29 Marzo 2022
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29 Marzo 2022

Intervista a Visconti: il disco “DPCM” è figlio della pandemia e del mio lockdown

Il disco esprime l'urgenza espressiva del giovane cantautore attraverso testi che rivelano amore per la letteratura e la poesia

Visconti
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DPCM è il disco d’esordio di Visconti (all’anagrafe, Valerio Visconti, classe 2000). L’album, disponibile negli store digitali dal 18 marzo 2022 per Dischi Sotterranei, è composto da sette brani che sono nati durante il lockdown 2020.

Le canzoni di DPCM sono il frutto dell’esperienza vissuta da Visconti, che a vent’anni si è ritrovato – da un momento all’altro – chiuso in casa per mesi. Il disco è nato quasi per gioco, partendo dalle registrazioni che l’artista ha effettuato in autonomia a casa sua. Visconti – oltre ad aver scritto le sette tracce di DPCM – le ha anche interamente composte e suonate, imparando ad usare tutti gli strumenti che gli servivano per portare a termine le registrazioni. Poi, le tracce sono state perfezionate in studio con Giulio Ragno Favero (Teatro degli Orrori), che ha curato la produzione.

I brani di DPCM sono caratterizzati dall’urgenza espressiva di un ragazzo di vent’anni e dall’intensità delle sue riflessioni. Sotto il profilo musicale, la scrittura si ritrova in continua ricerca di un equilibrio tra incursioni post-punk e contaminazioni cantautorali, dove IDLESFranco Battiato convivono e coesistono dando forma a un sound sporco e melodico, rabbioso e poetico. A livello testuale, Visconti sceglie di cominciare a scrivere in italiano e affronta temi decadenti come la morte, la corruzione morale e l’irrazionalità. Nei brani del disco, cerca di raccontare le sensazioni di chi è troppo giovane per essere adulto e troppo grande per essere adolescente.

Visconti

DPCM, la TRACKLIST

1. La morte a Venezia
2. Narcisi Sbagliati
3. Le idi di marzo
4. Ammorbidente
5. Poeti
6. DPCM
7. Nulla mi urterebbe più

L’uscita del disco è stata anticipata dalla release dei singoli Ammorbidente e Le idi di marzo.

Visconti

In occasione della pubblicazione di DPCM, abbiamo raggiunto Visconti per conoscerlo meglio e farci raccontare da lui il suo disco d’esordio. Ecco la nostra intervista: buona lettura!

Intervista a visconti

Ciao Valerio, benvenuto su All Music Italia! Il 18 marzo è uscito il tuo primo album, DPCM. Prima di parlare di questo progetto, vuoi presentarti ai nostri lettori?

Certo. Allora Visconti è il nome d’arte di Valerio Visconti, abita a Milano da circa un anno, ma in realtà viene da Acqui Terme, in provincia di Alessandria, dove ha sempre vissuto e ha scritto i pezzi di DPCM. Ha 21 anni ed è ora studente presso lo IED.

Dopo aver realizzato alcuni progetti in inglese durante gli anni del liceo, il tuo album d’esordio DPCM è interamente in italiano. Come mai hai fatto questa scelta?

Ho imparato ad apprezzare i grandi cantautori e la poesia italiana durante gli ultimi anni del liceo e ho capito quanto ampia fosse la discrepanza tra le cose che potevo far filtrare da una lingua che non conoscevo alla perfezione (l’inglese) e la quantità di sfumature che potevo utilizzare con la mia lingua natale. Semplicemente l’italiano è stato più terapeutico e personale ad un certo punto.

Il titolo del disco richiama i provvedimenti che si sono susseguiti nel periodo di lockdown per il Covid-19. Le canzoni di DPCM sono il frutto di quel periodo? Ci racconti come hai vissuto il lockdown e come è nato DPCM?

L’album nasce proprio in pandemia, ma la sua realizzazione è diventata un’esigenza concreta nell’autunno 2020. Ero stanco e annoiato e al lockdown si sono sommati alcuni problemi personali che lo hanno reso un periodo ancora più duro da superare. Mi sono ritrovato da un giorno all’altro chiuso in casa con la mia famiglia, i membri della mia vecchia band avevano lasciato i loro strumenti da me perciò ho deciso di registrarmi da solo tutte le parti di qualcosa che non sapevo un giorno sarebbe diventato pubblico. Poi a Maggio scorso, una volta a Milano, incoraggiato dai miei coinquilini, ho inviato le demo a Jesse The Faccio, che è sempre stato un punto di riferimento per il mio lockdown e da lì è partito tutto in maniera inaspettata.

DPCM è composto di 7 brani e contiene anche il primo pezzo che hai scritto in italiano, Poeti. Cosa vorresti far sapere al pubblico di questa canzone?

Poeti è stata scritta prima di tutti gli altri brani, durante la prima primavera passata in casa di tutta la mia vita. Una pandemia nel mio immaginario prendeva forma come un periodo critico di ermetismo e di grande rinnovamento. In realtà era tutto così paradossalmente insipido, i giorni erano caldissimi e la bellezza di quelle giornate passate così male mi hanno portato a riflettere sulla fugacità del tempo. Solo lì ho capito che erano giorni che nessuno ci avrebbe mai ridato.

Visconti

Il disco si apre con il brano La morte a Venezia, caratterizzato – già a partire dal titolo – da richiami culturali nello stile delle liriche di Battiato. Quali sono i riferimenti culturali e musicali di Visconti?

Per riferimenti culturali citerei l’europa bohèmien, i canti di Maldoror, il Cabaret Voltaire e il complotto FLK. Mentre emblematicamente credo sarebbe riduttivo parlare di generi musicali perciò riporterò i primi nomi che mi verranno in mente : Mac Demarco, Einsturzende Neubauten, Paolo Conte e Alfredo Cohen. Potrei andare avanti, ma diventerebbe evidente la mia poca lucidità negli ascolti

Narcisi sbagliati è un’intensa ballad, che parla d’amore verso gli altri partendo dall’analisi del rapporto con se stessi. Come è nato il titolo del brano?

Mi piaceva l’idea più classica e narrativa di Narciso e Eco, ma ho capito che si tratta di un’estetica estremamente calzante nel nostro rapporto con i social network. Una continua rincorsa di autostima ed endorfine e quasi mai una ricorsa del prossimo.

DPCM è un album variegato e poliedrico. Ad esempio, il brano Ammorbidente ha un sound post punk e ascoltandolo, dà la sensazione di essere un pezzo arrabbiato. E’ nato effettivamente in un momento di rabbia? Se sì, che cosa ti aveva fatto arrabbiare e cosa ti fa arrabbiare di solito?

E’ stato uno dei primi pezzi che ho scritto e mi ha aiutato a decodificare cosa stavo provando. Ero arrabbiato perchè non capivo cosa ci sarebbe stato dopo e come potevo vivere il presente. Nasce da una profonda forma di claustrofobia e di impotenza, e credo siano le due cose che più mi fanno incazzare.

Siamo arrivati alla fine di questa intervista. C’è qualcosa d’altro che vorresti raccontare al pubblico del tuo progetto? Puoi rivelarci se presenterai live il disco?

Beh se hanno seguito i miei sproloqui fin qui, vorrei ringraziarli! Il 10 aprile all’arci Bellezza di Milano ci sarà il release party dell’album e spero sia la prima di molte date, alcune le stiamo programmando per quest’estate. Vorrei suonare molto e non vedo l’ora che possa accadere.

Grazie per questa intervista. A presto, sempre su All Music Italia!

Visconti

Foto di Fabio Copeta