19 Agosto 2023
Condividi su:
19 Agosto 2023

Crescono anche in Italia i guadagni, per artisti ed editori, dalle sincronizzazioni

FIMI comunica che, rispetto all'anno precedente, i ricavi del 2022 sono cresciuti del 26,5%

Sincronizzazioni musicali
Condividi su:

Anche in Italia le sincronizzazioni musicali, come si evince dagli ultimi dati rilasciata dalla FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana), sono in grande crescita portando nuova linfa e nuove e importanti energie al mondo della musica.

Anche se siamo nella sezione discografia di All Music Italia, riassumiamo velocemente cosa sono le sincronizzazioni musicali.

Il diritto di sincronizzazione della musica è la facoltà di abbinare un’opera musicale ad una sequenza di immagini, al fine di creare un’opera audiovisiva che possa essere un film, un documentario, una pubblicità, una sigla o una serie tv.

Per quel che riguarda cinema e serie tv, se all’inizio degli anni 2000 erano pochi i registi che davano importanza alle canzoni abbinate alle immagini, per esempio Ozpetek (con brani dei Tiromancino, Giorgia e, più recentemente Mina), Muccino (Carmen Consoli e Jovanotti, tra gli altri) e Moccia, con l’avvento delle piattaforme streaming come Netflix e Prime Video di Amazon e centinaia di serie e di nuovi film in catalogo, anche il mercato italiano ha puntato in maniera più massiccia sulle sincronizzazioni tra immagini e musica.

Un grande successo lo ha ottenuto per esempio Mare fuori, che ha lanciato artisti come Matteo Paolillo e Clara, ma sono decine gli artisti che hanno sincronizzato un proprio brano. Alfa, Virginio, Brunori Sas, Serendipity, Giovanni Caccamo, Marco Guazzone, Diodato, Salmo, Elodie, Marco Mengoni e molti altri ancora.

Come dicevamo in apertura anche in Italia, come per i mercati anglofoni, le sincronizzazione sono diventate un’importante fonte di guadagno per artisti ed editori.

I dati FIMI relativi al 2022 parlato di un totale di guadagni pari a 13,10 milioni di euro contro i 10,36 milioni dell’anno precedente. Un incremento del 26,5% che, ovviamente, è ancora lontano dalle cifre dello streaming e download digitale (253 milioni di euro) e dei supporti fisici, quest’ultimi in costante calo (-2,2% paria a 54,1 milioni di euro nel 2022).