7 Dicembre 2018
di Interviste, Recensioni
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7 Dicembre 2018

Da Oggi In Radio – Le Pagelle Dei Nuovi Singoli In Uscita Il 7 dicembre: Cesare Cremonini, Malika Ayane, Sonohra e…

Consueto appuntamento del venerdì con Da Oggi in Radio, le pagelle del nostro critico ai nuovi singoli. Cesare Cremonini, Sonohra e...

nuovi singoli
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Arriva la nuova Da Oggi In Radio. Tanto lavoro per il nostro critico Fabio Fiume che qui ci racconta e recensisce come ogni Venerdi tutti i nuovi singoli in arrivo in radio.

Si ricorda che si tratta del parere del solo Fabio e non di tutta la redazione di All Music Italia e che i voti espressi al termine delle mini recensioni, non mettono in relazione alcuna artisti diversi tra loro. Essi sono attribuiti alla canzone in base alla carriera di chi la propone.

Cominciamo…

Axos – L’amore sopra

Hip hop abbastanza retrò come stile, però pulito nei suoni ed interpretato in maniera chiara, comprensibile. Suono guida nella base un po’ ansiogeno, ma funzionale al cantato.
Sei

Malika Ayane – Quanto dura un’ora

Assieme a Stracciabudella il brano dall’ultimo disco più adatto al mondo radio. Qui Malika unisce una melodia d’altri tempi, con un sound super moderno ed internazionale. Indubbiamente l’artista sa raccontarsi in maniera sempre diversa, ma è quando le sue canzoni hanno una linea melodica forte, come qui, che la sua particolarissima voce regala momenti di autentica magia.
Sette ½

Biondo – Tokio Hotel

Lei che piange mentre ascolta i Tokio Hotel sta messa veramente male eh? Modalità ballad per Biondo con un brano che ha una sua funzionalità dal punto di vista della costruzione canzone in stile modaiolo e che è una storia passata nella vita del giovane artista. E’ tutto molto down, moggio. Non si può giudicare una storia altrui, seppur adolescenziale, ma la resa canzone aggiunge molto poco alla carriera di Biondo.
Cinque

Bucha – Capodoglio 216

E’ un combattimento a metà tra il cantauotorato ed il rap in cui si sfida la voglia di scappare e cosa invece ci trattiene. Bella la variazione netta tra strofe ed inciso. Ed alla fine uno scappa, ma la vera fuga che si vorrebbe fare e da se stessi.
Sette

Cesare Cremonini – Possibili scenari ( per pianoforte e voce )

L’attuale successo di Cremonini viene riproposto nella sua forma essenziale, probabilmente embrionale e cioè pianoforte e voce. E succede che un uptempo melodico ed arioso, diventa una ballad che anziché farsi canticchiare si lascia ascoltare, capire, interpretare e fare propria. Riuscita era nella versione disco, ancor più affascinante così.
Otto +

DaVinci – L’ammore fa paura

Continua il processo di lavoro all’album di DaVinci ( Francesco, figlio d’arte di Sal ndr ) attraverso la scelta di brani decisamente modaioli come arrangiamenti e molto lavorati vocalmente anche se il nostro non ne avrebbe bisogno dal punto di vista della qualità delle sue corde vocali. Qui è in dialetto, ma non siamo in corridoi neomelodici, ma in pienissime ambientazioni radio.
Sei+

Max Dedo – Un posto vero

Qualche linea melodica mi procura evocazioni del passato, ma restiamo in un assoluto clima di originalità sia stilistica che di racconto. La voce di Dedo poi non è particolarmente piena di chissà quali particolarità ma ha un colore che è tutto suo ed è assolutamente piacevole e adatta a ciò che racconta e come lo fa.
Sette

Elya – Vorrei sentirci litigare

Scrittura scorrevole e ben strutturata dal punto di vista pop, anche se come tale, un po’ prevedibile. Tuttavia si tratta di un brano che il giovane cantautore si è ben costruito bene attorno alle sue possibilità e ce lo rende al massimo delle stesse. Inoltre nel testo è molto scenografico.
Sei ½

Roberta Finocchiaro – Leaf in a hurricane

Partirei dal presupposto che se scegli di cantare in inglese non puoi chiamarti Finocchiaro! Ci vorrebbe un nome d’arte. Consigli a parte, Roberta si propone con delle intelligenze stilistiche non da poco. Il suo brano va di diritto in quel pop non pop elegante, molto femminile, stile Norah Jones, Katie Melua e artiste del genere.
Sette

Giorgia & Eros Ramazzotti – Una storia importante

Uno dei brani migliori della prima parte della carriera di Ramazzotti è qui resa in maniera un po’ piatta, con un arrangiamento scarno che gioca con una “chitarra latineggiante” nelle strofe e di piano nell’inciso. Ramazzotti interviene per un cameo prevedibile ( la seconda voce nella seconda strofa ) ma in maniere ancora più sommessa di quanto già non sia Giorgia in tutta la canzone.
Quattro

Il Migno – Le favole

Il testo è interessante; racconta di un amore che talvolta possiamo spiegare guardandolo da diversi punti di vista. “Posso abbracciarti come una bambina o come una cagna, dipende dalla circostanza” come frase è forte ma sicuramente veritiera. Musicalmente invece è tenuta un po’ troppo uguale, dall’inizio alla fine.
Sei+

Malegria – 5 del mattino

Il tema musicale modaiolo, ovvero il rap, è qui affrontato con originalità di base, che rincorre l’effetto elettronico originale e gode di momenti vicini persino al mondo funky. Oltre tutto il brano è sempre diverso: non fai in tempo ad abituarti ad un ritmo che arriva il cambio. Intelligente.
Sette

Margherita – Vai via

Strofe con sfumature blues ed inciso con l’occhio più proteso al pop, ha un buon gioco tra luci ed ombre, momenti interpretati in sottrazione ed altri in cui è giusto che localmente si primeggi. L’inciso avrebbe avuto bisogno di un’evoluzione, almeno nella seconda parte della canzone dove ci si passa un tempo maggiore.
Sei

Camilla Miconi – L’amore al centro

Scalta pop con virata dance che però non è così scontata come soluzioni del genere possono lasciare pensare. Anche perché Camilla interpreta con una pienezza di medi toni e non cerca di strafare come canzoni del genere richiamano nello stereotipo.
Sei ½

Aniello Misto – N’ata notte ancora

Come spesso accade la musica partenopea, quella che è da chiamare musica e non canzoncina neomelodica, si contamina con suoni d’oriente. Aniello Misto è musicista di questo rango, che segue mondi sonori propri di artisti come Gragnianiello o Avitabile e ne fa parte a pieno titolo. Bello il momento a due voci.
Sei ½

Naska – Dormi

Tutto abbastanza prevedibile, compresi gli odiosissimi effetti sulla voce che è comprensibilmente non così bella da primeggiare, tutt’altro. L’imprevedibilità arriva di colpo verso la fine grazie ad una batteria bella presente che fornisce una ritmica convince che… tuttavia trasporta fino ad una conclusione anticipata proprio quando musicalmente iniziava a raccontare qualcosa.
Quattro ½

Neblo, Worst & Enemy – Carillon

Ispirata da un film horror si arma di una base ipnotica e prova araccontare, anche se in maniera un po’ confusa, sentimenti di evasione in cui un carillon che gira rappresenterebbe i ricordi che comunque ci legano al passato. Peccato la scelta nel testo dell’inciso che recita: “Girale, chiudile, fumale”… ci mancava solo dicesse: “Escile” e sarebbe stata perfetta per la famosa campagna twitter! Scherzi a parte, il risultato è senz’altro accettabile.
Sei

Nero – I nostri giorni migliori

L’inizio fa molto Alla mia età di Tiziano Ferro o, per essere corretti, ancor più Davvero di Virginio. La tonalità è tutta un po’ up e magari sarebbe il caso di provare a lavorare sulle basse. Il tutto è molto classico comunque, non deprecabile, ma senz’altro non propriamente nuovo.
Sei

Nicole – Sole nero

Ballata molto classica che evidenzia un bel corpo vocale anche se la stessa voce è tenuta un po’ troppo bassa rispetto alla base, prevalentemente piano ed incursioni elettroniche. Ha una pecca: così come realizzato sembra un provino inciso da mandare sulla scrivania di qualche cantante affermata.
Cinque +

Robin – Fammi volare

Si parla di bullismo, con qualche frase sottolineabile e qualche altra un filo adolescenziale. Musicalmente invece il brano invece è figlio di questi anni, in cui metterci uno strumento vero è fuori da ogni logica. Si parla così di leoni da tastiera e la loro musica questo concetto lo rispetta in pieno. E’ un’occasione più sprecata che altro.
Cinque =

Roby Rossini – Pioggia di stelle

Tu pioggia di stelle, quanti profumi che hai sulla pelle e che porti con te. Tu anima dolce, senti l’amore che vivi in qualcosa che parla di noi”… e potrei andare avanti ad elencare questo testo che a confronto C’è di Elisabetta Viviani del 1982 è da altissimo premio letterario! E vogliamo parlare dell’arrangiamento pieno d’echi che nemmeno Voices di Russ Ballard… solo che era il 1984!!!
Tre

Sabrina – Voices

Funziona il sound che richiama un periodo degli 80 che non era quello proprio di Sabrina ma più d’inizio decennio dell’edonismo. La voce è parecchio lavorata e ci si avvale di momenti in francese perché in questi anni la nostra è parecchio osannata oltre le Alpi. Indubbiamente la scelta è più matura rispetto ai “boys boys boys” saltellanti.
Sei ½

Sinergiafollia – Apri le tue braccia

E’ l’unicità del rapporto tra madre e figlio, ma il tutto è raccontato in maniera un po’ troppo vetusta dal punto di vista della forma canzone, in cui però si distinguono i fiati che rappresentano una bella soluzione. Non basta però nell’insieme.
Cinque

Sonohra – Ciao

I Sonohra percorrono un senso musicale tutto loro, che li ha staccati molto presto dal pop da classifica che probabilmente non è mai davvero loro interessato. Anche adesso le atmosfere rarefatte di questo brano, corale in alcuni punti e decisamente acustico nella sua linea base, ne fanno un’eccezione nel mondo musicale giovane. Possono avere meno pubblico, ma indubbiamente hanno carattere. Molto bella l’apertura finale.
Sette+

Simonetta Spiri – Il viaggio dei pensieri

Autobiografica e molto sentita, questa canzone è una dedica alla mamma precocemente scomparsa dell’artista. Sono canzoni troppo personali per essere giudicate, perché anche la forma di renderle prende difficilmente strade originali, proprio perché richiede degli spazi precisi di racconto. Ed il racconto arriva, questo è quello che conta.
Senza voto

Selenia Stoppa – Passato, presente, futuro

Una voce acuta e spigolosa al servizio di una canzone un po’ strana, sicuramente lontana da canoni radiofonici, con strofe che sono molto raccontate ed inciso che esplode in chiave rock. C’è personalità ma anche qualche sottolineatura interpretativa un filino esagerata.
Sei =