17 Dicembre 2022
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17 Dicembre 2022

Nina Zilli: “Ai tempi di 50mila mi volevano derubare del mio pezzo più prezioso e far finta che lo avessero scritto altri…”

La cantautrice, suo malgrado, nei giorni scorsi è stata protagonista di una polemica inesistente montata dal web

Nina Zilli
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Nina Zilli, che nelle scorse ore è stata coinvolta suo malgrado da alcune testate web in una polemica inesistente, ha svelato su Twitter un importante aneddoto sulla sua prima hit 50mila. Aneddoto che apre ancora una volta una finestra di ombre sul comportamento di alcuni editori ai danni dei giovani artisti.

Ma procediamo con ordine spiegandovi e archiviando la polemica inesistente tra Nina Zilli ed… Elodie.

Succede che la Zilli pubblica un tweet in cui esprime un’opinione sul mondo della musica al femminile tra cui questa frase: “Consiglio a chi volesse mai intraprendere la carriera di cantante/cantautrice. Esci le canzoni belle non la pheega“.

A quel punto alcuni utenti del web associano queste frasi dell’artista a frecciate dirette nei confronti di Elodie. La Zilli cerca subito di fermare le illazioni e spiega chiaramente da cosa è nato il suo sfogo:

Comunque se volete un nome ve lo faccio: BILLIE EILISH. È stata lei a farmi scaturire quel tweet, ieri, dopo averla sentita live, vestita che sembrava un palombaro. Divina, perfetta nella voce, cantautrice iper dotata.

E poi il pensiero è andato a tante altre, quelle che se non mostrano atre doti, non emergono. E allora per chi come me all’età di Billie Eilish si vergognava di queste nuove forme femminili (Billie è bellissima, credo lo sappiate!), per tutte quelle giovani che si sentono goffe e orrende, mi auguro che capiscano che NELLA MUSICA CONTA LA MUSICA PRIMA DI TUTTO.

tha Supreme è uno dei più promettenti giovani artisti del nostro paese e manco si fa vedere in faccia. Contenuti ragazzi, SEMPRE PRIMA I CONTENUTI. Poi siate LIBERI, di MOSTRARVI per come vi sentite. Nudi, vestiti, scafandrati, in tuta o in versione cartoon. Dio bono nel 2022 possiamo dire che il nudo è solo “un nudo” e che quindi un nudo mercificato è squallido, ma un nudo artistico non lo è? Penso a Lizzo. Avercene cari miei. Che voce. Che potenza fisica, messa fieramente in mostra. Ma questa è tutta un’altra storia.

Nonostante il chiarimento di Nina Zilli la campagna acchiappa Clickbait di alcune testate è ugualmente partita e praticamente quasi nessuno ha rettificato a seguito delle spiegazioni della cantautrice. Brutto esempio perché il clickbait, non nascondiamoci dietro ad un dito, è parte integrante ormai di qualsiasi sito e spesso ne garantisce la vita. Ma c’è clickbait e clickbait.

Un conto è attirare l’attenzione con un titolo, giocarci su, un altro è seguire insinuazioni da parte del web, rischiare di rovinare rapporti e persone basandosi sul nulla e non avere il coraggio di pubblicare una rettifica.

Ma veniamo ad altre dichiarazioni di Nina Zilli, decisamente più importanti visto che fotografano una situazione attuale ancora oggi e che va a colpire tanti autori e artisti, soprattutto emergenti.

Nina zilli e la storia di 50mila

Era il 28 luglio del 2009 quando Maria Chiara, questo il vero nome dell’artista, lanciava il suo primo singolo con lo pseudonimo di Nina Zilli. La canzone è stata una dei tormentoni dell’estate 2009 e ha conquistato il disco d’oro. Il brano, diversi mesi dopo, è stato notato dal regista Ferzan Ozpetek che lo ha inserito nel film Mine vaganti.

Questa popolarità ha portato la Zilli nel 2010 sul palco del Festival di Sanremo tra le nuove proposte dove con L’uomo che amava le donne è arrivata in finale, ha conquistato un disco d’oro e ben tre premi della critica al Festival.

Quello che sino ad oggi non sapevamo è che quel brano, 50mila, rischiava di essere cantato da un’altra voce e Nina di non comparire nemmeno tra gli autori della canzone. A svelarlo l’artista sempre su Twitter:

“…mi volevano derubare del mio pezzo più prezioso, far finta che lo avessero scritto altri e lasciarmi con le briciole… mamma mia che momenti epici!!!! Ero incxxxxxx come un’ape ed è uscita la punkabbestia con i dread che e’ sempre dentro me! Ahah poveroni.

Tornai a casa incxxxxxx nera con un mio editore che voleva ‘svendere’ 50mila, farla cantare da un altro e cedere l’80% dei miei diritti. Mi infuriai e dissi ‘no e ne scriverò un’altra (l’uomo che amava le donne . NDR). Testo, musica, arrangiamenti e prod. artistica miei.

Va beh poi un disco di platino e singoli multi oro e platino ma non ricordo bene, su wiki c’e’ scritto bene. Non sono mai stata una da numeri, al massimo una che da i numeri, quello si !
Ps: l’editore disse anche ‘Questo pezzo a Sanremo? E cosa ti rimane in testa?!'”

Una testimonianza importante e, purtroppo, attuale ancora oggi. Sono tanti infatti gli autori che sono costretti (o comunque ridotti per ragioni economiche) a cedere ad altri canzoni da loro scritte a volte comparendo solo come co-autori, a volte nemmeno quello, in cambio di denaro.