12 Agosto 2020
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12 Agosto 2020

Senhit: il secondo capitolo di Freaky Trip To Rotterdam ci porta in… Turchia!

Prosegue il percorso di avvicinamento di Senhit all'ESC 2021. Il secondo capitolo di Freaky Trip To Rotterdam è Everyway That I Can di Sertab Erener,

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Senhit Freaky Trip To Rotterdam

Prosegue il viaggio di Senhit verso l’Eurovision Song Contest 2021, dove rappresenterà per la seconda volta San Marino dopo l’esperienza del 2011 a Dusseldorf. Ogni mese l’artista italo – eritrea proporrà un brano della storia della manifestazione. Dopo aver reinterpretato Cheesecake, il brano del bielorusso Teo, 16° classificato all’Eurovision Song Contest 2014 (ne abbiamo parlato Qui), il viaggio oggi ci porta in Turchia.

Senhit per il mese di agosto ha scelto Everyway That I Can, il brano con cui Sertab Erener, rappresentante della Turchia, vinse l’Eurovision Song Contest 2003. Quella di diciassette anni fa a Riga, in Lettonia, fu la prima e unica vittoria per la Repubblica che si affaccia sul Bosforo.

Nel cast del videoclip appaiono anche Sabrina Bambi e Manuela Tasciotti, ovvero Palla e Chiatta.

SENHIT FREAKY TRIP TO ROTTERDAM – EVERYWAY THAT I CAN

“Ogni nostro video è una provocazione perché, insieme a Luca, vogliamo non solo stupire chi ci segue ma anche ispirare una riflessione.

In questo caso io ho interpretato vari personaggi, da Marilyn Monroe a Charlie Chaplin ne ‘Il grande dittatore’, ho osservato i personaggi delle favole che ci raccontano da bambini con un nuovo disincanto, ho indossato l’iconica vestaglia di Hugh Hefner per condannare il body shaming.

In questo mondo patinato dobbiamo fare ‘Everyway That I Can’ per riconquistarci la libertà di essere noi stessi.”

Queste le parole di Senhit a cui si aggiungono quelle di Luca Tommassini, Direttore Artistico del progetto.

“Questo video è una riflessione sull’immagine di democrazia e uguaglianza dietro la quale si nasconde la nostra società, dove troppo spesso permettiamo a chi discrimina di camminare a testa alta. Siamo in una Hollywood che piange mostrando la sua vulnerabilità e i suoi difetti.

Il sogno americano di Marilyn Monroe e Madonna, le favole che ci vengono raccontate da bambini, l’idolatria verso la Playboy Mansion di Hugh Hefner si mostrano per quello che sono: dittature di un’immagine perfetta da inseguire.”