23 Maggio 2023
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23 Maggio 2023

Area Sanremo: in onda su Rai 3 un servizio di Report sul caso del 2014, e non solo…

Nel servizio contributi registrati nel 2021 di Franco Zanetti, Livio Emanueli, Roby Facchinetti e Paolo Giordano

Area Sanremo Report
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Nella puntata di Report di ieri, 22 maggio 2023, è stato mandato in onda un servizio su Area Sanremo, uno dei due Contest che garantisce un posto a Sanremo Giovani (in passato direttamente al Festival di Sanremo) alla luce di un’inchiesta che riguarda addirittura l’annata del 2014.

Nel servizio sono state intervistare diverse personalità tra cui Alberto Biancheri, Sindaco di Sanremo, Franco Zanetti, Direttore di Rockol e per cinque volte membro della Commissione di Area Sanremo, e Livio Emanueli, ex Presidente dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo, la Fondazione che dal 2015 ha il compito di organizzare il Contest.

Un dettaglio interessante è sicuramente il fatto che alcune interviste di questo servizio sono state registrate all’inizio del 2021, come ci ha confermato lo stesso Franco Zanetti, ma vanno in onda solo oggi.

Che siano la spinta finale per aiutare Amadeus a fare qualcosa che molti direttori artistici prima di lui hanno provato a fare, ovvero cancellare Area Sanremo? Se così sarà lo sapremo solo nei prossimi mesi.

Tornando al servizio, ricapitoliamo un po’ di storia recente di Area Sanremo per chi non la conoscesse.

Sanremo giovani e Area Sanremo

Fin dalla fine degli anni ’90, sono due le possibilità per partecipare a Sanremo Giovani: tramite una casa discografica, che invia essa stessa il materiale dell’artista al Direttore artistico e alla Commissione Musicale di Sanremo Giovani, oppure iscrivendosi, anche senza avere necessariamente produttori o case discografiche, ad Area Sanremo.

A livello organizzativo Sanremo Giovani è seguito dalla stessa Rai,mentre Area Sanremo in passato era dato in appalto a varie società, tra cui la Sanremo Promotion, e dal 2015 è gestito dalla Fondazione Orchestra Sinfonica di Sanremo che risponde al Sindaco stesso, dato che la manifestazione fa parte della convenzione tra la Rai e la città di Sanremo.

Nel corso degli anni spesso Area Sanremo è stato sotto la lente d’ingrandimento della nostra testata, ma anche dei partecipanti stessi, per meccanismi a volte poco chiari. Il 2021 è stato l’anno in cui si è cercato di cambiare le cose, in virtù anche del lavoro iniziato da Livio Emanueli nell’anno precedente con l’introduzione del voto trasparente/palese da parte della giuria su richiesta congiunta del nostro sito e di Rockol.

L’edizione 2021 ha visto l’arrivo di un nuovo Presidente dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo, l’Avvocato Biolè, e il ritorno nelle vesti di direttore artistico di Massimo Cotto.

Quest’ultimo a sua volta ha designato come Commissione di Valutazione dei partecipanti Franco Zanetti, direttore di Rockol, la giornalista e scrittrice Marta Blumi Tripodi e il cantautore Mauro Ermanno Giovanardi e introdotto, viste le polemiche degli anni passati, il ruolo del garante per i partecipanti, ruolo ricoperto dal nostro direttore, Massimiliano Longo.

Dopo l’annata 2021 Amadeus decide di scendere in campo in prima persona diventando direttore artistico anche di Area Sanremo oltre del Festival di Sanremo e di Sanremo Giovani.

Con questa mossa, dallo scorso anno le differenze tra l’iscrizione discografica a Sanremo giovani e Area Sanremo sono venute quasi totalmente meno, visto che Amadeus, ha deciso di insererire come commissione di Valutazione le persone stesse che lavoravano e lavorano al suo Festival.

Tra l’altro, a differenza di quanto affermato nel servizio di Report, la regola del voto trasparente usata nel 2020 e 2021 è stata abolita con l’arrivo di Amadeus.

Riassunta la storia più recente del Contest, entriamo nel dettaglio del servizio di Report.

Area Sanremo il caso del 2014

Il servizio ruota attorno a quanto accaduto nel 2014, attualmente sotto indagine da parte della Procura di Imperia.

Quell’anno a finanziare il Contest è stato il Comune di Sanremo con 65.000 euro, a cui si aggiungono 100.000 euro provenienti dalle quote di iscrizione dei concorrenti (circa 350 euro a testa).

La giuria è formata da Roby Facchinetti, Giusy Ferreri e Dargen D’Amico. Direttore artistico di quell’anno, il giornalista Paolo Giordano.

Due cantanti, Michelangelo Giordano e Aurora Pacchi, dichiarano ai microfoni di Report di avere ricevuto commenti entusiastici dalla giuria. Ma nessuno dei due è stato fatto accedere alla fase successiva del Contest.

L’organizzazione, come da regolamento prima che venisse introdotto il voto palese e visibile a tutti nel 2020, su richiesta dei singoli artisti invia loro le singole valutazioni della giuria. Vengono valutati questi fattori da 0 a 10: intonazione e voce, presenza scenica, perfomance, brano (testo e musica) e viene espresso un giudizio complessivo.

Michelangelo Giordano fa vedere come il presidente di giuria, Roby Facchinetti, gli abbia assegnato per tutte le voci presenti, compreso il voto complessivo, tutti 10. Tra 8 e mezzo e 9 e mezzo il voto di Giusy Ferreri con una media di 8/9. Anche Aurora mostra di aver ricevuto voti decisamente alti, nessuno sotto il 9.

Da lì è nasce la domanda più che lecita dei due ragazzi: possibile che almeno altri 40 concorrenti in gara, che hanno superato il turno, abbiano preso tutti voti superiori a questi?

Le risposte a Michelangelo e Aurora

I ragazzi chiedono allora, per vie legali, l’accesso agli atti (Area Sanremo quell’anno venne seguita dalla società Sanremo Promotion, oggi in liquidazione) scoprendo di aver ricevuto una valutazione più alta rispetto ad altri cantanti che avevano superato il turno e che quindi avrebbe dovuto, come sempre avvenuto negli anni precedenti, garantire loro il passaggio alla fase successiva.

Però nel verbale che ricevono c’è una frase che specifica che i voti ricevuti dalla Commissione non determinano la classifica finale dei candidati e non sono vincolanti. Giusto chiedersi a questo punto allora quali sono i criteri e a cosa servono i voti.

Nel servizio appare, non riconoscibile, anche un dirigente di Sanremo Promotion Srl che afferma che quella frase è stata inserita ad hoc successivamente alla ricezione dell’accesso agli atti da parte dei due ragazzi.

Livio Emanueli, Presidente dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo che si è occupato di Area Sanremo nel 2019 e nel 2020 conferma:

Non capisco come sia potuto accadere quanto avvenuto nel 2014. Il criterio è solo uno, quello legato all’ascolto dei brani da parte della commissione tecnica. In base a quelle votazioni si accede agli step successivi. Passano quindi quelli che hanno avuto voti migliori“.

Report ha provato a raggiungere anche i tre membri della giuria di quell’anno, Roby Facchinetti, Dargen D’Amico e Giusy Ferreri ma solo il primo ha accettato di parlare.

Non mi risulta non siano stati selezionati tramite i voti” ha affermato al microfono di Report il cantante, raggiunto nella sua automobile. “È stata fatta una valutazione, dopo di che alla fine degli ascolti ci sono stati dei risultati, chi ha avuto più voti è stato selezionato. Questo è stato il criterio adottato e non poteva che essere così da parte nostra“.

Un’affermazione in contrasto con quanto scritto sul verbale inviato successivamente alla richiesta degli atti da parte dei ragazzi.

Report intervista quindi il direttore artistico di quell’edizione, Paolo Giordano:

Non vedo qual è il contrasto. C’è scritto che non sono vincolanti perché non viene fatta una somma, è ovvio che sia così, non può essere fatta una somma.

In seguito Facchinetti ha ricontatto la redazione affermando di essersi confuso. In realtà, spiega il cantante, dopo aver ascoltato e dato le prime votazioni, la scelta definitiva non è stata basata solo sulle impressioni riportate nelle schede, e sono stati riascoltati i brani e riformulati i giudizi.

COSA ACCADRÀ ora?

Ora la parola torna alla Procura di Imperia che, passati otto anni da quell’edizione, dovrà fare chiarezza. Del resto Area Sanremo ha spesso manifestato varie criticità e, in alcuni casi (eufemismo) anche tentativi di raccomandazione, come ha spiegato Franco Zanetti stesso intervistato da Report e dichiarato anche dal nostro direttore, Garante dell’edizione 2021, nella conferenza stampa finale in diretta Facebook.

Franco Zanetti

Direttore di Rockol, ex discografico e membro della giuria di Area Sanremo per quattro volte, in un’intervista realizzata a febbraio del 2021, racconta a Report quando già dichiarato in un’intervista al nostro sito di qualche anno fa (la trovate qui):

“Io ho ricevuto un’offerta esplicita, nel 2007 o nel 2008, uscendo dal luogo dove si svolgevano le selezioni; mi si è avvicinata una persona e mi ha detto ‘Ma quell’automobile lì, quella su cui sta per salire, non è un po’ brutta per uno che ha il suo ruolo, non le piacerebbe avere un’automobile nuova?’. Risposi che mi sarebbe piaciuto ma non ne avevo bisogno. La persona incalzò: ‘Sa se lei tenesse d’occhio un ragazzo che volevo segnalarle potrebbe cambiare l’automobile prima di tornare a Milano‘.

Io sono tornato a Milano con l’automobile di prima. Mi è stato proposto un bene in cambio di un favore, far passare un concorrente.”

Come evidenziato nel servizio di Report la situazione che Zanetti ha trovato quando torna nella Commissione del Contest nel 2015, è la stessa (“Ero uno dei componenti della Commissione. Ricevetti molte telefonate e email di segnalazione, di raccomandazione. Questo tipo di telefonate arrivano da persone che ti conoscono perché sono i produttori, gli autori, i discografici…“) e come lo stesso Zanetti ha dichiarato a Allmusicitalia non è cambiata nemmeno nel 2021 (“Sono già una decina le telefonate che ho ricevuto in questi giorni. Gente che non sentivo da tempo, e che di botto riscopre il mio numero di telefono dopo aver letto che quest’anno sarò in Commissione. Appena sento pronunciare le parole ‘Area Sanremo‘ avviso il mio interlocutore, con una certa brutalità: ‘se vuoi raccomandarmi qualcuno, non dirmi il nome, altrimenti per me quel nome è già eliminato dalla finale‘. E’ una posizione molto radicale, me ne rendo conto, e rischia di penalizzare qualcuno anche meritevole; ma il sistema della raccomandazione può essere disinnescato solo se le raccomandazioni rischiano di ottenere l’effetto contrario”).

Queste invece le dichiarazioni di Massimiliano Longo, direttore del nostro sito e Garante per i partecipanti dell’edizione 2021, nella conferenza stampa finale del Contest in diretta Facebook e svoltasi davanti al Sindaco di Sanremo, al Presidente dell’Orchestra Sinfonica, ai discografici e a tutti i cantanti finalisti:

Spesso si sente dire nei concorsi non esistono raccomandazioni, non esistono segnalazioni. Non è vero, esistono. Esistono ma sono le persone a fare la differenza. Anche quest’anno sono arrivate segnalazioni e raccomandazioni ad alcuni membri della commissione. Quello che è cambiato è che i membri della Commissione sono venuti da me, me le hanno fatte vedere e leggere, e abbiamo deciso insieme non solo di non tenere conto ma di penalizzare chi veniva segnalato.

Una scelta che ritengo giusta perché non tutti i ragazzi hanno qualcuno che può segnalarli, e questo rende la segnalazione qualcosa di ingiusto, che penalizza qualcun altro. Inoltre se un discografico o un produttore sa di avere un grande talento con una grande canzone tra le mani, non ha bisogno di una segnalazione. Questa scelta di ‘penalizzare’ di sicuro potrà far desistere nei prossimi anni chi ha intenzione di fare chiamate o mandare messaggi.

Alberto Biancheri, sindaco di Sanremo, a Report ha dichiarato:

Io sono sorpreso e se davvero fosse così, io vado, vado in procura e faccio un esposto, mi tutelo, perché sono cose molto gravi“.

AGGIORNAMENTO DEL 23 MAGGIO ore 14

Riceviamo e, volentieri, pubblichiamo quanto segue da Franco Zanetti:

“Dopo più di un’ora dedicata ieri era da Report a argomenti molto gravi e seri (pentiti di mafia, logge massoniche, attentati dinamitardi, trattative stato-mafia) ha fatto un po’ sorridere che l’argomento del servizio successivo sia stato Area Sanremo. Eppure così è successo, e stupisce anche di più che il progetto del servizio trasmesso sia iniziato nel lontano ottobre 2020.

Lo so perché fu allora che ricevetti una telefonata da un giornalista che, qualificandosi come redattore di “Report“, mi chiese se fossi disponibile ad essere intervistato sull’argomento Area Sanremo – un argomento che conoscevo essendo stato più volte nelle commissioni di valutazione della manifestazione. Il giornalista di “Report” si rifece vivo qualche mese dopo, a febbraio, chiedendomi se fossi ancora disponibile e proponendomi di raggiungermi in Francia, dove allora mi trovavo con la mia famiglia, per filmare l’intervista. Così fu, e il giornalista e un operatore mi raggiunsero a casa mia, a Poissy, il 26 febbraio 2021, dove filmarono due ore e mezza di intervista nella tarda mattinata di quel venerdì, dopodiché entrambi (giornalista e operatore) si trattennero invitati a pranzo.

Da allora non seppi più niente di quell’intervista, se non che ne era stata data notizia al sindaco di Sanremo; ne chiesi conto con un sms del 31 marzo al giornalista (“Buongiorno, Emanuele. E’ normale che il sindaco di Sanremo sia informato della mia intervista a Report prima che questa sia stata mandata in onda?“), sms al quale non ricevetti risposta.

Dal 31 marzo del 2021 a ieri, 22 maggio 2023, non avevo più avuto occasione di ripensare a quell’intervista-fiume che sembrava essersi persa nel nulla. Ieri mattina è stato però diffuso un comunicato stampa nel quale si anticipava che ieri sera sarebbe stata mandata in onda da “Report” un’inchiesta nella quale in particolare, si sarebbe cercato di fare luce sulle “influenze” che la competizione subisce dall’esterno: nel comunicato si scrive “come rivela uno dei giudici che hanno fatto parte più volte della commissione giudicatrice di Area Sanremo, la giuria e l’organizzazione subiscono ogni anno pressioni olto forti, che sarebbero scaturite anche in tentativi di corruzione”. E’ così che ho supposto – a ragione – che la mia intervista di più di due anni or sono sarebbe stata utilizzata.

In realtà, l’inchiesta è stata centrata principalmente sugli esposti di due concorrenti che hanno partecipato, senza essere stati ammessi alle selezioni finali, in un’edizione – quella del 2014 – per la quale io non ero in commissione. Di tutto quello che ho raccontato al giornalista di Report, ciò che è rimasto è stato solo un aneddoto relativo a una delle precedenti edizioni, che peraltro avevo già raccontato in un’intervista a Allmusicitalia, in cui una persona che gravitava attorno all’entourage mi aveva fatto capire piuttosto chiaramente che se avessi, diciamo così, valutato con benevolenza uno dei concorrenti sarei potuto tornare a casa non con la mia vecchia e scassata Kangoo gialla ma con una bella auto nuova. Naturalmente tornai a casa con la mia Kangoo, che rimase di mia proprietà per parecchi anni ancora, fino al 2009.

Per carità di patria, mi astengo da commenti sul caso sollevato dall’inchiesta di “Report“…”