23 Novembre 2018
di Interviste, Recensioni
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23 Novembre 2018

Da Oggi In Radio – Le Pagelle Dei Nuovi Singoli In Uscita Il 23 novembre: Pausini & Antonacci, Negramaro, Zuin e…

Consueto appuntamento con le pagelle dei nuovi singoli in radio da oggi, 23 novembre. Laura Pausini & Biagio Antonacci, Zuin, Negramaro e...

nuovi singoli
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Siete pronti come ogni Venerdì per la nostra Da Oggi In Radio? E questa settimana abbiamo chiamato il nostro critico Fabio Fiume agli straordinari visto che, oltre ai nuovi singoli, sono stati lanciati anche gli inediti di X Factor che troverete recensiti in un articolo speciale a parte.

Si ricorda che si tratta del parere del solo Fabio e non di tutta la redazione di All Music Italia e che i voti espressi al termine delle mini recensioni, non mettono in relazione alcuna artisti diversi tra loro. Essi sono attribuiti alla canzone in base alla carriera di chi la propone.

 

Cocciglia – Indisciplinato (1/5)

L’amore viene all’improvviso e questo è indubbio ed è indisciplinato, perché difficile da controllare. Cocciglia trova un suo modo di raccontare il sentimento più cantato, così come merita realmente di essere raccontato, come una forza che rompe, o almeno prova a rompere, qualsiasi ostacolo gli si pari. Linguaggio pop elettronico funzionale e sufficientemente pungente.
Sei +

Cubi Rossi – Nel disordine

Se le strofe di questo brano non raccontano nulla di nuovo per quel che riguarda il panorama rock fm, l’inciso anziché fare da punto di forza, diventa quello debole del brano. Nell’insieme l’arrangiamento dello stesso è caotico e l’apertura vocale, l’esplosione del suo ingresso, appare un po’ forzata e fa perdere, cosa non da poco, proprio quell’intenzione rock.
Quattro

Andrea Donzella – Quante volte avrei voluto

Quanto è vecchia la chitarra che entra nell’intro di questo brano? Fa tanto Pooh degli anni 80. La stessa chitarra poi sancisce pause durante le strofe che dicono cose del tipo “credi, ormai si è fatto tardi, è bello rivederti, che non accada più” ed altre frasi fatte per raccontare un rincontrarsi dopo la fine di una storia.
Tre

Alex Effe – Con le mani nel fango

Firme importanti ( Testa, De Scalzi ed Arpino ) per il cantante sardo che le rende mediante una ballata che ruggisce più per voce che per sound, che è invece abbastanza conforme a cose già ascoltate. Il riferimento più vicino sembra essere Bryan Adams, almeno come impostazione. Poi certo, la forza non è ancora quella.
Sei

 

Giardini Di Mirò – Hold on

Mentre la chitarra guida è stilisticamente d’atmosfera, per la parte cantata ed anche per la scelta generale d’arrangiamento, sembra che i Giardini Di Mirò, abbiano bevuto la pozione Pink Floyd e ceduto con convinzione a certi aspetti psichedelici. Forse non sono così contemporanei con questa scelta, però risultano affascinanti.
Sei

Gigi L’Altro – I colori dei sogni

Essere leggeri non significa essere fatui. Questo brano è insopportabile sia per il tronfio arrangiamento danzereccio che definire già sentito è un eufemismo, sia per il testo banalissimo che dulcis in fundo per la voce scelta ad interpretarlo, strappata al coro dell’Antoniano… che potrebbe anche volermene per questo!
Tre

Rocco Hunt – Tutte ‘e parole

Torna in pista dopo un po’ d’assenza il rapper salernitano e torna a proporsi totalmente in dialetto e soprattutto con un testo che non risulti “paraculo” per piacere anche a platee non così avvezze al rap. La sua voce è cambiata, maturata, un filo sporcata. Nel suo il singolo ha una buona valenza e potrebbe valere a Rocco un ritorno in auge tra i puritani di stile… ma qualche passo indietro rispetto ai palchi di Rai Uno che ha frequentato per un po’.
Sei ½

Imarà – Prenderò il tuo posto

Testo futuristico e ambientazioni che lo rispettano, essendo per lo più rese metalliche da effetti vocali ed elettronica imperante. E non è detto che il futuro sia positivo, perché come molti film di genere c’insegnano, chi ci assicura che non si abbia a proteggerci dalle nostre stesse creazioni. Funziona ma un po’ ammetto che mi angoscia.
Sei

L’Iperuranio – ( Non ) Essere

Musicalmente il brano è accattivante e d’ispirazione elettronica d’oltremanica. La voce avrebbe però dovuto essere messa più in risalto, rinunciando ad effettarla per tutta la durata del brano. Il testo sulla relatività sarebbe stato anche più comprensibile, non perché non lo sia di suo, ma perché dopo un po’ quell’effetto vocale ti stanca e non presti più attenzione.
Cinque ½

Martiri – Le 6

Ballata un tirata per le orecchie, con un’intonazione un po’ precaria già in disco e con un inciso di rime facili che svilisce un po’ il racconto generale, che si basa sul rendersi conto che l’amore che provavi per chi ti sta accanto sta svanendo. Il tutto poi è arrangiato in maniera un po’ piatta.
Quattro ½

Mecna & Fabri Fibra – Hotel

Duetto rap d’atmosfera che lascia pensare a molte produzioni americane, non necessariamente hip hop, ma anche di artisti urban oppure addirittura soul. E così ti trovi che una ballad di stile può piacere anche a palati che non fanno proprio dell’hip hop la loro ragione di vita musicale.
Sette+

Leonardo Monteiro – Tempo

Per giocare col titolo, Leonardo tiene a bada il tempo che in questa canzone ha le sue variazioni, dimostrando di essere indubbiamente un buon cantante. Peccato però che in realtà la canzone stessa sembra solo un esercizio di stile, una sorta d’esame di sbarramento, di dimostrazione del mezzo. Ci manca solo il falsetto per avere completo il ventaglio delle possibilità vocali del nostro. Ok, ma a che serve?
Quattro

Negramaro – Per uno come me

Uno dei momenti più intimi e confidenziali dell’ultimo, bello, album della band di Giuliano Sangiorgi. Il tutto è proposto in una chiave acustica che cresce aggiungendo poco, eppur cresce, perché quando le idee sono chiare le si riesce a far arrivare anche con poco. “Amami e basta, senza più sapere se verrò a prenderti” è la richiesta folle che ogni amore vorrebbe pretendere per se.
Sette ½

Olden – Resta

Un pezzo dell’Equipe 84, originariamente made in Usa, come spesso accadeva nei 60, viene riproposto in una veste filo grunge a livello d’arrangiamento, che pur però non ne sconvolge quell’essenza della decade da cui proviene. Forse la combinazione delle due cose rimane un po’ ancorata al passato, anche se, nonostante la brevità, il pezzo risulta comunque completo.
Sei

Laura Pausini & Biagio Antonacci – Il coraggio di andare

E’ il classico brano che strappa applausi eseguito dal vivo, grazie ad un crescendo naturale, forse un filo prevedibile, ma pieno, completo, che rende appieno il senso intimo della canzone. La voce dei due combinata raggiunge qui un importante peso evocativo e, senza polemica alcuna, nonostante i successi, avevano bisogno entrambi che un singolo funzionasse particolarmente.
Sette

Dany Petrarulo – Punto e virgola

Si parte con una chitarra che mi faceva pensare a Nick Rodgers, almeno nelle intenzioni e si annaspa presto, troppo presto, in un poppettino che dice poco e nulla, e che trova il suo minimo storico in un “lalalala” uticante a chiusura d’inciso. E poi c’è una sensazione di flat sulla base che proprio innervosisce.
Quattro

Raige – Una lista di piccole cose

La malinconia ed i ricordi, anche spiccioli ma che al fine costituiscono l’unicità di una vita, sono alla base di questa canzone, scadenzata nel vero senso della parola e cioè con un testo che è formulato per punti numerati. Raige sembra abbia però fatto qualche passo indietro nella forma cantata e la canzone manca di un’incisività più importante per non restare appantanata nel marasma delle tante uscite settimanali, che restano anonime.
Cinque

Davide Rossi – Attacco di panico

Certo, ognuno ha la sua cifra espressiva, ma perché scegliere di esprimersi ricordando in tutto e per tutto un giovanissimo Luca Carboni? Eppure Davide propone una ballata che ha una sua forza, una sua storia, anche sofferta, che magari un tocco di personalità non avrebbe guastato. Comunque il brano può fare un suo cammino, se ci crede chi deve.
Sei

Salmo & Nstasia – Il cielo nella stanza

Diciamo la verità: se Salmo è arrivato ad essere in un tempo relativamente breve il rapper più atteso del mercato un motivo ci sarà. Anche questo nuovo singolo, nonostante sia per una volta una canzone sentimentale, rispetta una non banalità di testo, un buon cambio intenzione tra strofa ed inciso e qui anche l’innesto di una buona voce, pastosa, per impreziosire il tutto. Unico neo? Che forse un’altra mezza strofa con ripetizione d’inciso non avrebbe guastato.
Sei ½

Shade & Emma Muscat – Figurati noi

Continua a pescare nell’orto in cui sono coltivate le amiche di Maria De Filippi Shade che, dopo Federica Carta, seleziona Emma Muscat, facendola cantare tra l’altro in italiano. Il risultato è un mid tempo di quelli che non pretendono di cambiare il corso della musica, ma solo di lasciare due note ( perché sono proprio solo due! ) da canticchiare. Certo bisogna sorvolare sulla pochezza di un testo che vorrebbe il suo punto di forza sul fatto che sciogliendosi i ghiacciai, figurati come possiamo non farlo noi! Genio, non c’è che dire.
Cinque

Soniko – Amare l’amore

Tutto è abbastanza prevedibile. La batteria avrebbe meritato di essere in prima linea e non essere ovattata nel mezzo, compressa anche sotto una voce che bisognerebbe poi capire quanto abbia un’intonazione decente in live, perché già in disco non lascia pensare a risultati particolarmente buoni. Poi, certo, è da vedere, ma per il momento…
Quattro ½

Street Clerks – Finisce che sto bene

Cupa visione di quel che può accadere, quando “volare non conviene, rischi solamente di precipitare”, cantata su un sound che ha sentori d’oltremanica. Alla fine è solo la paura d’amare che coglie ognuno di noi quando ti accorgi che sta accadendo. Può essere un buon biglietto da visita.
Sei ½

Uomosummer – Isolazionismo

Le ambientazioni sono quelle di metà anni 80 per questo duo, sax compreso, che però riesce a ripescare certi suoni rispettandoli e non offendendoli con accorgimenti evidenti di presenti attuali. Il testo è curioso e la voce, pur se non particolarmente rimembrabile, è probabilmente giusta proprio per renderne quella curiosità che ti spinge a riascoltare il pezzo più volte.
Sette

Zuin & Daniela D’Angelo – Bianco

Nella testa di chi pensa c’è qualcosa da scoprire” recita questa canzone malinconica, fatta di ricordi, voci pacate ed arrangiamento abbastanza essenziale. Le due voci si sposano benissimo tra loro, perché essendo acuta quella di lei e larga quella di lui, finiscono col riempire ogni spazio.
Sei ½