13 Febbraio 2016
di Caporedattore
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13 Febbraio 2016

Sanremo 2016, conferenza ZERO ASSOLUTO: “Siamo in zona rossa perché i nostri fan non sono abituati al meccanismo televisivo”

Sanremo 2016: conferenza stampa degli Zero Assoluto

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Iniziano a parlare a ruota libera.

Siamo arrivati all’ultima giornata del Festival e siamo molto soddisfatti e contenti dei risultati che stiamo ottenendo in radio, vendite e in streaming. L’obiettivo è stato raggiunto perché siamo qui per presentare il nostro nuovo lavoro, non ci siamo preparati per venire qui e chissà cosa fare e fare al meglio il nostro lavoro, che uscirà il 18 marzo e si chiamerà Di me e di te.

Siamo soddisfatti anche della nostra cover di Goldrake.

Avendo l’orchestra a disposizione, ci siamo detti serata cover, tutto il cast ha voci incredibili e noi no, quindi volevamo fare una canzone emotivamente forte, facendola in un modo diverso come arrangiamento. Mi è piaciuto l’effetto evocativo che mi fa capire l’effetto della musica, perché questa canzone ce l’hai dentro. Cristina D’Avena, la regina dei cartoni animati, l’ha trovata bellissima.

Siamo nella fascia rossa, a rischio eliminazione e, se riuscissimo a cantare anche l’ultima sera, sarebbe una bella soddisfazione, ma è già una soddisfazione così. Io mi aspettavo questi nomi nel “rosso”, quelli che non arrivano dalla TV.

Per prepararvi a Sanremo avete lavorato in maniera militaresca. Perché avete scelto Goldrake?

Quest’estate avevamo deciso di far uscire solo canzoni, non più dischi. Di canzoni ne avevamo parecchie pronte.
Il nostro disco esce il 18 marzo e abbiamo grandi aspettative.
La scelta di Goldrake è partita dal nulla, è una di quelle canzoni che ti fanno venire la voglia di fare la musica in generale, è una canzone che conoscono tutti, è una canzone che ha 37 anni!
Su wikipedia c’è scritto: “Sanremo 2016 vincono gli Zero Assoluto“, ma solo per wikipedia…

Perché la scelta di quella cover identica ad una già fatta? Perché non l’avete fatta agli Zero Assoluto?

Non è identica. Abbiamo cambiato tonalità, le parti.
Tu senti una grande differenza da Semplicemente? Oggi me la sono scaricata da iTunes e nel disco si sente di più, nell’originale la voce è molto diversa, più alta.

Qualcuno dice che siete spariti…

In questi anni abbiamo sempre fatto canzoni, alcune sono passate in radio, altre meno. Facciamo musica da 20 anni, questo è il nostro 6° album.
Noi dall’ultimo Sanremo a oggi siamo spariti da un certo tipo di musica. Oggi la musica viene misurata in base ad iTunes.

Quanto vi piacerebbe essere presentatori del Dopo Festival?

Veniamo dal mondo della radio, facevamo musica e ci è capitato di fare radio e ci piace un sacco.
Non credo che il Dopo Festival sarebbe… ma la Gialappa’s è la Gialappa’s, Nicola è bravissimo e Max Giusti è bravissimo.
M: I programmi troppo provocatori non mi piacciono, ma il Dopo Festival di ieri mi è piaciuto un sacco.

L’album si incentra, come il singolo, sull’urgenza di parlarsi?

Nel disco c’è molto del mondo del brano che abbiamo portato al festival, ma anche un suono elettronico da una parte e dall’altra un suono molto romano. Da una parte Milano, dall’altra Roma.
Siamo davvero molto contenti.

In radio cosa fareste?

Tutto quello che facciamo in radio e nelle dirette facebook è portare noi stessi, parliamo al pubblico e nei programmi quotidiano bisogna portare il quotidiano.

M: In radio vorrei trovare un posto dove poter parlare per più di un minuto e mezzo e noi, che siamo pure due chiacchieroni, dobbiamo trovare il posto giusto.

Sei parte di me potrebbe essere la colonna sonora del San Valentino 2016. Come fate a cantare ancora l’amore con tanta freschezza e leggerezza?

Le canzoni, quando escono, entrano a far parte della gente e diventano colonna sonora per qualcuno. Questo è l’obiettivo.
Nessuno scrive solo per sé.
Sei parte di me è un brano del 2006/07 e, quando la cantiamo ai concerti, ci cantano in faccia anche i ragazzi molto giovani. Le canzoni che hanno raccontato una parte di vita di qualcuno, rimangono e noi siamo fortunati ad averlo fatto.

Il ruolo delle radio è ancora importante per chi fa musica in Italia?

Le cose stanno cambiando piano piano. Oggi l’aspetto più affascinante sulla musica, soprattutto per rap/hip hop, dimostra il fatto che il web può sostituire la metodologia di promozione. Le radio sono ancora importanti per il successo di un brano, ma stanno perdendo il loro peso specifico.

Non pensi che la musica sia ostaggio di certo tipo di radiofonia?

Un po’ sì. È un meccanismo strano io (Matteo) quando salgo in un taxi mi accorgo che la scelta cade su radio dove parlano poco, io faccio l’opposto. Come artista mi sono sempre arrovellato per capire il meccanismo delle radio e all’inizio ci dicevano: “Ti passo se sei sopra un certo numero di passaggi”. Ma come faccio se non mi passi?

Nella vostra carriera avete toccato diversi punti, dalla cultura all’arte. Non è che perdete di vista la musica?

La musica è il nostro lavoro e la nostra più grande passione. Abbiamo due caratteri molto creativi e molte cose che facciamo extra musica, ce le siamo potute permettere grazie alla musica e non ci distrae dalla musica.
Non facciamo musica perché abbiamo un contratto, ma perché abbiamo l’urgenza di farlo.
Il pop è una cosa seria, se non sei onesto, la gente se ne accorge subito: la musica è qualcosa di sacro. Forse per questo siamo lenti.
Tutto il resto è il quotidiano e fanno parte di quello che siamo, sono anche la nostra fonte di ispirazione.
Non è obbligatorio fare canzoni, ma è obbligatorio lavorare.

Di me e di te è in zona “rossa”. Un commento? Cosa è andato storto? 

Non so cosa sia andato storto, perché se vedo la classifica di iTunes siamo tra i brani più scaricati e in radio siamo tra quelli più trasmessi.
La bellezza del Festival è la gara e nel cast ci sono gruppi che hanno eserciti alle spalle, noi siamo di una generazione meno social e questo Sanremo ci farà costruire, forse, una fanbase più solida e il nostro seguito è più adulto, anche se fa strano dirlo.
Non mettiamo in discussione bravura e canzoni. Quasi tutti fanno parte del mondo televisivo con un pubblico abituato a queste cose.
Mi aspettavo queste cose… mi ha stupito Dolcenera, ma immaginavo Neffa che ha un percorso come noi. Irene Fornaciari ha un percorso musicale e basta.
Stasera dobbiamo comunque vestirci e saremo bellissimi, venite a cercarci a cena!

SANREMO 2016 – ZERO ASSOLUTO – SALUTO AD ALL MUSIC ITALIA