Pagelle Nuovi singoli dell’8 novembre. E si riparte col numero massiccio di uscite dopo una settimana di “quasi” pausa.
Diversi big ma, come sempre, sono contento di comunicare di aver ricevuto moltissime novità di artisti emergenti ed è questo per me, per noi di All Music Italia un grande piacere ed attestato di stima.
Poi certo, diversi li boccio ma… Intanto tutti pronti anche questa settimana con le PAGELLE AI NUOVI SINGOLI? Eccovi serviti.
Si ricorda che si tratta del solo parere di Fabio Fiume e non di tutta la redazione di All Music Italia e che i voti espressi al termine delle mini recensioni non mettono in relazione alcuna artisti diversi tra loro, ma essi sono attribuiti alla canzone in base alla carriera dell’artista che la propone ed all’importanza che essa assume nel percorso dello stesso.
Iniziamo quindi con le recensioni ai nuovi singoli usciti oggi, 8 novembre.
Anthony – Another way
Cantato con l’ausilio di una voce femminile che però non viene citata nemmeno nella cartella stampa a seguito del video, sembra una di quelle canzoni rock/heavy degli anni 80 che trovavano terreno fertile nei paesi scandinavi o in Germania, con l’innesto dell’ultima Avril Lavigne arrivata.
Fuori tempo massimo o per lo meno giusta per chi è fermo a quelle cose là.
Quattro
Azzurra – Letto 23
Già dal titolo s’intuisce che questo pezzo parla della lotta per la vita. Perché “la vita non è solo una parola” .. soprattutto per chi deve appunto lottare per poterla percorrere.
Azzurra ne canta in maniera molto delicata e la cosa non è così facile come può sembrare. La valenza radio è relativa, ma indubbiamente certe volte è importante raccontare quanto il domani, che per molti è scontato ( e mai dovrebbe esserlo ) per qualcuno è vissuto come un regalo inestimabile.
Senza Voto
Simone Barotti – Quando spegni la luce
Prendere tutti i verbi all’infinito e costruire un testo, in cui fa eccezione la parola amore, che però con i verbi all’infinito ci va a nozze e si sa, e ancora il titolo messo li nel mezzo.
Il tutto su un tappeto elettronico abbastanza prevedibile e senza mai un cambio d’intenzione nel cantato.
Cinque
Andrea Belli & Julian Ross – One more time
Dance delicata in partenza che poi va in crescendo e raccoglie l’esperienza vocal/sonora che ha portato tanta fortuna al progetto italiano Meduza.
Anche questa proposta ha una sua buona forza, se non fosse che arriva per seconda come stile e quindi non può che perdere colpi, pur restando accettabile.
Sei
Jonathan Cilia Faro – Grown-up Christmas list
E vabé! Non è che ogni Natale possiamo riascoltare Mariah Carey o Michael Bublè!! A farceli dimenticare ci prova Cilia Faro, per l’occasione prodotto da Alan Parsons.
Il pezzo però parla certo delle Sante feste, ma lo fa a mo’ di polpettone che manco Celine Dion investita dal Titanic ricanterebbe, mancando di tutti quegli accorgimenti nell’arrangiamento che fanno clima anche se non ti applichi a sentire il testo, magari mentre fai l’albero e la tieni in sottofondo.
E niente preferisco sempre Bublè in paltò sul viale innevato o Mariah che corre in tutina rossa con il cane con su il frontino a corna di renna.
Cinque
Clavdio – Disneyland Paris
Il pezzo racconta della voglia di vincere le lontananze, di abbattere i confini, con analogie ed esempi tra l’altro molto carini.
La base è un ipnotico pop elettrico che procede costante, senza variazioni su tema, come la voce del cantautore che non gode di grandi sfumature, eppure ti affascina e si lascia seguire.
Sei ½
Costanza – 100 maglioni
Tutto elettronico, anche la voce è abbastanza trattata nell’inciso. Alcune vocali sono toccate come se a pronunciarle fosse una straniera e non un’italiana. IL pezzo non esplode proprio quando dovrebbe, anzi.. quelle “o” di chiusura di ogni verso dell’inciso diventano un appesantimento, una zavorra inutile.
Quattro
Delta V – Io sto bene
Tornano alle cover i Delta V che nella loro carriera ne hanno messi a segno di successi partendo proprio dalle rivisitazioni.
Questa volta tocca ad un brano di repertorio dei Cccp, che certo non sono proprio la “commerciabilità” perfetta. Eppure l’esperienza ventennale del duo, con voce sempre in movimento, ha permesso loro di svoltare anche adesso e di rendere presente una canzone che ha le sue primavere. Breve, forse troppo.
Sei ½
Carmen Diamante – Hotel a due stelle
Voce particolarmente esplicativa, soprattutto per un testo come questo, di voglia di uscire dagli schemi, di non essere per una notte al proprio posto. Indovinata anche la base che ha tendenza al rock, pur senza mai raggiungere quella forza.
Non giovanissima, ma con un vissuto da poter portare in dote nelle sue canzoni.
Sei ½
Diodato – Il commerciante
Diodato ha sempre qualcosa da dire; le sue canzoni non sono mai banali e la differenza alla fine è data solo dalla fruibilità delle stesse in più modalità o contesti.
Questo brano, dall’arrangiamento vagamente circenze, è forse un attimino troppo pesante nella resa.
Il testo è comunque intelligentissimo e con più di un passaggio rimarcabile come “ è tutto un centro commerciale con le passioni in saldi e tre in offerta speciale”.
Sei
Febo – Ciliegie
Forse più moderno oggi nella scrittura che ai suoi esordi, ormai datati quasi 20 anni fa. Oggi Febo è un cantautore di nicchia che fa cose che di nicchia non sono affatto, che probabilmente se le radio gli aprissero le porte, ne uscirebbe con facilità da quelle nicchie.
Melodia aperta, da cantarne l’inciso in maniera liberatoria. Testo con un senso definito e punti che sono già sceneggiatura.
Sette
Ettore Filippi – Caddero le stelle
Introduzione lunghissima, alla vecchia maniera. Poi parte il brano ed è una storia raccontata in maniera molto attoriale, finendo col sembrare quasi una piece teatrale.
Fuori da ogni logica e non parlo solo commerciale. Faccio fatica proprio a trovare un contesto dove poter presentare un pezzo del genere se non strettamente davanti ad un pubblico suo.
Quattro
Filippo Fuccillo – Il mio equilibrio
Una base strumentale avrebbe reso più forte questo brano affidato invece completamente ai synth. Sicuramente una vera batteria ad esempio avrebbe creato punti di forza negli snodi tra strofe ed inciso. Testo un po’ generico, lascia poco.
Cinque =
Fulminacci – Le ruote, i motori!
Modalità di scrittura originale, che gode di vari momenti diversi in una stessa canzone, strumentazioni reali ed elettronica, chitarre e cassa dance, passaggi quasi rap, ed altri d’ispirazione latina.
Fulminacci è qui tante cose e di sicuro non passa inosservato.
Otto
Galeffi – Cercasi amore
Interessante pop che ha allunghi rock di matrice sessantottina per l’inciso ed un testo intelligente che ha buone uscite come “Cercasi amore, sono pronto a pagare, vendo tutti i miei sbagli…”
L’elettricità pervade tutto il brano, anche la voce di Galeffi che appare irriverente al punto giusto per ciò che canta.
Sette
Valentina Gautier – Corri che corre il tempo
Torna Valentina e sembra fare quello che le pare. La sua ballad rock non è malvagia e nonostante in alcuni punti sembra non registrare evoluzioni rispetto a tanti anni fa, in altri ha delle buone aperture originali che sfuggono alle regole radio e della discografia mainstream. La voce è rimasta quella.
Sei
I Desideri – Al buio
Il duo napoletano mette qui da parte il reggaeton a cui si erano rivolti ultimamente, ma non gli effetti sulle voci, che fanno tanto moda con la trap, solo che loro di trap non ne fanno.
Questo è un piccolo pezzo pop, piccolo perché ha una base synth ripetitiva, sempre uguale, su cui uno canta alla maniera di Benji & Fede e l’altro ritorna al napoletano. Unica intelligenza? La tromba, anche questa synth, che entra nell’ultimo inciso.
Quattro ½
I Problemi Di Gibbo – Come tu mi vuoi
“Siamo troppo distanti … per come tu mi vuoi”. La distanza che si sviluppa in un rapporto è spesso figlia di un’aspettativa, una disillusione creata dal mostrarci per quello che non siamo davvero e quando questo viene fuori, non andiamo più bene. La vena è malinconica, senza però manierismi.
Tutto è piuttosto lineare e porta a capire che al di là dell’impegno “non sarò mai come tu mi vuoi”.
Sei+
Kina & Snow – Get you the moon
Parte da Acerra, nel napoletano, la storia di Kina che è già arrivato al disco d’oro ( 500.000 copie ) negli Stati Uniti con questo singolo, che solo adesso esce in Italia.
Si tratta di una ballata chitarra voce e giusto un po’ di bit che conferisce al pezzo un’atmosfera particolarmente notturna. E tutto sembra made in Usa, dalla produzione fino ad arrivare alla sua voce e pronuncia dell’inglese, che mai penseresti sia un italiano a cantare. Buona la prima, senza dubbio.
Sette
Korbe & Kasno Kenza – Come stai
Trap con gergo usato piuttosto solito, anche se qui si parla prevalentemente di un’ossessione amorosa. La parte dell’inciso sembra rubacchiata nell’intenzione dell’interpretazione ad Achille Lauro ed al suo modo di biascicare le parole.
La melodia è romantica ed il colpo di reni che alza il risultato è il finale, lasciato ad una chitarra che sembra di quelle che si suonicchiano in momenti di solitudine con una sigaretta che fuma nel posacenere ed un bicchiere di whisky che ci osserva dal tavolino.
Sei
La Municipàl – Come ci fotte l’amore
Come mai non è ancora emerso in maniera popolare questo duo? Ogni singolo che esce merita una menzione di favore. Sono ispirati, raccontano storie che sono tangibili e trasportabili nelle vite di tanti.
Qui, per esempio, c’è un modo di raccontare cosa accade quando un amore sta finendo, usando le parole che spesso meriterebbero di tirare le somme di un discorso a due cuor.
E musicalmente sono cazzuti e mai banali. Lo special di questo brano è ad esempio originalissimo e spezza in due la linea melodica guida.
Otto
LeFrasiIncompiuteDiElena – Ciglia
Il mondo è quello del rock tra fm ed indie ( quello si che era vero indie ) degli anni 80, vede la voce un po’ troppo occupata dal sound. Sarebbe bastato un livello appena appena più alto.
Il pezzo che racconta della bellezza di poter dormire vicino allo sguardo che amiamo, pur funzionando di suo, non riesce a sfuggire all’idea di già sentito.
Cinque ½
CLICCA SU CONTINUA PER LA SECONDA E ULTIMA PARTE DELLE PAGELLE AI NUOVI SINGOLI IN USCITA OGGI, 8 NOVEMBRE