mondo, è molto particolare… decisamente stimolante nella fase alla cieca delle blind, un po’ meno negli step successivi del programma.

Ma partiamo dalla giuria. Quest’anno i quattro coach funzionano, hanno una buona alchimia televisiva e interagiscono tra loro nascondendo un coltello tra i denti dietro a grandi sorrisoni. Le dinamiche nel gruppo si riescono già a intuire, Pezzali e Killa, amici anche nella vita, sono molto in sintonia tra loro, Raffaella gioca a fare la diva (quale in fondo è) senza strafare e nessuno si schiera contro di lei mentre il nemico comune è evidentemente Dolcenera.

Quindi iniziamo proprio con lei. La cantautrice salentina, si sa, ha talento da vendere, è una musicista vera che costruisce interamente le sue canzoni curando in modo maniacale gli arrangiamenti. Artisticamente non le si può certo dire nulla anche se, onestamente, negli ultimi album si è creata una sorta di rottura con l’ascoltatore a causa di testi molto ermetici, criptici e di difficile comprensione ai più… e questa sua particolarità si riflette anche nel programma tv.

Infatti, quando la cantante si alza per cercare di convincere un concorrente ad entrare nel suo team, riesce sempre a strafare, perdendosi in voli pindarici di fronte ad una Raffaella narcolettica e un Killa quasi sfiancato.
Questa è la pecca di Emanuela: voler strafare, voler mettere in mostra a tutti i costi la sua arte e le sue capacità, dettaglio che si è evinto quando, dopo la prima blind, è andata dalla concorrente per dirle nell’orecchio “Scegli me che mi produco tutto da sola..“.
In quest’ottica il programma può essere decisivo per la cantante: riuscirà a smussare i lati più spigolosi del suo carattere e a conquistare il pubblico da casa? La frase con cui ha concluso la puntata (“Chi ha una sensibilità di quel tipo sceglie me…Che vai con Killa e lavori su tre note?“) non lascia presagire nulla di buono.

Max Pezzali e Raffaella Carrà al momento sono rimasti abbastanza nelle retrovie. Sono le due istituzioni, ognuno a modo suo, del programma. Sempre misurati, anche troppo. Persino nel momento di dover convincere il concorrente ad entrare nella propria squadra sono quasi arrendevoli rispetto ai due colleghi… vedremo se tireranno fuori le unghie nelle prossime blind.

Emis Killa era la vera incognita del programma. Il rapper, è noto per chi lo segue, non è uno che le manda a dire… basti leggere la sua pagina Facebook dove spesso esprime il suo pensiero andando anche contro i suoi stessi fan se serve. Eppure è perfetto su quella poltrona proprio per questa sua caratteristica.
Non appare mai artefatto, riesce ad essere sempre schietto e diretto eppure mai offensivo o arrogante. Ha la capacità di rinunciare ad un talento che non sente affine al suo mondo musicale ma, allo stesso tempo, se una voce lo convince riesce a convincere in primis se stesso di poter fare un buon lavoro su quel concorrente. Se notate è anche il più concentrato dei giudici, difficilmente durante l’esibizione guarda i suoi colleghi per non farsi influenzare dal pensiero altrui e, a sorpresa, risulta anche il più empatico con i ragazzi. Quando uno di loro scoppia in lacrime, non riesce a non alzarsi per andare a consolarlo.

Capitolo talenti. Di sicuro è ancora troppo presto per parlarne ma sicuramente per ora non abbiamo assistito a nessuna esibizione da pelle d’oca, vedremo nelle prossime puntate dove, tra l’altro, sono previsti anche degli ex Amici e X Factor (non solo italiano).

Possiamo affermare che c’è già chi esce perdente da questa nuova edizione di The Voice of Italy. La solita bistrattata musica italiana. Come già era avvenuto nella scorsa edizione di X Factor (ne avevamo parlato qui) continua l’abitudine di presentare quasi esclusivamente brani in inglese snobbando la musica nostrana.

Su quindici esibizioni a cui abbiamo assistito, solo due concorrenti hanno presentato canzoni del nostro repertorio. Questo rimarrà un grosso problema, perché se questi ragazzi sognano di essere i “nuovi” Mengoni, Noemi, Amoroso, Tiziano Ferro… dovrebbero avere già dimestichezza e un percorso ben chiaro nella propria testa… un percorso che includa presentare delle canzoni nella nostra lingua, perché il successo dei The Kolors o degli Urban Strangers, non è ancora del tutto indicativo di un cambio di tendenza del mercato discografico italiano.

Del resto la stessa Carrà si era lamentata in conferenza stampa di questa cosa affermando:

E, comunque, ne ho anche per i ragazzi in gara… Molti cantano in inglese e questo non va bene perché cantare in inglese non ti fa vendere album in Italia, in Europa o in America Latina, a meno che non sia un cantante inglese”. Voglio sentire i concorrenti cantare in italiano, perché solo così potranno avere successo. Poi noi giudici faremo il massimo per aiutarli ad affermarsi, ma se nessuno ci riuscirà non sarà colpa nostra“.

Intanto la puntata finisce con Max Pezzali che si porta a casa 4 cantanti, Dolcenera e Killa tre a testa e la Carrà due.

Per quel che riguarda il futuro di questi talenti un segnale positivo c’è, a produrli sarà un nome che è sinonimo di qualità, Brando con la sua GoWild, l’importante ovviamente è che gli arrivi tra le mani un vero talento.
Il resto del lavoro per far sì che i ragazzi non spariscano potrà essere solo frutto di una maggiore sinergia tra Rai e Universal Music Italia; i concorrenti a programma concluso avranno bisogno di maggior appoggio, di ospitate nei programmi della Rai (non come all’ultimo Capodanno di Rai 1 dove a cantare sono stati chiamati ex ragazzi di Amici e X Factor) e, perché no, un occhio di riguardo da parte del Festival di Sanremo, anche perché se i vari direttori artistici del Festival continuano a pescare ad occhi chiusi da altri talent il messaggio che passa è che da The Voice non sia uscito nulla di meritevole.