27 Maggio 2022
di Interviste, Recensioni
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27 Maggio 2022

Le Pagelle ai nuovi Singoli italiani in Uscita Venerdi 27 Maggio: Ultimo e Meg conquistano e sorprendono. Voto rosso per Vicario e Rhove

Tante le uscite della settimana... da Bravi ad Antonacci, da Folcast a Leon Faun

Pagelle nuovi singoli
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La Rua – Sotto un treno

Strana quest’uscita dei La Rua. Strana perché scelgono una ballata problematica nel testo, loro che avevano sempre scelto la leggerezza come liet motiv della produzione. Strana perché magari non era questa la canzone che ti attenderesti per l’estate. Ma se fosse questa invece la mossa azzeccata? Il pezzo è di fatto convincente, giustamente arrabbiato per quel che racconta. Perché un amore quando finisce non è fatto certo di auguri di buona vita, ma spesso e anzi soprattutto, di doversi leccare le ferite, uscire da sotto un treno, notti insonni. E certe cose non possono essere cantate in maniera scanzonata; on danno lo stesso effetto.
Sette


Leon Faun – Pioggia

Il rap di Faun è qui nel testo arrabbiato, anche se la cosa può essere rintracciata nelle liriche più che nella sua prestazione vocale che fortunatamente non è incazzata come gran parte di quella dei colleghi. La base gira attorno ad una linea di chitarra che detta le evoluzioni ed i cambi d’intenzione e su cui si appoggia un beat synth come è tradizione di stile. Non male ma troppo breve, troppo.
Sei=


Marlene Kuntz – La Fuga

L’inizio di questo brano, parlo dell’incipit musicale, mi ha fatto pensare a quelle sigle di cartoni animati ambientati nei canyon americani fra cowboy, sceriffi e pistole con la voce poi impostata alla Nico Fidenco a cantare le parole. Poi parte la voce di Godano e si va altrove. Si parla dei problemi climatici, della nostra terra che sta rischiando e noi con lei, il tutto in un crescendo musicale che mostra anche una certa rabbia, forse utile per far arrivare il messaggio. Chiaramente per un pubblico adulto per davvero e non per bambini cresciuti.
Sette


Meg – Fortefragile

Sempre originale Meg, sempre riconoscibile al contempo. Come ci riesce? Mantenendo la sua peculiarità vocale, quella di una scansione di sillabe, allunghi sulle vocali e poi contrazioni improvvise, ma appropriandola ad un mondo musicale sempre in movimento, scegliendo di non esserci con costanza ma esaurendo le cose da dire spremendo il limone. Si ferma, ricerca, elabora, poi torna. E puntualmente ci fa chiedere dove si fosse andata a nascondere.
Otto


Michele Merlo – Farfalle

Quando ti trovi dinanzi ad un brano che ha vissuto questa storia per uscire, quella di un giovane autore ed interprete che non c’è più, hai paura di essere condizionato nel giudicarla, di lasciarti confondere, imbonire dall’assenza che magari dona maggior valore alla prova. Però poi quando ti ritrovi davanti ad una prova buona, tiri quasi un sospiro di sollievo.

Michele Merlo aveva sicuramente tante cose ancora da correggere sul suo cammino verso una vita di musica, ma aveva talento che qui ha lasciato come testamento. Un testo graffiante, pieno di realtà e figurazioni al contempo, crudo, snocciolato come un rap da uno che non era un rapper, ma che forse aveva bisogno di dire troppe cose per comprimerle in una strofa pop. Non sarebbe stato forse questo il brano della vita, del successo popolare, ma poteva essere la finestra che si apriva sulla sua musica, che richiamasse il riflettore su di lui.
Sette


Tommaso Paradiso – Piove in discoteca

Sound 80, così come l’enfatizzazione sulla voce che però è cosa piuttosto solita per Tommaso. C’è una storia d’amore raccontata con una scenografia alle spalle decisamente identificativa che pure non riesce a dare alla canzone quel corpo di verità che invece delle coordinate così precise, il golfo di Napoli, avrebbero dovuto concedere. Il discorso resta infatti un po’ sognante, forse addirittura trasognato e quindi un po’ inconcludente. Dalla sua però i bei suoni usati, quelli si molto evocativi, e un’orecchiabilità che rende il pezzo canticchiabile subito.
Sei


Pinguini Tattici Nucleari – Giovani wannabe

L’allegria è sempre alla base della proposta della band bergamasca, così come la positività. Ed è evidente che il termine “wannabe” del titolo non si riferisca al cercare ad ogni modo di essere giovani ( come tra l’altro sono ) ma alla voglia di ricercare cosa essere esattamente, cercare il proprio posto. Dal punto di vista musicale è un up tempo frizzante in linea con la stagione in arrivo, sicuramente piacevole ma anche piuttosto prevedibile. Nelle loro corde senza novità di rilievo.
Sei


Piove – Fuoco

Non farsi capire è diventato il nuovo tocco di modernità? Cerchiamo di non esagerare però, Sinceramente mi sembra di sentire un robot o la colonna sonora di un videogioco inceppato. La prima strofa in particolare è incapibile. Cosa dovrebbe restare da tutto questo?
Tre


Quasi – Iqos

Pezzo volutamente leggero, risposta al periodo di chiusura che ci si può lasciare alle spalle magari solo camminando fra la gente, avere voglia di uscire solo perché c’è il sole, oppure perché si ha voglia di tenere in mano una birra mentre percepisci il discorso di quelli alle tue spalle e fumi la tua elettronica riempiendo il circondario di fumo. E’ una positività non stupida e, pur dicendo cose estremamente semplici, quanti di noi, dopo quello che abbiamo vissuto non ne hanno davvero voglia?
Sei 1/2


Rhove – LaProvince #2

Indubbiamente fra i personaggi più forti di questo periodo, Rhove resta per me un mistero. E non si tratta di essere Boomer, come dice la sua generazione di tutti quelli che bastano abbiano superato i tre decenni di vita, ma proprio perché se provo a scomporre un pezzo del genere non mi resta nulla. Non c’è musica ma solo un beat ripetuto ossessivamente, non c’è testo che abbia modo di legarsi alla vita e gli stessi ragazzi che oggi lo apprezzano per via degli slang, già domani non si ritroveranno più in questi stessi modi di dire, non c’è voce, non c’è un timbro riconoscibile, non c’è tutto quello che potrebbe differenziarlo da mio nipote che, di tanto in tanto, tira fuori un beat da YouTube e mi rima sopra qualcosa e mi dice: “zio ti piace questa mia nuova canzone“? Ecco mio nipote per fortuna la smette li! Detto questo, sarà sicuramente come minimo disco di platino.
Tre


Andrea Sannino & Franco Ricciardi – Te voglio troppo bene

Molto Ricciardi e meno Sannino, ( che si fa quasi fatica a riconoscere ), questo pezzo che mette assieme due cantori molto amati di Napoli. Racconta di quando una paura bussa alla porta, di quali parole un uomo con gli amori di una vita da proteggere si serve per accettare di andare a combattere. E le guerre sono tante nella vita, anche quella vera che ha bussato alle porte dell’Europa e ci fa sentire insicuri. Mentre Franco resta in una confort zone tutta urban a cui ci ha abituato e che gli calza a pennello, Andrea appare qui molto meno classico, più propenso verso sonorità che mai gli sono appartenute prima d’ora. Anche il fraseggio chiaramente cambia: meno note lunghe, armoniose e perfette, più ritmica e battute sul tempo. E la cosa gli serviva. Riuscita.
Sette


Swch – Reset

Interessante cambio stile per Rod Mannara, che giacché si trovava, cambia anche identità artistica in Swch. Ed il nome è sicuramente più adatto allo stile intrapreso: un’elettronica che ha chiare radici provenienti dalla parte conclusiva degli 80 che la sua voce, un filo algida, trasporta ancor più dietro, fino all’inizio del decennio. Il pezzo trova il suo perché nell’inciso che gli permette una maggiore possibilità di canto e nei bei suoni scelti, un po’ meno invece nelle strofe, impostate in maniera troppo statica per poter andar fuori da un meccanismo quasi robotico. Più che sufficiente comunque.
Sei+


Ultimo – Vieni nel mio cuore

Voglia d’internazionalità nella nuova proposta di Ultimo che rinuncia al suo fare ansiolitico, divenuto fin troppo prevedibile, per farsi sorpassare dal sound, che diventa serrato molto e più del suo cantare. Il pezzo ricorda un po’ “Hold Back The River” di James Bay, ma si tratta di un passaggio che è perdonabile soprattutto perché il brano in questione ci regala un artista da riscoprire che invece avevamo un po’ perso, o forse semplicemente me l’ero perso io, con buona pace sua che ha continuato a fare molto successo.

Sta di fatto che io sono contento di questo pezzo, di questa batteria, di questa ritmica, del senso positivo del testo, della voglia d’amore che comunica, di un amore che non fa male, che non è malato ma che è vivo, pulsante e conduce in un posto migliore. Te lo posso dire bravo?
Otto


Margherita Vicario – Onde

Allora devo subito specificare che trovo questo pezzo carinissimo, che è una canzone che in una compilation estiva metterei ad occhi chiusi, sapendo che in macchina mentre si va al mare ci si divertirà a cantare, però… Però credo che a Margherita sia piaciuta, un pochetto Bagno a Mezzanotte di Elodie ed ancor di più, La Rappresentante Di Lista e la sua proposta sanremese Ciao Ciao. Del resto come potrebbe non esserle piaciuta visto che l’ha cantata tutta Italia? Il problema è proprio li, che la stiamo ancora tutti cantando. Con dispiacere e con tanta voglia di cantarla ma…
Quattro

 

 

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