10 Febbraio 2024
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10 Febbraio 2024

Sanremo 2024. Premio Testo&ConTesto. I testi migliori (e i peggiori) del Festival di Sanremo 2024

Il nostro Prof di latino, Davide Misiano, come ogni anno analizza e premia per noi i testi del Festival.

Sanremo 2024 testi Angelina Mango
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FRASI DA RICORDARE O DA DIMENTICARE (CONTINUA)

Roma dorme
Per miracolo
Le sue piazze
I suoi caffè
Caramelle anti-panico
Alle 2:43. (Alessandra Amoroso)

L’incipit di Fino a qui sembra introdurre un esempio di poesia del quotidiano, quando improvvisamente si stagliano nello scenario le caramelle anti-panico. E subito ci si chiede quale dei 5 autori abbia lanciato nell’etere questo verso davvero CRINGE.


Dai non essere triste
che mi fai stare male
Alla fine il dolore sparisce
come il sole nel mare. (Fred De Palma)

Non ho inserito la canzone di Fred De Palma tra le peggiori, perché ho trovato altre perle. Ma faccio fatica ad accettare una canzone che inizia con una ruvidità formale, forse dovuta a motivi metrici (“Mi hai dato un bacio sopra la bocca” e non “sulla bocca”), e al centro tuona in una massima allarmante fondata su un paragone fallace: “Alla fine il dolore sparisce come il sole nel mare”. Come si giustifica l’equazione dolore = sole?

Temo che, più che il sole, sia tramontato qui ogni senso logico.“Vorrei cancellare ogni frase di quello che scrivo”, canta l’artista. Sarebbe auspicabile! CRINGE


Siamo caduti più in basso come le cascate
Cercando di prendere il volo sopra queste case
ho visto in amore persone un po’ troppo sfacciate
ferirsi lasciandosi le ali spezzate. (Clara)

Una tragedia, sin dall’apertura del brano. Una catastrofe cosmica, che è anche una catastrofe retorica. Il testo è fitto di immagini usurate: ali spezzate, fari spenti, diamanti grezzi. Il parossismo è raggiunto con “Siamo la prima volta / quella che non si scorda / Quel bacio con la lingua / che fa paura” (sic!): veri traumi adolescenziali che si riverberano nell’anima. CRINGE


Sto già meglio se mi fai vedere
il mondo come lo vedi tu. (Ghali)

Ben valorizzata dal canto e dalla metrica, Ghali intona una delle poche frasi gancio di questo Festival, dentro un testo interessante che è pieno di suggestioni mai ingombre di retorica (“Siamo tutti zombie col telefono in mano / Sogni che si perdono in mare / Figli di un deserto lontano / Zitti non ne posso parlare”“Ma come fate a dire che qui è tutto normale / Per tracciare un confine / con linee immaginarie bombardate… un ospedale”). SPINGE


FRASI DA RICORDARE: MENZIONE SPECIALE

Entra che ho lasciato il tuo nome all’ingresso
Tanto in giro da sola non resto
Anche la più bella rosa diventa appassita
Va bene, ti aspetto, ma non tutta la vita. (Ricchi e Poveri)

In questo Sanremo, tutti, soprattutto i giovani, cantano una quaedam voluptas dolendi (un certo piacere di soffrire): “Lasciami cadere nel vuoto per sentirmi vivo” (Fred De Palma); “Lasciami stare nel tuo temporale se grandini / Tagliami il cuore se vuoi con un paio di forbici” (Emma); “Per me l’amore è come un proiettile” (Rose Villain), “E io ancora che ti chiamo per dirti finiscimi” (Sangiovanni).

Arrivano i plurisettantenni Ricchi e Poveri a innescare un moto di orgoglio e a dissacrare il mito dell’amore zerbino: “Va bene, ti aspetto, ma non tutta la vita”. Un teorema, che SPINGE.

Clicca su CONTINUA per i tre testi migliori e i tre peggiori secondo il nostro Prof di latino Davide Misiano.

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