Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, ha rilasciato un’intervista al Corriere Della Sera in cui tra le altre cose ha parlato delle difficile situazione dei teatri e dei cinema e sulle possibili soluzioni.
I dati rilasciati da Siae parlano chiaro. Nel 2020 c’è stato un calo degli eventi del 70%, con gli ingressi che hanno registrato un meno 72,90%.
Queste le sue parole.
“La chiusura di teatri, cinema e sale da musica è stato un dolore, ma inevitabile. Abbiamo cercato di accompagnare con misure straordinarie, attraversando questo deserto, i tanti mondi legati al cinema, al teatro, alla musica sostenendo imprese e lavoratori.
Una realtà che non ha mai conosciuto ammortizzatori sociali ha avuto la cassa integrazione per i dipendenti e sostegni per i tanti lavoratori precari o intermittenti.
Un lungo elenco di interventi che non bastano, lo so perfettamente: li sto riproponendo in modo consistente per il nuovo decreto Ristori.
Occorre sostenere gli operatori del settore al di là del tipo di contratto che avevano. Ma ora bisogna ragionare della riapertura.”
DARIO FRANCESCHINI – CINEMA E TEATRI, COME RIPARTIRE?
Il Ministro nelle scorse settimane era stato molto critico anche nei confronti del Teatro Ariston e del Festival di Sanremo. Non ne ha parlato, ma implicitamente stringe un patto con pubblico e cittadini, pur senza promettere nulla.
“Non voglio coprirmi dietro la scelta di altri Paesi, anzi. Però, ad oggi, teatri e cinema sono chiusi in Francia, Germania, Regno Unito, Belgio, Portogallo. Ma siccome l’Italia è l’Italia vorrei che fossimo i primi a riaprire. L’operazione va fatta non con i proclami né con gli annunci ma per passi possibili.
Ho chiesto al Comitato tecnico-scientifico un incontro urgente per proporre le misure di sicurezza integrative su cui stanno lavorando le organizzazioni di categorie e che mi consegneranno domani.
Potrebbero essere i biglietti nominativi, la tracciabilità delle persone, le mascherine Ffp2. Mi confronterò poi collegialmente col governo, perché non sono certo io a decidere da solo, e col Cts per individuare tempi e modalità.
Però penso che teatri e cinema, con severe e adeguate misure, siano più sicuri di altri locali già aperti oggi. E credo che l’Italia, più di altri Paesi, abbia bisogno come l’ossigeno di tornare ad avere un’offerta culturale.”
Un pensiero condiviso con il nuovo Presidente del Consiglio Mario Draghi.
“Lo ha detto bene il presidente Draghi. Le città italiane senza teatri e cinema e le piazze senza musica sono più tristi: così l’Italia non è l’Italia. Come è stata fatta un’eccezione per le librerie, inserite tra i primi servizi a riaprire per una evidente ragione culturale, spero si possa fare lo stesso ragionamento per i luoghi dello spettacolo.”
Foto di Andreas Glöckner da Pixabay