30 Agosto 2021
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30 Agosto 2021

Vasco Rossi racconta la nascita di “Vita spericolata” e “Jenny”

Il cantautore ha colto anche l'occasione per omaggiare nel giorno del suo compleanno il suo storico ufficio stampa, Tania Sachs

Vasco Rossi
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In attesa dell’uscita del suo nuovo album fissata per il 12 novembre prossimo, Vasco Rossi coglie l’occasione sui social per raccontare la nascita delle sue canzoni più iconiche. Lo ha già fatto qualche settimana fa per ricordare il suo primo manager con Gli angeli (vedi qui) ed ora il racconto è proseguito con Jenny e Vita spericolata.

L’occasione è l’uscita, fissata per il 31 agosto, del nuovo numero di Dylan Dog dedicato proprio a Jenny scritto da Barbara Baraldi e disegnato da Davide Furnò.

Da qualche tempo infatti il noto fumetto Made in Italy edito da Bonelli, sta omaggiando il rocker con racconti ispirati alle sue canzoni. I primi due sono usciti negli scorsi mesi ed erano dedicati a Sally e Albachiara.

Ecco come Vasco ha raccontato la nascita di Vita Spericolata e Jenny

LE CANZONI DI VASCO ROSSI

PerformanceVITA SPERICOLATA

Quando ho scritto Vita Spericolata ero in Sardegna davanti al campo sportivo dove avremmo dovuto fare un concerto ma diluviava e io mi ero rifugiato in macchina. Erano mesi che cercavo di mettere le parole alla musica di Tullio Ferro. Come prima frase mi veniva ‘Io voglio Licia’, e poi niente.

Quella sera invece pensai ‘VOGLIO UNA VITA’ e tutto, subito dopo, venne fuori di getto. A quel punto la vita la volevo come minimo ‘maleducata’, ‘spericolata’, ‘piena di guai’.
Sentii che era venuta fuori una canzone perfetta, e decisi di tornare a Sanremo.

JENNY E LA DEPRESSIONE

Jenny, che già dal nome mi sembrava perfetta per ispirare il personaggio, l’ho scritta prima di cominciare a fare questo mestiere, diciamo che è una ‘prova d’autore’ che ho promosso a canzone.  È una donna giovane, soffre, per la società non è ‘utile’ e quindi va allontanata.

Nella canzone parlo di una donna, ma in realtà Jenny sono io in preda al mio ‘diciannovesimo esaurimento nervoso’, quello che mia zia avrebbe curato a suon di bastonate. Allora si diceva esaurimento, oggi si direbbe depressione. lo ne sono sempre uscito, e ne esco, grazie alla musica, grazie ai concerti, per me il motivo per esistere e resistere…

Nella giornata di ieri il cantautore ha colto anche l’occasione per omaggiare il suo storico ufficio stampa, Tania Sachs, che da anni lo segue e cura la sua comunicazione amore, passione e dedizione. Per farlo il cantautore ha pubblicato un estratto di un’intervista delle donna…

Lavoravo da pochi mesi per Vasco, Fronte del Palco era il mio primo concerto da ufficio stampa: due concerti, uno a Milano, a San Siro, e uno a Roma, al Flaminio, straesauriti da tempo… ma nessuno voleva credermi, la stampa era più propensa ad esaltare gli artisti internazionali che stavano arrivando numerosi quell’anno… era ovviamente più comodo e facile!

Se ne sono accorti ‘dopo’ della differenza numerica, quando hanno visto con i loro occhi le poche migliaia di persone agli altri concerti e i 110mila fan in delirio da Vasco! ‘Non è mai troppo tardi’, recita il proverbio: ci sono arrivati anche loro e da allora è cambiata la musica, maggiore il rispetto per gli italiani.

…quanti anni di stimoli e di crescita accanto a questo personaggio unico, il solo capace di dare carica tanta, energia… tanta!
Grazie Vasco per le emozioni che mi dai sempre”.