Pagelle nuovi singoli 12 febbraio 2021.
Arrivano anche questa settimana le pagellone e sono molto ricche: grandi artisti e voci attualissime della nostra musica, ritorni dal passato dopo un po’ d’assenza e giovani in cerca chi di esplodere definitivamente, chi di un lancio che non passi inosservato. Le ho ascoltate tutte ( o per lo meno tutte quelle che ho potuto, visto che in queste settimane si sta un po’ esagerando con le novità ) dedicando la stessa attenzione a tutti e questo è il risultato. Buona lettura.
Federica Abbate – Se non fosse
Inizio epico per questo nuovo pezzo di Federica, autrice ricercatissima, eppure artista ancora , e da tempo immemore, in ascesa. Poi il sound diventa dance e lei dimostra di essere assolutamente, ma anche stranamente, addentro a questa tematica. Stranamente perché la sua voce è algida; fa quell’effetto alla Sophie Ellis-Bextor per il mercato inglese, che appunto ha un fare distaccato, algido dicevo, combinato invece alla sensazione di festa che può dare la sua musica. E’ una cosa nuova per Federica, magari una parentesi, però funziona.
Sette
Antartica – Clinica
Non chiarissima nel testo, resa ancora più confusa dalla tendenza ad “inglecisizzare” le “t” e dalle “e” troppo aperte. Il discorso musicale invece è abbastanza chiaro, spiegato con un rock leggero che ha rimandi primissimi anni 2000, un po’ confusi con il modern punk alla Blink 182. Per le radio, con la durata dal sapore di chewing gum, può andar bene, così come per un pubblico di poco superiore alla prima decade di vita.
Cinque
B3N – Finchè le stelle non brillano
Spesso mi son chiesto che voce avesse Benji , del duo Benji & Fede. Adesso arriva il suo primo progetto solista e questo dubbio mi è finalmente risolto. Qualitativamente non ci si sposta da quel mondo sonoro. Tutto molto semplice e la differenza a quel punto la fa solo la forza della canzone, la capacità di trapanare la testa come i successi pop sanno fare. Da quel punto di vista, questo primo pezzo, scorre senza particolari punti di forza. E’ tutto già e pure molto direi, sentito.
Cinque
Claudio Baglioni – Mal d’amore
Tutto molto sentito se si pensa al mondo artistico di Baglioni, ma anche, per questo pezzo, tutto melodicamente molto alto, come solo lui ha saputo fare in 50 anni di carriera. Il linguaggio è molto adulto: parole come “firmamento” suonano anacronistiche oggi, ma è proprio il discorso poetico di Claudio che è chiaramente non giovanilistico. Il fatto è però che in un pezzo come questo appare assolutamente in forma, più che soddisfacente per il suo pubblico e possibilista di fare nuove vittime tra chi aspetta la canzone giusta per il cuore.
Sei ½
Dodi Battaglia – Il coraggio di vincere
Chitarra che compie virtuosismi di cui Battaglia è sano portatore, su chitarra d’accompagnamento tipica delle incisioni pop/rock di fine anni 80. Anche l’apertura melodica dell’inciso è decisamente vintage, e la voce di Battaglia è leggermente più scura di quella che rimembravo al tempo dei Pooh. Il pezzo è però positivo nello spirito e ne abbiamo assolutamente bisogno tutti, non solo i suoi fans.
Sei ½
Edoardo Bennato – Maskerate
Sapienza rock come poche e discorso che fila con intelligenza tra la denuncia ed il riuscire a non sembrare tale, cifra stilistica tipica dell’artista. Arriva anche l’armonica che viene però inglobata in maniera primaria nell’arrangiamento per un discorso ritmico complessivo che potrebbe essere insegnato alle generazioni nuove, ricordando loro che Bennato ha più di 70 anni e li mette in riga ancora!
Sette
Alice Bulgarelli – Tossico amore
Brava Alice è brava, solo che la sua voce oscilla tra una classicità senza tempo, ed anche un po’ vetusta, e degli improvvisi pigli di modernità quasi funky, che ricordano la più ispirata delle Simone Bencini dirottate su Cuba. Anche il brano è un continuo entra ed esci fra queste due fasi. Dovrebbe mirare ad una e giocarsi le sue cartucce senza fare confusione.
Cinque ½
Vincenzo Cairo – Dimmi
Quando finisce una storia tutti ci chiediamo, se abbiamo amato, se l’altra/o ci stia pensando, se sta ricordando gli attimi. Questo accade a tutti, però saperla raccontare senza finire in luoghi comuni non è che sanno farlo tutti. Cairo fa il pari e dispari tra qualche frase originale e qualche prevedibile uscita, su una base cadenzata nell’inciso e molto, molto bassa fino quasi all’incertezza delle note, nelle strofe.
Cinque
Michele Cordiani – I miei sbagli
C’è qualche già sentito nell’inciso di questo pezzo, sbagliato però proprio nella scelta dell’arrangiamento, troppo debole per il tipo di voce ( sporca ) del nostro, che non può essere lasciata in prima linea, perché non bella, non da cantante. Ci sono esempi altissimi di cantautori che non hanno una voce bellissima e che, in effetti, non la contornano di una musica, diciamo così pulita. Interessante il cambio d’intenzione nello special che fa guadagnare mezzo punto.
Quattro ½
Andrea Crimi – Anne
Ballata chitarristica che, dal punto vocale, mi ha fatto pensare moltissimo a James Blunt, di cui il cantautore Crimi ha preso indubbiamente tantissimo, cominciando dalle inflessioni e aperture delle note basse. Il pezzo ha una sua funzionalità ed un testo intelligente sull’incapacità da parte della protagonista di trovare l’amore giusto, di non lasciar trovare la chiave per aprire la giusta porta e lasciarsi guardare dentro.
Sei +
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