14 Aprile 2023
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14 Aprile 2023

Baustelle “Elvis” Dieci pezzi che parlano di un mondo che crolla… ballando rock’n’roll

La recensione di Elvis, dopo cinque anni ritornano i Baustelle a suon di rock'n roll.

Baustelle Elvis copertina
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Baustelle Elvis recensione dell’album a cura di Anna Ida Cortese.

“Bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella danzante” Friedrich Nietzsche

Ritratti della decadenza contemporanea, e se cadesse il mondo? Mi sposto un po’ più in lano balliamo rock’n roll e ritorniamo sui tetti delle case a cantare (riferimento al video di MILANO É LA METAFORA DELL’AMORE). Il caos del mondo che brucia si riflette in tutte le canzoni fornendo all’ascoltatore una chiara mappa emotiva del presente.

Elvis, nono album, dei Baustelle racconta della nostra “epoca da dimenticare” per dirla con le loro parole. La decadenza è un tratto caratteristico della band fin dagli esordi, ogni album ha esplorato la caducità dell’esistenza sotto tanti punti di vista e la loro discografia sembrerebbe quasi un romanzo di formazione dalla giovinezza fino alla maturità.

Chi li ha conosciuti ventitré anni fa riconoscerà i temi e la scrittura, l’esplorazione di generi diversi ma conservandone lo stile baustelliano: affermare verità profonde con ritmi decisamente allegri, da ballare e con un respiro decisamente vintage.

Elvis è il disco della maturità, ricco delle esperienze anche dei percorsi da solista di Francesco Bianconi e Rachele Bastreghi.

Partiamo dal nome Elvis, un’icona rock che non lascia molto spazio alle interpretazioni. Una stella del rock che veicola una serie di messaggi, un codice Elvis impresso in ogni canzone, ritratti di piccole star di provincia in cerca di amore prevalentemente. In sottofondo come raccordo tra le varie canzoni c’è il rumore di una radio che si sintonizza e a volte ci sono veri e propri estratti di “vita reale”, urla, risate e spiegazioni in dialetto, questo ci permette di pensare al disco come un estratto delle storie del presente, ci riguarda tutti, siamo coinvolti tutti in questa narrazione.

Sul piano musicale c’è un cambio di rotta evidente, siamo in America negli anni ’70 ma anche in Inghilterra e affondiamo pure in note blues… un cambio di sonorità, ricordiamo che i due capitoli de L’Amore e la Violenza erano decisamente pop con i sintetizzatori che dominavano su tutto il resto.

Il primo pensiero ascoltando il disco va al loro terzo album La Malavita in cui si offrivano una serie di ritratti di malessere esistenziale, di suicidio e altri mali contemporanei. Nel 2005 c’era un ritratto del mondo in crisi e c’era Milano… nel 2023 quel racconto ritorna, con una disillusione amara più accentuata ma a tempo di rock’n’ roll.
Il racconto del disco parte da qui, dal macrocosmo delle città per arrivare all’intimità delle relazioni.
Partiamo da Milano.

MILANO É LA METAFORA DELL’AMORE. Un urlo di resistenza partigiana, una canzone che ci mette di fronte ad una verità politica e poetica.

Milano è la metafora dell’amore
Di tutto ciò che cambia, della vita che va
Da sola contro il mondo di fascismo e squallore sta

Tutto il significato è nel verbo stare, ricorda quello “stare” ungarettiano un po’ precario ma che è il senso della vita e dell’amore stesso. La precarietà di ogni sentimento e del trascorrere del tempo con la consapevolezza che vanno vissuti e attraversati.  I Baustelle hanno 18 anni in più rispetto a UN ROMANTICO A MILANO e si percepiscono… i ritratti della città sono più crudi ma più veri, il romanticismo è nel essere cadenti, nel raccontare una città piena di contraddizioni ma viva, pulsante.

Da Milano ci spostiamo in Brianza per la precisione in uno stripclub, ed è un peccato non pronunciare tutto il titolo: GRAN BRIANZA LAPDANCE ASSO DI CUORI STRIPPING CLUB.

Lina Wertmüller, secondo me, sarebbe contenta di questo titolo, la canzone parla di una storia d’amore tra un cliente e una ballerina di uno stripping club.

Ragazza della notte che dormi mai
Quanti bavosi Elvis abbraccerai

Qui ci sono una serie di rimandi riguardo le prospettive dell’amore, l’ossessione e la complessità, tornano alla mente: LA CANZONE DEL RIFORMATORIO, LOVE AFFAIRE, MADMOISELLE BOYFRIEND ma anche CONTÀ GLI INVERNI, BETTY, AMANDA LEAR e ne potremmo citare molte altre perché sappiamo che l’amore è un tema baustelliano per eccellenza. Cosa cambia adesso? Cambia l’intensità dello sguardo, la puntualità della scrittura di Bianconi e i temi musicali che ci ricordano Bob Dylan e gli Stones per citarne qualcuno ma anche il blues che accompagna alcuni brani.

Dalla Brianza torniamo a Milano… e osserviamo JACKIE.

I titoli delle canzoni dei Baustelle, dai loro inizi, spesso sono nomi di persona, questo aiuta ad immaginare gli individui a renderli esistenti. Così JACKIE la vedi passeggiare in una via di Milano…

Jackie
Che cosa mai indosserai
Quale altra vita
Chissà
Quale altra star

Lui è una lei, una Drag Queen che sa perfettamente destreggiarsi tra una vita e l’altra, muore e resuscita, inventa e padroneggia la sua esistenza. E noi abbiamo bisogno di lei o meglio di quella vita da inventare e da resuscitare.

E a proposito di cambiare vita… c’è LOS ANGELES

Perdutamente superstar
E cameriera in qualche bar
Invadono l’Ucraina
Mentre guardi il cielo distratta
Sogni di spaccare e vivere a Los Angeles

Una relazione complicata con sottofondo i bombardamenti dell’Ucraina che però rimangono in sottofondo. Alla fine ci abituiamo a tutto. L’ERA DELL’ACQUARIO nel disco L’amore e la violenza diceva

Ci si abitua a tutto, al dolore, alle stagioni
Alla storia, al calendario

Alla fine la Storia con la esse maiuscola è una grande cornice che spesso dimentichiamo presi dalle nostre esistenze infelici…  LOS ANGELES è una storia al capolinea ma con la speranza di una vita migliore da un’altra parte. Noi, nel nostro vagare, siamo sempre in cerca di una nostra LOS ANGELES.

Anche LA NOSTRA VITA racconta una relazione, una maturità del sentimento che ha superato il romanticismo, è un sentimento che resiste e nonostante tutto esiste. Una ballata che ci sorprende sul cantato finale con un cambio di melodia.

Fine dell’estate della nostra vita:
Sembrano rimaste solo sigarette spente
E un gigantesco niente

Una dose di follia e surrealismo nel pezzo BETABLOCCANTI CIMITERIALI BLUES. L’unico testo che non è scritto solo da Bianconi ma anche da Rachele Bastreghi. Un mix tra musica e testo decisamente riuscito, molto orecchiabile il ritornello da cantare per strada o anche in discoteca. Ci sta bene anche un assolo di sax… insomma il pezzo più divertente del disco.

Secondo gli Intolleranti Betabloccanti Cimiteriali Blues
I dittatori, gli amanti e tutti i cantanti non li sopporto più

ANDIAMO AI RAVE qui secondo me arriva un po’ di moralismo, la canzone parla di questo bisogno di divertimento a tutti costi per colmare un vuoto interiore, non sono molto d’accordo con il pensiero della canzone ma il testo ci da sicuramente una traccia del presente. È il brano di apertura del disco ma tra tutti il meno riuscito.

Mostri solitari ci obblighiamo a concerti
Party sulla spiaggia dove bere e scopare
Per non guardare a fondo mai
Dentro di noi.

Un brano che invece merita attenzione e ascolto approfondito è IL REGNO DEI CIELI, una preghiera laica, un paradiso fatto di ricordi a cui appigliarsi quando tutto crolla, immagini, relazioni. Un elenco di parole che tracciano la vita di chi scrive… ma che raccontano di tutti noi perché in quelle parole ci siamo tutti con le nostre rispettive storie, le abitiamo e ci rendono malinconici. Qui la penna di Bianconi affonda in una melodia serena che apre alle visioni delle immagini che racconta.

CUORE è il brano che mette a fuoco una complessità interiore, molto intima e richiede molti ascolti prima che ti intrappoli dentro. Un’interpretazione di Rachele Bastreghi che merita un plauso, si chiude così il disco e ti lascia con una sensazione amara.

Cuore
In una bolla del passato
In hotel
Nella casa
Sulla croce
Ti avevo abbandonato
Ti ho riconosciuto
Bimbo dentro di me

Concludo il mio racconto con il primo singolo uscito a gennaio, prima canzone ascoltata da tutti, CONTRO IL MONDO (ne avevo parlato qui)

Essere contro il mondo e invece averlo addosso
In quattrocento metri quadri di parquet

Avendo ascoltato tutto il disco penso che questo brano sia il ponte per prepararci alle nuove musicalità del disco, probabilmente saranno divisive ma una cosa è certa i Baustelle sono vivi e sono perfettamente in linea con la contemporaneità, a loro modo ma ci sono.

BRANI MIGLIORI: MILANO É LA METAFORA DELL’AMORE – GRAN BRIANZA LAPDANCE ASSO DI CUORI STRIPPING CLUB – LA NOSTRA VITA – METABLOCCANTI CIMITERIALI BLUES
VOTO: Otto 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨

baustelle elvis tracklist

1. Andiamo ai rave
2. Contro il mondo
3. La nostra vita
4. Milano è la metafora dell’amore
5. Jackie
6. Los Angeles
7. Betabloccanti cimiteriali blues
8. Gran Brianza Lapdance Asso di cuori Stripping Club
9. Il Regno dei cieli
10. Cuore