11 Settembre 2019
di Interviste, Recensioni
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11 Settembre 2019

Rocco Hunt la recensione del nuovo album, Libertà

Rocco Hunt: Libertà è l’album della rinascita? Questa è la domanda da cui parte il nostro critico per recensire il nuovo album del rapper

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Rocco Hunt Libertà il nuovo album è uscito lo scorso 30 agosto ed oggi vado a recensirlo per voi.

Non siamo ipocriti e partiamo da un presupposto, più di qualcuno ha malignato su quanto dichiarato da Rocco Pagliarulo, in arte Rocco Hunt, qualche mese fa riguardo al suo ritiro dalle scene, perché deluso dalle pressioni della discografia e dalle difficoltà che stava vivendo per pubblicare il nuovo disco, il quarto della sua carriera.

Questo perché poi, dopo appena una settimana arrivava la notizia che l’artista si apprestava, finalmente, a pubblicare il cotanto atteso lavoro, dal titolo Libertà.

Qualche altro ha invece pensato che le sue dichiarazioni abbiano spinto l’etichetta ad accelerare tale uscita, effettivamente nel cassetto da un po’ e dopo un’assenza dalle scene di circa 4 anni, che per un rapper sono un’eternità.

Altri infine che, come spesso accade quando le notizie sono confuse e soprattutto si contrappongono, hanno pensato sia stato solo uno sfogo social da parte del giovane Rocco, una denuncia verso ignoti, e nemmeno poi tanto ignoti, per il ritardo di questo suo nuovo lavoro.

Ecco, questo era il riassunto delle puntate precedenti, ma appare abbastanza evidente che il succo, la trama di tutta questa sceneggiatura, trovi fulcro nel lavoro stesso, che alla fine resta l’unica verità accettabile, bella o brutta che sia.

In Libertà Rocco incontra molti amici che con lui hanno collaborato, qualcuno di vecchia data come Clementino, sorta di coperta di Linus per il rapper di Salerno che in molti credono napoletano, con cui duetta in Maledetto Sud.

Il tema del brano è un po’ solito per i due rapper; solito nel senso che non è la prima volta che l’han trattato. Il sud ha dei problemi che si palleggiano il primo piano con le bellezze, tra possibilità che non ci sono, fuochi che si vedono nel buio tra il silenzio generale ( chiari i riferimenti ai roghi tossici ndr).

Di vecchia data è anche l’amicizia con J-Ax, impegnato addirittura in trio con Hunt ed i modaioli Boomdabash per Ti Volevo Dedicare, brano che ha già in sé la natura da singolo, cosa traducibile con la mistura di questi ingredienti: orecchiabilità, incitazione al ballo, dedica d’amore “ di ciò che provo ma non so cos’è”, il sole che sale, le barche che si perdono tra le onde.

Nella mischia di vecchie conoscenze non manca Neffa per Se Tornerai, qui effettato per ottenere una tonalità non così propria dell’ex rapper oggi soulman, per un brano di promesse da offrire in cambio di un ritorno, su base che regala un piano a disegnare una melodia su un pc programmato per dettare il tempo e nient’ altro. Il tutto è così così.

Tra i nuovi amici arriva invece Achille Lauro per il brano d’apertura della ricca tracklist, Mai Più, dove c’è la contrapposizione tra il Pagliarulo uomo e l’Hunt artista, tra quello che si barcamenava tra le difficoltà sperando di dare soddisfazioni alla madre e colui che poi gliele ha effettivamente date con la vita d’artista, con la radio che passa le sue canzoni e, ancor di più, una vita messa su un binario tranquillo, grazie al quale le buste della spesa non sono più vuote.

Interviene anche il giovane Geolier per Nisciun ( Nessuno .ndr ) che pare sia il brano che ha colpito maggiormente i fans; forse è perché l’amore con delle difficoltà è qualcosa in cui è facilissimo ritrovarsi se non nel presente, sicuramente almeno una volta nel passato. Tecnicamente in realtà il brano non racconta granché per via di una base minimal e del tutto synth, anche se estremamente funzionale, ed uno sviluppo negato, magari con uno special o con un passaggio musicale che variasse un po’ l’andamento base, troncato da una chiusura affrettata.

Dentro al calderone anche Gemitaiz che, con Speranza, arriva per Cuore Rotto e di colpo il clima diventa più tosto e più stereotipato come tema.

Comunque si sa, quando hai un ospite in casa, finisce che diventi accomodante e ti pieghi alle sue esigenze, però le cose migliori Rocco le fa quando resta solo, come in Discofunk che profuma di ultimi Daft Punk o in Nun Se Ne Va in cui, su tematica reggaeton e chitarre latine, si racconta del bisogno che si ha di tornare sempre a casa.

Per i puritani di stile Rocco ricorda di essere particolarmente in forma in Street Life, inadatta alla promozione ma perfetta per ricordare al mondo le sue reali qualità.

Libertà, la title track, è un manifesto di un mondo semplice che può essere la vera bellezza; al suo interno Rocco tradisce, per chi lo crede partenopeo come dicevo prima, il suo essere salernitano doc, infilando delle “i” in alcuni verbi che il napoletano non vuole: “ o’ rispunnett”, non “o’ rispunniett” ( gli risposi .ndr ), “ce rimmanett”, non “ce rimmaniett” ( ci rimasi .ndr ) .

E’ amore finito che fa soffrire su una base che è “Gomorra style” la guida di Nun Me Vuò Bene Cchiu.

Ora, come si diceva all’inizio, quel che conta dopo tante chiacchiere per Rocco Hunt è questo Libertà.

Alla fine si tratta di un lavoro che svolge sì il compito di ricordare a tutti come mai l’artista aveva raggiunto un posto d’onore tra i rappresentanti di stile ma che, tuttavia, non fa gridare al miracolo. Non ci sono a mio avviso al suo interno delle perle da ricordare ma una manciata di canzoni gradevoli in mezzo tra qualcuna trascurabile, in cui si può anche apprezzare il talento del nostro, ma che non appesantiscono di certo il bagaglio dei ricordi.

BRANI MIGLIORI: Libertà / Discofunk / Maledetto Sud
VOTO: 6/10