5 Maggio 2022
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5 Maggio 2022

Eurovision 2022: guida, recensioni e i video delle 40 canzoni in gara. Parte tre di quattro

Continua la nostra guida con video e recensioni sui brani in gara alla manifestazione musicale più seguita del mondo

Eurovision 2022 canzoni guida 3
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Eurovision 2022 canzoni la guida

🇱🇹 LITUANIA: Monika Liu, Sentimentai

Una vera e propria stella della musica lituana è la vincitrice dell’edizione 2022 di Pabandom iš naujo!: Monika Liubinaitė, 34enne cantautrice jazz di Klaipėda, stacca il biglietto per rappresentare la sua nazione a Torino e diventa la prima interprete a portare all’Eurovision la lingua lituana da ben ventotto anni (era successo solo una volta, con l’ultimo posto di Ovidijus Vyšniauskas a Dublino 1994).

Il pezzo non ha velleità di vittoria, ma si inserisce in un trend che sta avendo grande successo negli ultimi anni e cioè quello del recupero delle lingue nazionali e di un Eurovision più “elegante” e meno baracconata. Con il supporto delle giurie, è lecito pensare di rivedere Monika nella finalissima di sabato 14 – anche se la canzone può risultare forse un po’ troppo di classe alle orecchie di un pubblico meno avvezzo a questo tipo di sonorità.


🇲🇰 MACEDONIA DEL NORD: Andrea Koevska, Circles

Si dice concorra per evitare l’ultimo posto la Macedonia del Nord, che con la scelta di Andrea Koevska e del suo pezzo pop senza picchi ha giocato la carta perfetta per perdersi nel mucchio. Sappiamo tutti che all’Eurovision lasciare indifferenti è una colpa ancora maggiore del provocare fastidio, ed è un po’ così che sta passando la proposta messa in campo dai macedoni: per una nazione che già normalmente fa fatica a passare il turno (solo due volte in finale negli ultimi tredici tentativi) il tentativo della 22enne di Skopje non sembra la mossa giusta per iniziare a ritrovare una continuità di risultati accettabile.


🇲🇹 MALTA: Emma Muscat, I Am What I Am

Quarta classificata nella diciassettesima edizione di Amici di Maria de Filippi, Emma Muscat è un’interprete già più che conosciuta alle nostre latitudini (in particolare per i singoli estivi, da Avec moi a Sangria a Meglio di sera).

Con il ritorno della nazione mediterranea all’organizzazione di una selezione nazionale dopo due anni di scelte interne legate al talent X Factor Malta, Emma ha avuto gioco facile a sbaragliare la competizione del Malta Eurovision Song Contest: ha poi deciso di sostituire la canzone vincitrice Out Of Sight – prodotta da un team italiano e inizialmente stroncata dalla critica – con un brano pop in chiave retrò-gospel scritto dallo svedese Dino Medanhodžić e verosimilmente già rifiutato dalle Mamas, le rappresentanti della Svezia all’Eurovision cancellato del 2020.

Il messaggio fortemente inclusivo del brano non sembra aver convinto più di tanto i fan dell’evento, che al momento pronosticano per Emma l’eliminazione in semifinale: attenzione però al supporto del pubblico generalista, che unito a un discreto sostegno dei giurati potrebbe richiamare in causa Malta per la terza finale consecutiva.


🇲🇩 MOLDAVIA: Zdob și Zdub & Frații Advahov, Trenulețul ☆☆

Gli Zdob și Zdub sono una band folk punk che a tutti gli effetti è nella storia della Moldavia all’Eurovision: sono alla terza partecipazione, avendo già rappresentato il loro paese al debutto nel 2005 (furono sesti, per tanti anni miglior risultato moldavo) e poi ancora nel 2011 (dodicesimi). A questo giro tornano in corsa assieme al duo folk formato dai fratelli Vasile e Vitalie Advahov, con un brano che celebra la costruzione di una ferrovia che collega Chișinău e Bucarest – rispettivamente le capitali di Moldavia e Romania.

La performance si preannuncia movimentata, colorata e coinvolgente, come da tradizione per una nazione che non ha mai avuto paura di mettere in mostra le proprie tradizioni nel contesto eurovisivo. Trenulețul è un pezzo che non ha competitor diretti fra gli altri 39 in gara e proprio per questo rischia di arrivare con meno patemi del previsto all’atto conclusivo.


🇲🇪 MONTENEGRO: Vladana Vučinić, Breathe

Torna in gara dopo due anni il Montenegro, che aveva saltato il 2020 e 2021 per ottemperare al pagamento di una flotta di auto aziendali richiesta dal broadcaster nazionale RTCG. La ricetta a cui si affida la piccola nazione balcanica è quella che ha già portato al successo la Macedonia del Nord, con Proud di Tamara Todevska, nel 2019: una ballata epica che ripete pedissequamente situazioni già viste e sentite all’ESC, ma eseguita con grande pathos e professionalità. Al momento gli scommettitori non sembrano accreditare Vladana di grandi chance di qualificazione, ma una performance centrata potrebbe cambiare il corso della storia e riportare il Montenegro in finale dopo ben sette anni.


🇳🇴 NORVEGIA: Subwoolfer, Give That Wolf A Banana ☆☆☆

Due canidi antropomorfi di cui non si conosce l’identità, con un brano che ha tutte le carte in regola per far ballare a tempo l’Europa e sfondare su Instagram e TikTok: è questa la ricetta con cui i Subwoolfer, un progetto musicale dietro al quale sembrano celarsi Gaute Ormåsen e Ben Adams già della boyband A1 (ma nessuno ne ha la conferma, come nella miglior tradizione del format TV di grandissimo successo Il Cantante Mascherato – andato in onda in oltre 50 nazioni solo nell’ultimo anno solare) hanno dominato l’edizione 2022 del Melodi Grand Prix norvegese.

Give That Wolf A Banana è un brano con una costruzione musicale estremamente furba, sicuro non il più maturo in concorso, ma abbastanza intelligente da poter limitare i danni con le giurie e ovviamente sfondare al televoto. Il team PR dei norvegesi è sgamatissimo, sa costruire il giusto hype a una proposta in fin dei conti unica nel suo genere, e ha fin da subito lanciato il guanto di sfida per provare a riportare la Norvegia sul podio dell’Eurovision: vedremo se basterà.


🇳🇱 PAESI BASSI: S10, De diepte ☆☆☆

Il successo delle canzoni in lingua nazionale che ha caratterizzato l’edizione 2021 dell’Eurovision (tre canzoni non in inglese nelle prime tre posizioni: non era mai successo da quando è stato rimosso l’obbligo di cantare nella propria lingua) non è passato inosservato al broadcaster olandese AVROTROS, che ha selezionato la giovane rapper e cantautrice S10 con una ballad emotiva destinata a toccare le corde dei telespettatori di tutta Europa. Per i Paesi Bassi, che vantano nella loro storia recente un buon successo eurovisivo e soprattutto la vittoria di Duncan Laurence nel 2019, si prospetta un altro anno ai piani alti della classifica: originalità e proposta musicale accessibile ma “di spessore” potrebbero persino valere un posto fra i primi cinque.


🇵🇱 POLONIA: Krystian Ochman, River ☆☆☆

Altro pezzo da novanta in gara per la Polonia: Ochman, già vincitore dell’ultima edizione di The Voice of Poland, è uno dei cantanti più popolari in patria e arriva finalmente all’ESC dopo un paio d’anni in cui era stato richiesto a gran voce dal proprio pubblico.

Il limite della partecipazione di Ochman è legato soprattutto alla sua canzone – un pezzo midtempo, molto d’atmosfera ma per alcuni troppo generico e privo d’inventiva – ma anche allo scarso carisma dimostrato nelle performance pubbliche, in primis quella della finale nazionale polacca. Il tempo per risolvere quest’ultimo problema c’è, se la Polonia riesce a mobilitare la propria diaspora come ha già saputo fare con successo al Junior Eurovision (dove ha portato a casa una sorprendente doppietta fra 2018 e 2019) c’è speranza di poter tornare a vederla competitiva a quasi trent’anni dall’argento al debutto con Edyta Gorniak.


🇵🇹 PORTOGALLO: MARO, Saudade, saudade ☆☆

Sale nelle quotazioni il Portogallo, rappresentato all’Eurovision da Mariana Secca in arte MARO con un esperimento indie pop in portoghese e inglese. La proposta è del tipo che divide in due categorie antitetiche, quella di chi la trova noiosa all’inverosimile e quella che la sostiene a spada tratta contro tutto e tutti: questi ultimi sembrano prevalere nei giudizi delle ultime settimane, che hanno restituito ai lusitani il ruolo di potenziale outsider dell’anno. Sicuramente è da capire se questo tipo di proposta (che si inserisce in un solco già tracciato dal Portogallo negli ultimi anni) può convincere un pubblico più vasto di quello del Festival da Canção, dove ha dominato la finalissima ottenendo un plebiscito fra televoto e giurati.


🇬🇧 REGNO UNITO: Sam Ryder, Space Man ☆☆☆☆

Il Regno Unito gioca per vincere? É presto per dirlo, ma con la scelta di Sam Ryder (32enne cantautore e TikToker di Maldon, Essex) le intenzioni dei britannici sembrano essere volte ad evitare a tutti i costi l’ennesima partecipazione incolore. La promozione serrata compiuta in giro per l’Europa parla di una nazione apparentemente determinata a portare l’Eurovision in patria (un articolo del Daily Star dava anzi la BBC in pole position per organizzare la prossima edizione in caso di vittoria dell’Ucraina) e sicuramente il pacchetto messo in campo ha le carte in regola perlomeno per pareggiare il miglior risultato del Regno in questo millennio, ovvero il terzo posto raccolto da Jessica Garlick nel 2002.

A mio avviso sarà dura vedere Sam nella lotta finale, un po’ per i tanti pregiudizi che i britannici devono scontare (da quelli legati alla Brexit alle critiche sul non mettere in gioco le stelle più luminose del loro firmamento discografico) un po’ per qualche dubbio di troppo sul possibile riscontro del pubblico europeo. Allo stesso tempo fa piacere rivedere il Regno Unito mettersi in gioco nell’Eurovision che conta, sperando di ritrovarli ancora più carichi e competitivi per l’anno che verrà.

 

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