19 Ottobre 2019
di Direttore Editoriale
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19 Ottobre 2019

Michele Bravi torna dal vivo tra sogno e realtà, tra canzone e teatro, e arriva dritto al petto

Ieri sera Bravi si è esibito nella prima di una serie di date live già tutte sold out.

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Michele Bravi Live Piano e voce scaletta e resoconto. Ieri sera al Teatro San Babila di Milano si è svolto il primo dei quattro concerti che segnano il ritorno del cantautore su di un palco dopo oltre un anno di assenza.

Approcciarsi a questo spettacolo ignorando la propria parte emotiva è sicuramente impossibile, almeno per il sottoscritto.

Non si può fingere che nell’ultimo anno non sia successo nulla e che Michele non sia mancato dalle scene per compiere un lungo percorso interiore che riuscisse ad aiutarlo a convivere con quel incidente avvenuto a dicembre del 2018.

Un dubbio che mi ha assillato per tutto il tragitto verso il teatro… “riuscirò ad ascoltare realmente senza pensare?

Per rispondermi ho deciso di provare a vivere nel concerto nel modo più spontaneo possibile, come un qualsiasi altro concerto. E così la risposta a quella domanda è arrivata da sé…

Michele è stato bravo nel riuscire a portarci dentro il suo mondo fatto di chiaroscuri usando una formula in bilico tra musica e parole, tra canzone e racconto.

Sono arrivato di corsa e assetato al teatro, ve lo giuro. Ne sono uscito dissetato.

MICHELE BRAVI LIVE PIANO E VOCE

La voce è qualcosa che risale dal petto e, quando è in grado di emozionare, è proprio perché passa dal cuore. Sembra scontato, non lo è.

Il ritorno di Michele Bravi sul palco poteva apparire come qualcosa di semplice per il pubblico, per chi si è innamorato di lui e di quella voce, così particolare da riuscire a caratterizzare ogni canzone, non per l’artista.

Per Michele, era tutta un’altra cosa… come tornare a casa dopo una brutta notizia… senti il bisogno di farlo, sai che devi farlo eppure hai ugualmente paura.

Forse è proprio per questo che il giovane artista si è affidato all’essenzialità… voce, parole e canzoni uniche protagoniste. Nessun orpello di troppo, una scenografia essenziale, due pianoforti e lui al centro della scena.

Qualcosa di apparentemente semplice, ma non in questo caso, stavolta era come mettersi nudi su di un palco sperando che nessuno penserà male di te… e questo non è successo.

Perché quando fai musica e la vita si intreccia realmente, nel bene e nel male, con quello che canti… allora è verità, e la verità nella musica vince sempre.

Non si è avvertita ma tensione ma un’atmosfera rilassata, l’emozione ancora prima dell’inizio è stata quasi palpabile nell’aria, ma leggera, come quando aspetti una bella notizia che già sai che arriverà.

Michele è stato introdotto sul palco da un intro con due pianoforti suonati da Andrea Manzoni e dal suo manager Helio Di Nardo.

Andrea è un pianista, compositore, produttore e performer residente a Parigi.

Rappresenta una nuova generazione di pianisti in grado di creare forme innovative di espressioni sconfinando tra il jazz, l’elettronica, il rock, la musica per film… il tutto in perfetto equilibro “crossover”.

Al centro della scena una scala a chiocciola che sarà L’elemento centrale con cui, in tutto lo spettacolo, Bravi interagirà.

Del resto la vita è una è una scala… si sale, si inciampa e si scivola, si risale e, quando abbiamo bisogno di pensare, ci si siede sempre su di un gradino.

Il momento più difficile di tutto il concerto per Michele Bravi è stato sicuramente quello in ha messo di cantare per la prima volta per “rompere il silenzio” e parlare al suo pubblico…

Ho pensato tanto a quale sarebbe stata la prima parola giusta da dire questa sera, la prima parola per iniziare questo concerto, la prima parola per iniziare tutto.

Mi è venuta in mente una parola strana in realtà… che è la parola nebbia.

Per me la nebbia ha sempre avuto un accezione positiva. Quando a casa mia c’era la nebbia la cosa che dicevano sempre ai bambini, forse per non per spaventarli perché quando a casa mia c’è la nebbia è proprio come avere un velo davanti agli occhi, non puoi vedere niente, non riesci nemmeno più ad orientati.

Ecco la cosa che si diceva sempre ai bambini era – quando sei nella nebbia è come avere un foglio di carta bianco davanti agli occhi.

È proprio quello il punto… quando tu hai un foglio di carta bianco davanti agli occhi puoi ridisegnare tutto… al posto di un palazzo puoi disegnare un albero, al posto di un albero puoi disegnare un lampione… e aggiungere anche cose che non esistono, che solo tu immagini…

Aggiungere l’irreale nel reale. È proprio lì il segreto, avere un foglio di carta bianco davanti agli occhi e immaginare tutto.

Quando ho pensato alla nebbia ho pensato a questa frase: la nebbia mi ha insegnato che c’è qualcosa di più importante della logica, è l’immaginazione.

Io con la nebbia ho imparato a sognare e la nebbia mi ha insegnato a immaginare e io vi auguro questa sera, e lo spero, che anche solo per la durata di un concerto, possiate immergervi nella mia e nella vostra immaginazione, e vedere il momento non come è ma come vorreste vederlo… buona nebbia a tutti.

Le canzoni in scaletta, quelle del repertorio di Michele, hanno acquisito un nuovo suono… non è stata solo una questione di arrangiamenti o di atmosfera, un’atmosfera tra l’altro bellissima e suggestiva, no, è stata questione di voce e di come la vita ti cambia, l’anima e la voce.

Nuove consapevolezze che nel bene e nel male sono riuscite a dare un’intensità e una profondità ancora maggiora a quel timbro già così caratteristico di suo. Ogni parola in questo concerto ha avuto il suo giusto peso e, al tempo stesso, la giusta leggerezza.

L’artista non si è risparmiato, ha osa mischiando il suo repertorio con canzoni di David Bowie, Lady Gaga, i Negrita, fino ad una versione da pelle d’oca di Nessuno vuole essere Robin di Cesare Cremonini.

Nei  momenti di pausa tra un brano e l’altro ha raccontato una storia, in un’atmosfera quasi da teatro canzone, ha parlato di speranze e amori recitando con un’intensità, forse a tratti inaspettata, i dialoghi tratti da La vita non è in ordine alfabetico dello scrittore Andrea Bajani.

A spettacolo finito, tra gli applausi del pubblico in piedi per questo giovane artista, la sensazione che mi ha pervaso è stata quella di serenità, come guardare un cielo e scorgere all’orizzonte anche qualche nuvola nera, ma senza averne paura.

Del resto forse la vita a volte sbaglia, non sempre è giusta. Gli esseri umani a volte sbagliano.

E qualche volta anche la musica sbaglia… ma quando non lo fa, quando viene dalle arterie, passa nel sangue e viene pompata dal cuore per uscire come un urlo, anche soffuso, è lì che si crea qualcosa di unico.

Che Michele Bravi fosse un artista con la A maiuscola per chi scrive era già un dato di fatto da tampo… assistendo a questo spettacolo lo capiranno sicuramente altre persone ma, cosa forse più importante, lo capirà per primo lui. Bentornato Michele!

MICHELE BRAVI LIVE PIANO E VOCE SCALETTa

  1. Quando un desiderio cade (Federica Abbate)
  2. Tanto per cominciare
  3. Ho imparato a sognare (Negrita)
  4. Pure imagination (Anthony Newley e Leslie Bricusse)
  5. Cambia
  6. Nessuno vuole essere Robin (Cesare Cremonini)
  7. La vita e la felicità
  8. The edge of glory
  9. Chiavi di casa
  10. Diamanti
  11. Space oddity (David Bowie)
  12. La vita breve dei coriandoli (Inedito)
  13. Ricordami (dal film Coco)
  14. Il Diario degli errori