Pagelle nuovi singoli del 18 settembre a cura di Fabio Fiume.
Tornano grandi nomi questa settimana e con loro anche giovani di notevoli speranze, in rampa di lancio da un po’ ed emergenti che provano a giocarsi le proprie carte. Li ho ascoltati tutti con la stessa dedizione ed ecco qui cosa ne penso.
Nicola Albertini – La vita è un gioco
Il concetto espresso in questo midtempo non è affatto malvagio, parlando di vivere le proprie vite e non fare da spettatori a quelle degli altri. La resa canzone però è piuttosto modesta sia per arrangiamento che è “flattato” e fin troppo pregno di effettini anni 90, che per un inciso modesto, che ruota attorno al suo “ballo ballo”… ma senza la potenza godereccia che aveva quello della Carrà del 1983.
Quattro
Unico Ank – Ma che teng a verè
Inciso deboluccio, ripetitivo. Il testo non è sempre chiarissimo e la cosa dipende da un po’ di sovrapposizioni musicali e interventi vocali in sottofondo.Lo stile si va ad incastrare a metà tra l’hip hop e il pop, finendo però col non dare soddisfazione né all’uno né all’altro.
La chiusura è un po’ affrettata.
Quattro ½
Francesco Bellucci – Stanotte uccido mio padre
Canzone che descrive qualcosa che però pur in tanti vivono e cioè il termine di paragone perdente col proprio padre. Mi auguro che non tutti però vogliano risolverlo con un omicidio!
E’ un piano premeditato, studiato in ogni particolare ma in cui non si sono considerate le variabili del cane e della madre che si svegliano, finendo quindi vittime anche loro.
E’ un film noir visto tante volte alla tv, che però, mi si lasci dire: proposto in musica e con questa voce così malata dà ancora più fastidio.
Quattro
Samuele Bersani – Harakiri
Quanto è mancato Samuele? Mi è sembrata davvero un’eternità, tanto che mi chiedo: il suo pubblico l’avrà aspettato? Certo tanto è cambiato in quest’ultimo lustro in musica, ma Samuele ha mantenuto quella sua capacità di raccontare storie di terzi, che sembrano dei veri e propri film, con scenari, trame, botte e risposte, che un suo pubblico, che sia proprio suo, lo trova sempre.
Come sempre la canzone è da metabolizzare un po’, essendo lui un artista raramente dall’appeal facile. Io il tempo di metabolizzare me lo concedo e fidatevi… dovreste anche voi.
Sei ½ ( per il momento )
Nicolas Bonazzi – Solo cose belle
Buon tiro, finanche insolito per la produzione del cantautore bolognese, messo in atto per questo nuovo singolo; la ritmica potrebbe addirittura spingere verso una concezione più rock, anche se poi si preferisce una patinatura decisamente pop.
Il cantato di Nicolas è sempre piuttosto riconoscibile e stavolta il mettere al servizio la sua voce per un pezzo dall’appeal più radiofonico potrebbe tornare utile.
Sei ½
Cannella – La mia Roma
Esaltazione della capitale o forse no! Esaltazione della sua donna forse no! Esaltazione di entrambe, giocando e confondendo ruoli e giochi. L’idea è geniale e si snoda su una base che è moderna e malinconica al contempo, nonostante il testo non lo sia per niente.
La produzione elettronica i sovrappone ad una chitarra guida sempre ben leggibile però, tanto che è facile immaginarsi il pezzo eseguito anche solo in acustico.
Otto
Federica Carta & Random – Morositas
Federica s’addentra in maniera riuscita in un sound anni 50. La sua voce, anche ripresa in backing vocal, si presta decisamente. L’intervento di Random, qui più cantante che rapper, è quanto meno appropriato e ben combinato.
Forse lanciata in Estate avrebbe potuto essere un altro tormentone. Funzionale e giusta per i due artisti.
Sette
Cortellino – Elettra
La cifra di questa ballata è l’eleganza, anche se le strofe hanno una maggiore potenza d’insieme rispetto all’inciso che perde più volte l’attimo per aprire, ripiegando su se stesso.
Cortellino ha scrittura interessante ma gli manca quel pizzico di “popolarità” che lo renda un po’ più per tutti. Almeno nei brani scelti come singolo, questa dovrebbe essere priorità.
Cinque ½
Cesare Cremonini – Ciao
Particolarissima ballad con elementi elettrici in appoggio a strumenti reali, ha contenuto che gira attorno alla formula del “te l’avevo detto” , che poi ad un certo punto non basta più ed il ciao diventa quasi un obbligo.
Sicuramente il piglio trip hop è già di suo non leggerissimo e Cesare, in questo pezzo, appesantisce la cosa proprio per la sua voce che ha queste vocali sempre troppo aperte, che tendono ad allargare ancor di più il suono generale, non sveltendo.
Non mi sento di bocciare perché c’è qualità anche nella scelta dell’arrangiamento proprio, però io più di due volte non riesco ad ascoltarla. Mi annoia meno restare seduto in macchina mentre gli spazzoloni procedono con l’autolavaggio. Opinione più personale che tecnica, certo, ma talvolta ci sta.
Senza Voto
DellaRabbia – L’enigmista
Cosa si vorrebbe essere per chi si ama? Ce lo siamo mai chiesto? Le risposte potrebbero essere tutte raccolte in questo pezzo che risponde in ogni modo possibile, dal positivo al negativo.
Qualcuno dei pensieri mi ha fatto addirittura rabbrividire, come “ Vorrei essere la vecchia che ti spia dalla finestra”. Musicalmente il pezzo è accattivante, moderno e completo ed è proposto con la giusta carica interpretativa.
Sette
Elasi – Valanghe
Scrittura nuova, particolare, con sovrapposizioni vocali ben costruite a dare peso ad una proposta altrimenti troppo leggera. Mi ha ricordato il duo dei Ting Tings, non so se li ricordate, sia come stile che arrangiamento.
Forse l’unica cose opinabile è il Va-va- valanghe… che fa un po’ troppo carote, carote, di non troppo tempo fa. Nel complesso più che sufficiente senz’altro.
Sei+
Ester & Paolo Meneguzzi – Nel mare danza
Già premiata nell’ Anime Vocal Contest come miglior voce per questo particolare tipo di sigla, Ester continua la sua marcia con un altro brano ispirato ad un Anime Giapponese di Masaaki Yuasa.
La sua voce fiabesca e pulita si sposa bene a questo tipo di suoni ed anche l’unione con quella di Paolo Meneguzzi crea un giusto contrasto che riempie e dona più spessore ad una composizione che altrimenti risultava un po’ esile.
Sei ½
Frammenti – Rumore
Surreale composizione che sembra un viaggio onirico, soprattutto nell’inciso in cui s’inserisce d’ufficio un’altra voce, dando quasi l’effetto d’essere quella del genitore che ti sta svegliando per andare a scuola mentre sogni.
Manca di uno special che avrebbe dovuto dare quella variazione utile, un cambio registro o semplicemente colore per dare al tutto un senso musicalmente più compiuto.
Cinque ½
Fulminacci – Canguro
Senso musicale bello corposo, con diversi cambi d’intenzione che pur senza trascurare un testo interessante, trovano base solida anche nella parte musicale che non lesina di strizzare l’occhio a modernità e mondo radio. Artista che si mantiene interessante e fuori dal coro.
Otto
Samuel Heron & Jacopo Et – Zanzare
Piacevole rap pacato che non festeggia sugli stereotipi dell’estate ma ne sottolinea invece i difetti, la contrarietà che anche la bella stagione porta con sé, tra cui i fastidiosi insetti succhiatori.
Mi ha fatto pensare un po’ alla visione che ne aveva dato Silvestri assieme agli OttoOhm con A Me Ricordi Il Mare, brano bellissimo di una ventina scarsa d’anni fa.
Heron tra l’altro prova qui a non scimmiottare altri e quindi si lascia ascoltare senza che chi lo fa ne preveda facilmente le mosse.
Sette
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