15 Aprile 2021
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15 Aprile 2021

Emanuele Aloia ecco il significato di tutte le canzoni de “La Sindrome di Stendhal” raccontato dall’artista

Tredici canzoni in cui, come caratteristica del cantautore fin dall'esordio, l'arte a 360° è sempre presente

Emanuele Aloia La sindrome di Stendhal
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Emanuele Aloia La sindrome di Stendhal

1. NOTTE STELLATA

Notte Stellata apre l’album con un pianoforte. Parte come se fosse una ballad, in linea con le canzoni già uscite, per poi però svelare una struttura particolare, che molti non si aspettano: da metà della prima strofa entra la chitarra e la cassa dritta, per poi proseguire con un ritornello che si apre completamente.

Questo cambio di rotta nel ritmo è legato un po’ al caso, come spesso succede quando vai in studio e ti lasci guidare dall’improvvisazione. Sono molto legato a questo brano perché non riesco ad incanalarlo in un solo genere, presenta al suo interno tante contaminazioni, e non solo: è anche la traccia con più citazioni in assoluto all’interno dell’album.

2. MI STAI GIÀ PERDENDO

Si tratta di un pezzo intimo ma che allo stesso tempo rimarrà tanto nella testa delle persone, lo vedo un po’ come l’outsider del disco, sia a livello di produzione che di strumenti utilizzati. Nasce a febbraio dello scorso anno, nello stesso periodo in cui ho scritto Il bacio di Klimt, allora sono stato indeciso a lungo su quale canzone pubblicare per prima. Sappiamo poi come è continuata la storia.

3. IPOCRISIA

Ipocrisia è un brano che si distacca dallo stile delle precedenti canzoni: stavolta mi sono messo in gioco con un brano di denuncia sociale che vuole sensibilizzare l’ascoltatore, senza paletti e paura di esprimersi, sul dilagare di questo senso di ambiguità, in un mondo in cui ormai “c’è solo abbondanza di maschere”. Sono molto affezionato a questa canzone, in passato era stata scartata e non mi sarei mai aspettato potesse avere tutta questa vita.

4. LA MONNA LISA

Questo brano si distacca da quello che è sempre stato il mio approccio alla scrittura e anche al mio modo di cantare. Mi piace perché cambia totalmente rispetto al mood a cui appartengono le prime tre canzoni dell’album, e devo ammettere che è anche uno dei pezzi che, una volta chiuso il disco, sto ascoltando più volentieri: mi fa pensare al bel lavoro fatto in questi mesi chiuso in studio con il mio produttore.

5. SCHOPENHAUER

Schopenhauer nasce nel periodo di Girasoli, ho sempre pensato di pubblicarla e mi fa sorridere pensare che alla fine ho aspettato arrivasse il momento del mio primo vero album per farlo. Anche questa canzone si apre come ballad, per poi passare ad un ritornello che a livello di ritmo si distacca completamente dal mood delle strofe, trasformandosi quasi in un pezzo estivo.

6. IL BACIO DI KLIMT

Il bacio di Klimt affronta la tematica della solitudine e racconta una storia in cui ci si sente distanti, anche provando sentimenti molto forti. Infatti, il dolore che si può provare quando si sente la distanza di qualcuno è rappresentato dalle analogie con opere simbolo come Assenzio di Edgar Degas e I fiori del male di Charles Baudelaire.

7. BUONGIORNO PRINCIPESSA

Durante la lavorazione dell’album stavamo pensando di aggiungere alcune tracce, abbiamo fatto diversi provini, poi quasi per caso, riascoltando un audio di quattro anni fa, mi sono ricordato di questa canzone, che avevo scritto a 16 anni. Ho provato a produrla e ne è uscito un brano molto orchestrale, quasi da colonna sonora di un film, che però è rimasto fedele alla mia identità.

8. L’URLO DI MUNCH

Il silenzio di questi mesi è stato assordante. C’era arte anche lì e, per la prima volta, ho provato a dargli un suono, un colore. L’opera di Munch mi ha sempre affascinato fin da piccolo, ogni volta sfogliavo le pagine del mio libro di arte e mentre la prof spiegava la guardavo stregato, chiedendomi che suono avesse quel grido: assordante, stridulo o addirittura armonioso. Mi sarebbe piaciuto riuscire a sentirlo. Chissà in quanti lo hanno immaginato. Oggi sono qui e riguardandolo in questi giorni riesco a sentire una voce: la mia.

9. QUANDO DIO TI HA INVENTATA

Mesi fa ho scritto una canzone, una di quelle che non sono facili da definire. Ci vedo dentro tutte le sfumature della vita che, forse, è l’opera d’arte più bella tra tutte quelle che avrei potuto citare. Non ha un titolo di un dipinto perché questa volta non sarebbe bastato. Dentro ci sono l’Amleto di Shakespeare, Bukowski, Chagall, Modigliani e Michelangelo che con La creazione ne incarna il senso più profondo. Non so per chi io l’abbia scritta, so solo che è un brivido lungo la schiena.

10. GIRASOLI

Il fiore più romantico non è la rosa. Il fiore più romantico è il girasole, perché ha gli occhi solo per il sole. Passa tutta la sua vita a guardarlo, senza mai stancarsi, nonostante abbia la consapevolezza che non potrà mai appartenergli. Ho scritto Girasoli di mattina, appena sveglio, volevo scrivere una canzone d’amore oltre il tempo e la cosa che più si avvicina all’eternità credo sia l’arte perché nonostante tutto siamo ancora qui a parlarne.

11. SINDROME DI STENDHAL

È la title track del disco, presenta una strumentale piena anticipata da un pianoforte che sembra accennare una sinfonia. Insieme a “Ipocrisia”, è una canzone che affronta un tema sociale: parla dei nostri giorni, dei giovani e dell’approccio alla vita che stiamo avendo in questo tempo sospeso. Il finale è un crescendo musicale in cui da lontano vengono urlati tutti gli artisti e poeti citati all’interno dell’album.

12. ROMEO E GIULIETTA

A livello di scrittura le strofe di questo brano si differenziano perché sono d’impatto rispetto al ritornello, semplice e diretto, che esplode nella strumentale lasciandosi alle spalle il ritmo da ballad, soprattutto nel bridge finale. “Ehi” è un inciso che durante le registrazioni è diventato per settimane un vero e proprio tormentone fra i presenti in studio.

13. POLLICINO

Pollicino è dedicata a mia madre, è la traccia più introspettiva e personale dell’album, la classica canzone da chiusura, che immaginerei bene anche a conclusione di un concerto. Abbiamo utilizzato un effetto sulla voce delle strofe molto particolare, rendendola ovattata e chiusa – come se cantassi da un altro pianeta – per poi aprirla totalmente nel ritornello per dare un impatto forte. Sono inoltre molto legato allo stacco finale del brano, caratterizzato da un giro di chitarra fatto dal mio produttore.

 

 

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