Inizia ad arrivare più di un big della nostra musica in questa nuova tornata di nuovi singoli settimanali. Tanti come sempre però anche gli emergenti che ho ascoltato per voi e di cui vi racconto in questa nuova Da Oggi In Radio.
Sorprenderanno più i giovani o la faranno sempre da padrone i vecchi leoni della nostra musica? Scopriamolo assieme
Si ricorda che si tratta del solo parere di Fabio Fiume e non di tutta la redazione di All Music Italia e che i voti espressi al termine delle mini recensioni non mettono in relazione alcuna artisti diversi tra loro, ma essi sono attribuiti alla canzone in base alla carriera dell’artista che la propone ed all’importanza che essa assume nel percorso dello stesso.
Cominciamo subito con le prime pagelle ai nuovi singoli in uscita oggi, 6 settembre.
Aiello – La mia ultima storia
La modalità di scrittura di Aiello è moderna ed originalissima. La base è un po’ minimale e probabilmente con un arrangiamento più ricco sarebbe stata perfetta per un palco che so, tipo Sanremo. Il testo però è davvero ben scritto, parla d’amore in maniera diversa da come lo si sente fare in genere ed anche il cantato non ha reminiscenze interpretative facilmente rintracciabili. Semmai c’è solo un attimo, un passaggio, in cui nella mia mente è riecheggiata la frase: “Allo stadio però c’è un concerto rooock”. Giovanissimi documentatevi!
Sette
Giuseppe Binetti The Wrath – Quello che non ti ho detto
Il tradimento è sempre una brutta bestia, che quando è scoperta, portata alla luce, crea strappi spesso non riparabili. Di questo canta Binetti, con un’impostazione molto rock e con delle chitarre che non avrebbero stonato all’interno di un brano degli Europe… soltanto che loro erano in voga nel 1987!
Cinque ½
Dirotta Su Cuba – Nothing is impossible
Dopo la reunion di qualche anno fa i Dirotta tornano ad essere in due e per la prima volta si propongono in inglese. Il loro stile funk ha chiaramente una naturalezza assoluta con la lingua d’oltre manica, ma qualcosa si perde per chi li ama. Tanta musica vera si sposa ad una ritmica elettronica, però il risultato è solo un’allegra festa e poco altro.
Sei
Emma – Io sono bella
Vasco che scrive per Emma, Emma che canta Vasco: E’ un’esplosione. Rinnova la forza della cantante salentina, chiarisce la bravura del rocker nel saper scrivere per le donne meglio di quanto creda. Il risultato trasuda di passione su ritmica poggiata sulle chitarre e la libertà di poter dire: “se vuoi restare va bene, basta solo che poi tu sparisca comunque” .
Otto
Giuseppe Fulcheri – Mi chiamo Gaetano
Dedicato alla memoria del grande calciatore Gaetano Scirea, andato via troppo presto su una strada straniera da cui tornava per lavoro. Non è solo il racconto della vita del campione, ma del suo modo di stare in campo, di essere campione proprio nel modo di essere. Alcuni passaggi sono toccanti, l’arrangiamento invece un po’ anni 90. E Gaetano oggi gioca da libero in cielo, sempre con la n° 6.
Sei +
Giaime & Capo Plaza – Mi ami o no
Trap all’ennesima potenza, che sfrutta una base synth che avrebbe funzionato bene anche in un progetto pop. Si parla d’insicurezza nei rapporti con una terminologia però un po’ stereotipata o, per lo meno, tipica della frangia artistica attuale. Il pezzo poi è tronco ed anche questo è un malessere delle canzoni di questi anni.
Quattro ½
Jovanotti – Prima che diventi giorno
Lorenzo è padrone del sound; è la sua cifra stilistica! Lo cavalca, lo domina, qualunque sia la modalità che sceglie, sempre diversa, sempre in movimento. A volte le sue canzoni possono anche non essere eccezionali nei testi, ( altre volte invece memorabili ) ma una cosa è certa ed è che non riesci a smettere di muoverti se in sottofondo ne passa una.
Sette
Mattia Lever – Dove sarò
Dopo qualche talent, persino in tenera età, Lever approda ad un nuovo singolo, perfettamente in linea con la sua giovane età. Si tratta di un pop con qualche intromissione dance nel sound, che s’ispira a produzioni straniere di successo. Non dice granché come testo, ripetendosi non poco. Avrebbe quantomeno avuto bisogno di uno special, una diversificazione.
Cinque
Leyla – Casinò
La rapper rivendica in questo testo di volercela fare. Suona effettivamente rap, di quelli veri e non contaminato da cretinerie commerciali. Buona la ripresa, proprio nel momento in cui pensavo di dover scrivere per l’ennesima volta che il brano risultava tronco. Invece nò! Sono stati sufficienti una risata e una ripartenza del beat di circa 10 secondi per dare al brano una giusta conclusione.
Sei ½
Andrea Manocchio – Un Venerdi 17
Il tema della scarogna che ci perseguita è qualcosa che chiunque, almeno una volta nella vita, ha provato sulla sua pelle. Si racconta di questo si, con un brano che è proposto in maniera ironica a livello interpretativo e assolutamente vintage come sound. Nell’insieme accettabile, ma non passa alla storia di certo.
Sei
Piero Mazzocchetti – Un’altra estate
La parte tenorile qui Mazzocchetti la lascia da parte e canta in maniera pop. In questa modalità alcune sue cadenze espressive mi han fatto pensare a Red Canzian. Il brano comunque è abbastanza solito nell’arrangiamento e piuttosto innocuo nel testo che descrive il ritorno alla “vita normale” dopo il periodo di vacanza. Non è fatta male ma sinceramente non ce n’era bisogno.
Cinque
Lelio Morra – Torno a scuola
I tempi cambiano. Le nostre nonne a trent’anni avevano più bambini, oggi a trent’anni i bambini siamo ancora noi. I rapporti erano già dei matrimoni in piedi da anni, oggi, se abbiamo un rapporto, non sappiamo neppure se definirci fidanzati. E allora Morra vuol tornare a scuola, protestare per quel che ci hanno insegnato ma che abbiam trovato cambiato una volta fuori. Unico neo è la chiusura prematura; manca infatti uno special e la cosa non passa inosservata.
Sei +
Maria Nazionale – Sulo na voce
La suadente voce di Maria si veste qui di sound gitano, di chitarre latine che costituiscono la parte fondamentale della base, che si arricchisce poi di percussioni. Maria Nazionale senza abbandonare mai il napoletano è sempre più protesa verso la world music, facendo del calore delle sue proposte l’arma in più.
Sette
Federica Pento – #5grammidifelicità
La costruzione del brano, seppur abbastanza semplice, ha una sua originalità rintracciabile in un’esplosione che invece non arriva, nonostante sembra che in tal direzione si vada. Al contrario il testo è piuttosto prevedibile, insieme di frasi fatte, scontate. Voce gradevole e che comunica di poter andare ben oltre dove invece, con oculatezza, si spinge.
Sei =
Piccola & Cecile – Gioca con me
Allora, per un insieme indeterminato di cose questo brano meriterebbe una bocciatura su tutta la linea però poi il testo è di una scottante realtà. I bambini ci osservano, noi così presi dalle nostre connessioni che ci dimentichiamo di giocare, parlare, vivere con i nostri figli. Gli diamo l’impossibile … ma spesso solo per non essere distolti da i mille affari che abbiamo, mille tranne loro.
Due alla canzone come tale, Nove alla verità del testo.
Johnny Ponta – Io non sono così
Arrangiamento e chitarre di questo brano hanno lontane provenienze; si tratta di un rock macchiato di blues e country tipici di terre da rodeo. Il testo è autobiografico e più che cantato è parlato. Il tutto appare però un po’ vetusto.
Quattro
Elisa Termite – Trasparente
Il trasparente del titolo sta per il sentirsi tali di fronte a chi nemmeno ci nota, perché continuamente distratto da un cellulare, dalle sue cose, dalla folla. Il tutto però è reso in forma canzone in maniera abbastanza elementare, sia per la base piuttosto noiosa, senza alcun momento di sorpresa, sia per l’impostazione vocale, piuttosto piatta, senza alcun picco interpretativo.
Quattro
Tropico – Non esiste amore a Napoli
La voce di Petrella è riconoscibilissima. Archiviato il progetto come vocalist de’ Le Strisce ed intrapresa una buona carriera d’autore, adesso i tempi sono maturi per un nuovo progetto artistico. Napoli è spesso al centro delle tematiche dell’artista e la città e storicamente un insieme di storie, di culture, di controsensi qui ben rappresentati assieme ad una bellezza che talvolta può essere persino accecante.
Sette
Filo Vals – Occasionale
Rinnovo il piacere che provo nell’ascoltare le melodie tracciate da Vals, quel senso malinconico del suo cantare, il timbro di voce che non infastidisce nemmeno quando sale. Anche qui il nostro mette su un buon testo, molto cinematografico, montato su una base vintage anche proprio per le strumentazioni, in cui i fiati finali sono la ciliegina sulla torta. Magari le radio gli aprissero le porte?
Sette ½