Giovedì sera è andato in scena al Teatro Arcimboldi di Milano Musicanti – il Musical con le canzoni di Pino Daniele.
La trama dello spettacolo è semplice e funge da cornice alle canzoni del cantautore napoletano. Alessandra Della Guardia e Urbano Lione hanno rievocato le atmosfere di De Filippo per raccontare una storia che mette al centro musica e rapporti umani. L’originalità sta nell’aver elaborato una drammaturgia inventando personaggi credibili a partire dalle canzoni di Pino Daniele.
La regia di Bruno Oliviero è lodevole, in particolare, per un’intuizione: aver inserito una vera band di musicisti perfettamente “giustificati” all’interno dello spazio teatrale.
I musicisti suonano sul palco della ricostruzione scenica di un locale di musica dal vivo. In questo modo l’esecuzione e il disegno luci sono esattamente quelli di un concerto live, di cui possiamo godere i bellissimi assoli all’interno dello spettacolo. Definire lo spettacolo “Musical” è riduttivo. L’operazione che è stata fatta va oltre il genere che diventa Concerto Teatrale, in cui le canzoni generano un concept e raccontano una storia.
Il cuore pulsante è Napoli in una cartolina degli anni ’70: si ragiona in lire, il ricordo e il dolore della massiccia emigrazione verso l’America è ancora vivido e si fa i conti con i propri sogni da realizzare.
La scenografia imponente, sviluppata su quattro piani, ricostruisce l’esterno dei vicoli tipici di Napoli, articolati in scale e ponti e l’interno di un locale musicale. Antonio, giovane arrivato da Torino per la lettura di un testamento scopre che suo padre, che non aveva mai conosciuto, è morto da poco e risulta essere proprietario di un locale di musica dal vivo: il Uè Man.
MUSICANTI – LA TRAMA
All’interno del Uè Man s’intrecciano le storie dei personaggi. Anna e Rita hanno il sogno di diventare cantanti di successo, Tatà gestore del locale pieno di debiti cerca di valorizzare la musica live a suo modo, Teresina estrosa cameriera e amica fraterna di Anna si muove fra varie vicende. Dummì, tipico scugnizzo napoletano ha problemi con gli strozzini ed è innamorato di Rita, Donna Cuncetta, l’anima dei vicoli, sa tutto di tutti ed è testimone del grande spirito che anima la città (da sottolineare la bellissima interpretazione di Maria Letizia Gorga).
Come in ogni storia che si rispetti c’è anche il “cattivo” che si chiama “O’scic”, losco camorrista con traffici illeciti, innamorato di Anna vuole comprare il Uè Man per realizzarci un supermercato e distogliere la sua amata dalla musica.
L’amore è il filo conduttore di tutte le vicende che è declinato in maniera diversa tra Rita e Dummì, Teresina e Anna, O’Scic e Anna, Donna Cuncetta e la sua città, Tatà e la musica e per finire, nodo centrale, Antonio e Anna.
Amore per questa città decadente che mostra le sue bellezze al di là del ponte, un mare che possiamo solo immaginare sulle note di Chi tene ‘o mare. Accanto agli attori un corpo di ballo diretto dalla coreografa Cristina Menconi che arricchisce di movimento e ritmo tutto lo spettacolo, molto intensa la coreografia di Viento.
Malinconia, Appucundria per dirla come il titolo della canzone di Pino Daniele, è la parola per raccontare tutto il percorso delle canzoni all’interno dello spettacolo. Vi è stata cura e attenzione nello scegliere le canzoni più vecchie, conservandone l’arrangiamento originale per far emergere la bellezza del “Blues napoletano”, quella sperimentazione unica che rende Pino Daniele un grande innovatore della musica italiana.
I suoi fan più “vecchi” possono sicuramente ritenersi soddisfatti dall’ascolto dei primissimi dischi. Non mancano di certo le canzoni manifesto del cantautore napoletano: Je so’ pazzo, cantata da Dummì verso la fine dello spettacolo che concede un lungo applauso commosso, Napule è che scioglie il sorriso in lacrime, Terra mia momento di grande intensità espressiva e corale, Na tazzulella ‘e cafe tra le prime canzoni per inserirsi subito nel mondo napoletano.
In conclusione si percepisce che dietro questo progetto non c’è solo un’operazione commerciale ma una sentito ringraziamento al cantautore scomparso con l’obiettivo di far rivivere la sua musica toccando i temi a lui più cari nella sua amata Napoli.
Fabio Massimo Colasanti e Sergio De Angelis, grandi amici di Pino Daniele curano con attenzione questo ambizioso progetto che arriva al cuore della gente che a fine spettacolo chiede il bis e balla in platea sulle note di Yes, I know my way.
Curiosità: Uè Man è il titolo di una Canzone di Pino Daniele del 1979 tratta dall’omonimo disco.
Fabio Massimo Colasanti, direttore artistico del progetto, ha curato il casting degli attori preoccupandosi di non trovare imitatori di Pino Daniele ma degli interpreti che potessero restituire alle canzoni nuova forma.
Lo spettacolo è stato accolto, fino ad ora, con standing ovation in tutti i luoghi che ha attraversato (Todi, Napoli, Assisi, Firenze, Milano). A Napoli vista la grande richiesta sono state aggiunte delle date.
Queste le prossime date:
MILANO – dal 7 al 17 marzo, Teatro Arcimboldi
ROMA – dal 7 al 12 maggio, Teatro Olimpico
IL CAST
Bruno Oliviero regia
Cristina Menconi coreografie
Carlo De Marino scene e costumi
Fabrizio Facioni suono
Marco Palmieri light designer
Ignacio Paurici aiuto regia
Fabio Massimo Colasanti direzione artistica
Alessandra Della Guardia e Urbano Lione autori
Cast
Noemi Smorra Anna
Alessandro D’Auria Antonio
Maria Letizia Gorga Donna Concetta
Simona Capozzi Rita
Pietro Pignatelli Dummì
Enzo Casertano Tatà
Francesco Viglietti Teresina
Leandro Amato O’ Scic
Ciro Capano Nonno/Notaio
Band
Alfredo Golino batteria
Fabio Massimo Colasanti chitarra
Elisabetta Serio pianoforte
Roberto D’Aquino basso
Simone Salza sassofono
Articolo di Anna Ida Cortese