Esattamente due anni fa cominciavo a fare il viaggio più assurdo e bello della mia vita. Tropici? No, Milano. Uno studio di registrazione e due fratelli pazzi.
Cara mi costa la razionalità. Mi sento come una puttana senza tacchi, come un bambino senza curiosità, un depresso senza la spocchia di quello che fa.
La bontà è sopravvalutata, come i tanga. Quei fili tra le guance posteriori che appena ti siedi ti fanno ricordare che per essere donne vere bisogna.
Sono tragica. Tragicamente passionale. Schietta e inconsapevolmente comica. E questo viziaccio che ho preso, poi, è proprio castrante. Uso il canto e la scrittura come un salasso.