22 Aprile 2022
di Interviste, Recensioni
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22 Aprile 2022

Le Pagelle ai nuovi singoli italiani in uscita Venerdi 22 Aprile: volano alto Cremonini, Dolcenera, Gianluca Grignani e Giuse The Lizia

Tra le delusioni per il nostro critico Alan Sorrenti e i Modà

Pagelle nuovi singoli 22 aprile 2022
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Pagelle nuovi singoli italiani in uscita il 22 aprile 2022 a cura del critico musicale Fabio Fiume.

E questa è decisamente una settimana piena di uscite importanti. Tanti artisti noti al grande pubblico si danno da oggi battaglia per conquistarsi un posto nell’airplay radiofonico. Qualcuno appare già vittima sacrificale ma tant’è.

Nel mezzo non mancano emergenti interessanti e qualche nome che invece meriterebbe di staccarsi definitivamente dalla percezione d’esser tale ed agganciarsi al vagone dei grandi nomi della musica italiana. Ci riuscirà? Noi glielo si augura mentre a tutti voi buona lettura.

Partiamo subito…

Matteo Alieno – Giungla

La capacità di riuscire a dire cose in maniera sagace si perde un po’ in un’intenzione che non ha mai una variazione. Tutto troppo uguale dall’inizio alla fine e quando arriva l’inciso e si cambia leggermente, il tutto viene semplicemente posto in maniera più potente, irruenta ma anche sparata, senza una regola minima di stare in un corpo canzone che ha già di suo la base piuttosto sporca. Ne salta fuori non una canzone brutta ma di sicuro ad orecchio quantomeno confusa.
Cinque =


Almamegretta – Figlio

Discorso importante sul concetto di figlio: lo è solo chi ha lo stesso sangue o è figlio anche quello che ti cresci, quello che senti? Il tutto proposto sulla solita ricerca musicale della band aperta ( qui ancora con Raiz alle voci ), in cui un’elettronica ovattata tormenta una ritmica di percussioni ed una chitarra guida. Raiz si rende sempre difficilmente comprensibile, persino da chi, come chi vi scrive, viene dalle sue terre. Sarà questo il suo fascino?
Sei 1/2


Giordana Angi – Le cose che non dico

Nuovi orizzonti sonori per la cantautrici che qui si dirige verso un dancefloor pacato che pare distante anni luce dalla sua voce così piena ed invece… Sorpresa infatti anche nel modo di porla quella voce, concedendosi qualche spinta verso falsetti mai prima tentati. Sfido addirittura a riconoscerla nell’inciso. Non è certo la canzone della vita, però se l’artista aveva bisogno di rinnovarsi, questa nuova possibilità l’ha di sicuro sfruttata bene, con un risultato dignitoso.
Sei+


Antartica – Uh!

La band sembra un po’ figlia di alcune cose che andavano per la maggiore fra i giovani oltre una decina d’anni fa, cose tipo i Dari per intenderci. Come quelle band li, il linguaggio musicale è un rock leggero che però ha riferimenti anche rilevanti poi assemblati in maniera apparentemente semplicistica, lasciando solo a piccoli spazi per lo più musicali le reali potenzialità. Testo in linea con la giovane età, parolaccia nell’inciso compresa, che se è usata con motivo almeno non svilisce il resto. Sufficiente.
Sei


Francesco Bianconi & Malika Ayane – Perduto insieme a te

Non avrei mai pensato che una collaborazione fra i due artisti avrebbe potuto dare un risultato così magico. E’ tutto espresso in maniera soave, con le due possibilità artistiche che s’incontrano nel mezzo, attraverso una melodia retrò, fatta di piano guida ed atmosfere che si prestano alla ritmica solo per l’inciso cantato con le due voci unite, che non si contrastano bensì sovrappongono sulla stessa linea. Bella la chitarra 60’s che arriva poco prima della conclusione.
Sette


Lele Blade & Madman – No joke

E’ che vorrei capirci qualcosa ragazzi! Eppure sono napoletano ( almemo per le parti che combinano il napoletano ed i vari slang ). Di sicuro c’è un flow veloce, ma non è al servizio di una canzone fatta per restare, contraddistinguere una carriera. Mi riesce difficile pensare che ci si possa ricordare dei due per questi 2 minuti e poco più.
Quattro


Brugnano, Nazo & Ntò – Mal Di Te

Ho quasi avuto paura si trattasse di una cover del celebre pezzo dell’indimenticato Pino Daniele; invece è solo una similitudine di titolo. Qui si passeggia su territori urban pacati in cui poi subentra ‘Nto per metterci una porzione rap che però non tradisce il sentimento del brano tutto. Ed a sottolineare il tutto arriva quel sax finale che infligge l’epicità alla storia, alla mancanza, al dolore che essa produce. Un tantinello prevedibile.
Sei


Cesare Cremonini – Chimica

Ha volato così in alto con i due precedenti singoli Cesare, che adesso, pur restando curatissimo dal punto di vista degli arrangiamenti e delle intuizioni melodiche, sicuramente appare più terreno in questa proposta, almeno in apparenza. Già perché poi, mentre ascolti l’evoluzione del brano, ti arriva un passaggio armonico dopo il primo inciso che ti richiama il grande Dalla. Ed è allora che pure il discorso più terreno del nostro prende il volo, ricordano mentori e percorso. Quello di Cesare rifugge in maniera brillante dalla prevedibilità.
Sette 1/2


Dardust & Massimo Pericolo – Signore del bosco

La melodia guida delle strofe di questo pezzo è ipnotica, quasi come quelle basi concepite da Claudio Simonetti per i film horror anni 80. Poi si va altrove per l’inciso ed il terreno si fa più sdruciolato, pieno di effetti ed echi, ma anche confuso nell’insieme, forse anche per la scelta di poggiarci sopra la voce di Pericolo riempita di echi. In questa parte mi ha fatto pensare al Nesli di qualche anno fa, con la differenza che lui era più pulito nell’insieme sonoro. Non saprei, davvero…
Cinque


Dolcenera – Spacecraft

Moderna pur rifacendosi ad un sound che lei stessa, per età, ha vissuto e fatto proprio nella mente da bambina. Manuela è perfettamente a suo agio fra i suoni elettronici ed ha capacità di trovarne e di assemblarli in maniera originale. Spinge meno con la voce rispetto a quanto ci ha abituati, però oggettivamente il pezzo non lo richiede per arrivare preciso, netto, nonostante il testo futurista e comprensibile dopo più ascolti. Il nuovo libro comincia bene.
Sette


Elisabetta Gagliardi – Nel centro di New York

Se le strofe di questo pezzo sono interessanti e ti lasciano presagire uno buon sviluppo, l’inciso delude un pochetto, con la scelta noiosa di ripetersi metricamente, affidandosi allo “stronzo” finale dello stesso il compito di catalizzare l’attenzione. La base è volutamente tutta da studio, lavorata sui bit e le atmosfere, si contrasta con una voce che è troppo corposa per la stessa. Proviamo a lavorare con una sessione ritmica reale; secondo me le cose andrebbero meglio.
Quattro 1/2


Max Gazzè & Carl Brave – Cristo di Rio

Ci han provato gusto a collaborare i due artisti romani, dopo il grande successo di Posso, di qualche giro d’orologio fa. Questo brano non ha la stessa immediatezza ed anche se spesso Gazzè è sfuggito alla cosa, conquistando a poco a poco gli ascoltatori, in questa nuova produzione manca di quel gancio che fa rimanere almeno un passaggio del brano fisso nella mente, quell’appendice da cui ripartire negli ascolti successivi ed ampliare. E non è poco per una canzone candidata ad essere una hit.
Cinque 1/2


Giuse The Lizia & Memento – Il brutto del mondo

Particolarissima scelta sia d’arrangiamento musicale, tutto tenuto quasi “stonacchiato”, su cui le due voci si muovono personali e giocano d’effetti per l’inciso e vengono lanciate crude invece nelle strofe. Sembra un brano fuori tempo proprio per la concezione con cui è proposto, fuori dalle logiche della radiofonica e magari, partendo proprio da quella parte che propone cose più estreme, conquistare anche la mainstream. Originale.
Sette


Gianluca Grignani – A long goodbye

Fa piacere sentire un Gianluca Grignani che pur conservando le sue peculiarità stilistiche, si propone in una maniera nuova, con una ballata che ha una costruzione strana, giocata di sovrapposizioni vocali dove canto e urlo s’inseguono, si raddoppiano, si confondono con qualche effetto di troppo. Però la confusione muove e Gianluca ne aveva bisogno. A me è arrivata.
Sette


Isotta – Psicofarmici

Non gradisco granché i tanti effetti applicati sulla voce, perché trovo quella di Isotta interessante da non meritarne, soprattutto se ci si concentra su ciò che canta, porto in maniera mai tirata. La possibilità interpretativa aumenta ancora quando si concede un momento parlato all’interno del brano che si snoda fra atmosfere enfatizzate, piene di echi, su cui il timbro della nostra è particolarmente comodo. Giusto un po’ di pulizia ecco, poi l’insieme c’è.
Sei

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