24 Gennaio 2023
di Direttore Editoriale
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24 Gennaio 2023

Questione radio: non serve più musica italiana ma spazio per le indipendenti e gli artisti emergenti!

I dati EarOne del 2022 ci mostrano una situazione per le etichette indipendenti e per gli artisti "non noti", desolante e ignorata

Musica italiana Radio
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Nei giorni scorsi sono stati diramati i dati di EarOne sui passaggi radio del 2022 (li trovate qui). Dati che evidenziano il trionfo per la musica italiana ma un totale disastro, che continua ormai da anni senza che nessuno intervenga, per quel che riguarda la presenza di emergenti e di etichette indipendenti.

Negli scorsi mesi si è parlato di quote per la musica italiana in radio. Tutto è partito quando Morgan ha rilanciato questo argomento dopo che il sottosegretario alla cultura, Vittorio Sgarbi, aveva dichiarato di volergli dare un ruolo all’interno del governo legato alla musica e al suo sviluppo.

Quel ruolo è poi andato a Beatrice Venezi nelle vesti di consigliere per la musica del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

Alla luce dei dati di fine anno continuiamo a ribadire che la battaglia sulle quote di musica nazionale in radio sul modello di Francia e di molti altri paesi, che noi sostenemmo già nel 2015, è ormai inutile.

Negli ultimi anni la musica italiana è riuscita a conquistare le radio assestandosi su una quota di oltre il 50%. Nel 2022 i brani italiani in Top 100 sono il 53%, percentuale invariata rispetto al 2021. Un trend che dal 2011 al 2021 è stato in costante salita come potete vedere qui a seguire:

  • 2011 38% circa
  • 2012 32% circa
  • 2013 40%
  • 2014 32% circa
  • 2015 41% circa
  • 2016 45%
  • 2017 42% circa
  • 2018 48% circa
  • 2019 50%
  • 2020 52% circa
  • 2021 53%
  • 2022 53%

La tragedia però è sotto gli occhi di tutti quando si vanno a guardare i dati sulla presenza di brani delle etichette indipendenti, su quelli degli artisti poco conosciuti o emergenti (termine che col passare degli anni inizia a sembrare una presa per i fondelli per curriculum ed età anagrafica).

Ma andiamo a vedere i dati. Quali sono gli artisti italiani indipendenti presenti nelle prime dieci posizioni della Top 50 indipendenti di EarOne?

#3 Vieni nel mio cuore – Ultimo (Ultimo Records)
#4 L’eccezione – Madame (Sugar)
#5 Farfalle – Sangiovanni (Sugar)
#6 Una cosa più grande – Ermal Meta feat. Giuliano Sangiorgi (Mescal)
#7 Essere liberi – Coez (Carosello Records)
#9 Come nelle canzoni – Coez (Carosello Records)
#10 Ti va di stare bene – Ultimo (Ultimo Records)

Questi solo quelli in Top 10. Il totale nella Top 50 indipendenti (NON LA GENERALE, SIA CHIARO) è di 27 artisti italiani presenti così suddivisi per etichette discografiche:

9 di Carosello Records, 7 di Sugar Music, entrambe realtà sì indipendenti ma con una forza di mercato vicinissima alle major discografiche, 3 per la Ultimo Records con brani di Ultimo, 2 per la neonata 21co del gruppo di Amici di Maria De Filippi, 2 di Artist First (Le Vibrazioni da Sanremo e Tecla, in cast Baraonda/Rtl 102.5, feat. Alfa), 1 per la Sto Records con brani di Ghali (artista in cast Warner), 1 per Bomba dischi (Ariete), 1 per Mescal (Ermal Meta).

Quindi riassumendo gli indipendenti in Top 50 sono: Ultimo, Madame, Sangiovanni, Ermal Meta, Coez, Le Vibrazioni, Raf, Diodato, Ariete, Luigi Strangis, Negramaro, Ghali e persino i Thegiornalisti con un brano del 2018. Unici “somiglianti” a degli emergenti, i Nu Genea (emergenti su di loro è quasi una parolaccia) e Tecla in duetto con Alfa e con alle spalle Rtl 102.5.

Non si può poi non sottolineare come la percentuale dei brani delle etichette indipendenti presenti in radio è in continuo ribasso anno dopo anno. Dal 19% del 2011 al 4% del 2022.

Nella Top 100 EarOne del 2022 che tiene conto solo della sola musica italiana, non c’è un solo nome non conosciuto o poco conosciuto. Nessun emergente… e come si emerge se, da un lato le playlist di Spotify premiano con i loro programma per “emergenti” artisti come Rhove, e le radio li ignorano.?

Se ad una legge bisogna proprio pensare, non è quella delle quote italiano/internazionale, ma quella che tuteli  le etichette indipendenti e gli artisti emergenti già duramente colpiti con la pandemia dalla completa, o quasi, sparizione dei locali per musica dal vivo.