Pagelle nuovi singoli 4 settembre a cura di Fabio Fiume. Come ogni venerdì il nostro critico musicale recensisce per noi i brani in uscita oggi, 4 settembre.
Partiamo subito…
Alex Afilani – A fine mese
Siamo tutti un po’ arrabbiati, tutti sempre in corsa per arrivare a fine mese, con la previsione che non ci si arriverà se non ammaccati. Il pezzo ha una sua dignità, così come l’interpretazione che appare giusta per ciò che racconta.
Si appoggia molto sulla sezione ritmica, soprattutto nelle strofe ed ha uno special che stravolge un po’ la forma canzone donando fantasia al tutto. Ci sarebbe voluto solo qualche cambio d’intenzione nelle riprese dell’inciso.
Sei
Michele Amadori – Fatti due conti
La parte musicale è una “zarrillata” primissimi anni 90, che fa apparire tutto troppo sentito. Molto meglio il testo che ha un suo senso profondo, del come ci si possa sentire spaesati di fronte alla vita che corre, alle generazioni che incalzano e al come ciò a cui eravamo abituati vada nel dimenticatoio o, peggio ancora, verso la chiusura ( vedi la citazione del negozio di dischi ). Chiaramente non basta.
Cinque
Annalisa – Tsunami
Ormai specialista delle ballate elettroniche ( anche se questa è pochissimo fantasiosa nella base ) Annalisa è qui brava ma un filo prevedibile.
La canzone scorre come fiume di cui ti aspetti esattamente dove sia la foce. Non è una novità per lei la doppia voce ( con una maschile bassa ) nell’inciso, così come l’allungo vocale nello special. Prevedibili anche la pausa e ripartenza dell’ultimo inciso.
Pezzo godibile, ma nella media, la sua media. Non aggiunge e toglie nulla alla sua carriera.
Sei
Biagio Antonacci – L’amore muore
Trovo Biagio sempre più ispirato quando si tiene su tonalità basse, anche perché le alte non gli sono più così proprie. Questo pezzo è una ballata di qualità che ha base evocativa e cantato melodico che poteva però sviluppare un inciso più pieno di liriche, anziché giocare di ripetizione e poteva non essere tronca come brano dell’ultimo degli “screuzi” di questi anni. Insomma tu sei Biagio!
Sei… ma è più di delusione per quel che sembrava e non è.
Samuele Barbagallo – Sussurrando
Sicuramente è la classica immagine del bel canto melodico e “liricizzante” italiano. Solo che il pezzo sa di vecchio, con anche un bel po’ di muffa sopra. Non è un fatto di stile, ma di mordente nell’interpretazione, un po’ di spinta.
La base resta parecchio in sottofondo nonostante goda di arrangiamento orchestrale. In questo Bocelli o Il Volo non hanno insegnato nulla?
Quattro 1/2
Colapesce & Dimartino – Noia mortale
L’elettronica della base in qualche momento prevarica le voci, enfatizzate da echi. Il passaggio all’inciso, sia per motivo che per testo è di forte impatto; ha parole forti, che entrano in mente e possono diventare un inno.
E’ il momento di forza di una canzone che non regge tutta il passo di questo momento preciso.
Sei ( poteva prendere di più… ma anche meno )
Livio Cori & Enzo Dong – Pusher love
Niente di fresco nella nuova produzione di Cori, qui con Enzo Dong, per un pezzo che cammina su strade battute da tanti, troppi artisti, molti anche napoletani.
Sembra che l’originalità si sia smarrita. Ascolti un pezzo e più o meno li hai ascoltati tutti, compresa la durata da bubble gum. Qui c’è anche la citazione della Gasolina, corrivo brano che qualche anno fa ha dato lo start alla moda del periodo. E certo non è che si parli di un capolavoro.
Quattro
Gianluca De Rubertis – Pantelleria
Pezzo “battiatesco” cantato con un tono “deandreano”! Linee melodiche ineccepibili, come quelle di anni fa, sposate ad alcuni effetti in perfetto stile 80 su cui la sua voce pulita, volutamente un po’ monocorde, si muove in maniera naturale.
La metà maschia de’ Il Genio rimane ispirato e esponente preciso di mondi sonori che furono che riescono a non apparire vecchi.
Sette
Tiziano Ferro – Rimmel
Il Ferro prese il De Gregori e lo rese più pop! Si potrebbe sintetizzare così questa cover che ha una sua dignità ma non certo quella magia originaria del pezzo del cantautore romano che fu del 1975.
Ci ha lavorato di ritmica portandola in prima linea, anche perché la sua di voce, rispetto a quella di Francesco, è più impostata e meno sottile. E’una sua chiave e ci sta, però…
Sei
Matteo Faustini – Il cuore incassa forte
“Ci vuole coraggio per cantare ancora canzoni d’amore… che non sanno amare, che non sanno disegnare sopra i lividi”. Matteo si produce in una ballata che ha apparenza adolescenziale , con anche qualche passaggio ingenuo in tal senso, ma pure con qualche uscita lirica non affatto banale.
Canzone in crescendo tradizionale per trascinarlo verso “la nota” che faccia tenere ben presente la bella voce; tutto sommato però non ce n’era bisogno. La quadra già c’era.
Sei +
Vincenzo Incenzo – L’amore ha un nome solo
Le strofe hanno un non so che di Ivano Fossati. Cede poi ad un apparato melodicamente più classico nell’inciso. Il testo è molto bello e pieno di storia da ascoltare, però alla resa canzone manca qualcosa che la elevi da testo qualitativamente bello, ma per pochi, ad una canzone che sia anche da cantare, riconoscibile.
Cinque 1/2
Andrea Lantieri – Nelle tue parole
Melodicamente la scrittura ha qualche buona intuizione, come il passaggio dalle strofe all’inciso. Anche il testo non è malvagio, parlando dell’importanza di non lasciarsi scappare le piccole cose che rendono grandi la vita.
C’è un però ed è la voce del nostro che arriva ancora un po’ acerba, istintiva, alla ricerca di una sfumatura che la renda riconoscibile e meno infantile. Il tempo ce l’ha.
Cinque ½
Clicca su continua per la seconda e ultima parte delle Pagelle nuovi singoli 4 settembre 2020.