Due ore e mezza di concerto con quasi 40 canzoni in scaletta per il concerto di Lazza legato all’album Locura.
Lazza ha dato il via alla parte milanese del suo tour. Nella sera del 21 gennaio 2025 è andata in scena all’Unipol Forum di Assago la prima delle quattro date sold out con una voglia di far bene immensa.
Due ore e mezza di live che Jacopo Lazzarini ha gestito intervallando bene i momenti di fomento totale a quelli acustici o semi acustici con una scaletta piena di grandi hit.
Da Cenere a 100 Messaggi, da Piove a Zeri in Più fino ad arrivare al bangerone Ferrari RMX, non c’è mai stato spazio per prendere fiato. Si saltava di continuo e quando non ci si muoveva si cantava a squarciagola.
Il pubblico di Lazzinho è estremamente fidelizzato, a tal punto da perdonare anche gli imprevisti tecnici (due in particolare) quando sul palco sono saliti due suoi ospiti/amici.
Procediamo con ordine…
Lazza organizza il palco a forma di diamante con uno scenario post-apocalittico e cinque maxi schermi, anzi meglio dire giga schermi, in formato verticale che, inizialmente, vengono coperti da un telo bianco per mantenere il segreto.
Si parte con la voce di Laura Pausini, non presente fisicamente, e con la canzone che ha aperto anche l’ultimo album Locura, vale a dire Zeri in Più.
Non appena termina la parte della Pausini il velo cade, la musica si stoppa e viene scoperto il palco con Lazza che fa il suo ingresso trionfale dal centro nel buio, in totale silenzio e con solo un occhio di bue puntato dritto su di lui.
Lazza, scaletta concerto 2025: Un ottimo live con qualche problema tecnico
Qualche istante per godersi l’ovazione silente e poi si riparte, anzi si comincia ufficialmente, ma qui già si nota il problema, forse, fondamentale che sarà la costante di tutte le oltre due ore: i volumi.
Il setting è stato ottimo, il problema è che il volume generale era altissimo a tal punto da dar fastidio all’apparato uditivo. Una sofferenza reggere questi ritmi alla lunga.
Nonostante tutto, lo spettacolo prosegue e si arriva alle 21:40 circa ad accogliere il primo ospite, Kid Yugi, sulla base di Mezze Verità. E qui il secondo problema. L’ospite ha cantato ma non si è capito nulla di ciò che ha rappato.
Sembrava come se non fosse stato fatto sound check e non era un problema di volume, in questo caso. Qui c’era una forte distorsione che rendeva quasi del tutto impossibile riuscire a capire bene le barre di Yugi.
Lazza lo saluta indicandolo come “la cosa più bella che il rap ci abbia regalato negli ultimi 2 anni, MVP del 2024” e si procede con un’altra delle grandi hit del suo album, Ghetto Superstar.
Forse c’è stato un momento di 10 minuti di vuoto in regia, perché al momento dell’ingresso di Ghali (feat di questo brano e ospite) il problema del setting audio è proseguito e, addirittura, è peggiorato.
Se con Yugi c’erano difficoltà ma qualcosa si percepiva, con Ghali non si è capito assolutamente nulla. Tutto distorto, volumi senza senso, tutto regolato male e, in più, il peggioramento della situazione dato dallo stesso Ghali che si presenta sul palco con una maschera che gli copriva il volto e non permetteva alla voce di sfondare sul microfono nel modo consono.
Insomma, questi primi due ospiti sono stati acclamatissimi, e ci mancherebbe altro, ma a livello tecnico sono ingiudicabili per quanto ascoltato (male).
In tutto ciò, su Lazza non è mai esistito nessun problema, è andato liscio come l’olio quindi era palese che il problema fosse legato solo ai settaggi degli ospiti.
Continuano gli ospiti di Lazza live
Il terzo ospite, non cantante, è stato il suo primo maestro di pianoforte Aleksander Zielinski, colui che ha permesso a tutta Italia di potere conoscere, apprezzare e amare Lazza insegnandogli le basi della musica quando aveva solo 10 anni.
Con il Maestro ha gestito un blocco consistente di quattro brani, alcuni dei quali che partivano in acustico ma che poi esplodevano con la base preregistrata.
Ecco, nota importante: rispetto allo scorso tour questo non prevede la presenza della band dal vivo, solo l’utilizzo delle basi.
Terminato questo bel momento, emozionante per Lazza e per tutto il pubblico che al Maestro deve tantissimo, si prosegue con un paio di brani prima di passare alla sfilata quasi senza fine di un esercito di ospiti a ruota.
Si parte con Noyz Narcos per poi proseguire con Capo Plaza, Tony Effe e Tedua. Con tutti ha fatto due canzoni a testa e con tutti, nessuno escluso, il pubblico è impazzito.
Le urla più grandi, per dovere di cronaca, sono arrivate con Tony Effe.
L’arrivo di Sfera Ebbasta
Capitolo a parte per Sfera Ebbasta, con cui ha fatto tre brani e che in realtà ha trappato molto poco. Le basi in half playback, una costante in questo genere, sono state fondamentali in tal senso. In ogni canzone Sfera avrà usato il microfono per un massimo del 60% del tempo, lasciando spazio alla sua voce pre-registrata e al pubblico che cantava sopra.
Pubblico che, specialmente su Piove, quando Sfera non cantava, non accompagnava molto, quasi domandandosi il perché non ci mettesse del suo dal vivo.
Una volta capito il meccanismo, i presenti hanno cantato coprendo ogni singolo momento con il microfono tenuto basso.
Lui è stato l’ultimo ospite di una scaletta che, arrivati a questo punto della serata, è quasi arrivata al termine. È il momento della mega hit Cenere e dei vari banger. Canzone d’Odio e Uscito di Galera.
L’ultima perla è stata, di nuovo, la presenza del Maestro per fare 100 Messaggi al piano e chiudere il cerchio.
Nel reprise si bassa e si piange con il remix di Ferrari e con Dolcevita, che pone fine a tutto e lascia contenti.
Lazza: scaletta concerto, dalla polemica verso i giornalisti al caso Shiva
Da citare due momenti parlati di Lazza, uno che coinvolge i giornalisti e uno che coinvolge Shiva.
Il live è stato un live energico e gestito magistralmente nei suoi singoli momenti. Ribadiamo che i problemi con l’audio sono stati molto pesanti da reggere ma su questo la colpa non è e non deve ricadere su Lazza, anche perché la sua voce è sempre uscita fuori bene.
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